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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lettere al Direttore

Lombardia. La battaglia per le professioni sanitarie il PD la combatte da tempo

di Carmela Rozza
14 novembre - Gentile Direttore,
al fine di fornire un contributo alla discussione aperta da Gregorio Mammì e ribadendo che è certamente un bene che la battaglia per le professioni sanitarie sia condivisa, aggiungo anche che, come Partito Democratico, in Lombardia, questa battaglia la combattiamo da tempo. L’aprile scorso abbiamo depositato una proposta di legge per l’istituzione del Direttore Assistenziale dopo che, il mese prima, avevamo presentato (senza l’appoggio dei M5S) un emendamento alle Linee guida dei POAS per chiedere che i professionisti non medici potessero accedere ai ruoli dirigenziali al pari del Direttore Socio Sanitario, che fosse affidata agli infermieri la direzione degli Ospedali di Comunità e che fossero loro affidati ruoli direttivi nelle strutture complesse di ATS e ASST.

Il nostro progetto di legge prevede che tutte le professioni sanitarie non mediche possano accedere al ruolo di Direttore Assistenziale, il quale partecipa, insieme agli altri Direttori al perseguimento degli obiettivi aziendali e alla mission dell’Azienda definendo le strategie di governo delle professioni sanitarie e avendo la responsabilità dell’assistenza, non solo nelle strutture ospedaliere, ma anche nei contesti territoriali e domiciliari dopo che la pandemia ci ha insegnato inequivocabilmente l’importanza della presa in carico dei bisogni di salute dei cittadini e dell’educazione alla salute. Una figura, quella del Direttore Assistenziale, dalla quale devono discendere i dirigenti delle strutture complesse potendo contare, ciascuna, su un professionista di riferimento. Ad esempio, nei dipartimenti di riabilitazione devono avere un ruolo direttivo i fisioterapisti.

La maggiore vicinanza di questi professionisti al bisogno delle persone e le loro competenze gestionali hanno in molti casi fatto la differenza in termini di appropriatezza della risposta. Anche per questo riteniamo che tutte le professioni debbano avere autonomia professionale e accesso alle cariche dirigenziali. Questo coglierebbe l’importante obiettivo di migliorare i processi organizzativi, valorizzare tutte le professionalità e potenziare la capacità di risposta ai bisogni delle persone.

Per questa ragione, pur condividendo il principio che lo animava, ci siamo astenuti, in Commissione Sanità, sull’emendamento alla legge Ordinamentale, che i consiglieri del M5S hanno proposto e che si riferiva ai soli infermieri. Un campo troppo ristretto e parziale rispetto alle finalità del nostro progetto di legge che ricomprende tutti i professionisti non medici della sanità.

Contiamo sul fatto che, da questo momento, la battaglia possa diventare un terreno comune e che si possa condividere la nostra proposta aperta a tutte le professioni sanitarie non mediche.

Carmela Rozza
Consigliera regionale Lombardia – Partito Democratico
14 novembre 2022
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