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QS Edizioni - giovedì 22 maggio 2025

Lettere al Direttore

Le proposte delle Regioni sul personale del Ssn: come navigare nel vuoto spaziale 

di Alessandro Giustini
immagine 5 maggio - Gentile Direttore,
“La crisi del personale sanitario rappresenta oggi una delle più gravi minacce alla tenuta del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn). La carenza strutturale di infermieri, medici specialisti e professionisti sanitari, già evidente prima della pandemia, si è acutizzata negli ultimi anni per effetto dell’invecchiamento della forza lavoro, della crescente complessità della domanda di salute, della ridotta attrattività delle professioni sanitarie e di un contesto formativo e contrattuale frammentato e spesso inadeguato. In assenza di un piano strategico nazionale....”. Questo incipit del recente Documento diffuso dalle Regioni farebbe ben sperare ma poi subito le speranze scompaiono e purtroppo rimangono solo parole vuote e qualche ipocrisia.

A leggere questo documento che le Regioni hanno scritto affermando di voler affrontare i problemi a breve e medio termine del SSN viene il dubbio che alcuni degli “scrittori” siano stati su Marte negli ultimi 20 anni quando le Regioni di ogni colore hanno pienamente collaborato con tutti i Governi e le Università a moltiplicare e frammentare le stesse figure professionali sanitarie e le specializzazioni mediche che oggi considerano uno dei problemi principali del Ssn. Come se questi errori fossero stati commessi da altri oggi da Marte parlano genericamente multiprofessionalità e di “skill mix” che in realtà significa mescolare e trasferire alcune competenze (sanità, prevenzione, sicurezza...) ad altri professionisti non formati e quindi significa abbassare la qualità, sicurezza e credibilità delle prestazioni offerte a cittadini ed aziende , e questo specie nelle aree già oggi marginali. Vanno invece radicalmente riviste molte figure e molte posizioni operative ma questo va fatto sulla base di una organizzazione del lavoro del tutto nuova tra ospedale e territorio e verso il domicilio in tutti i territori specie se marginali tenendo conto dei Diritti e dei bisogni dei cittadini e non degli interessi delle categorie degli attuali professionisti “frammentari” o dei responsabili di questa situazione.

Erano su Urano quando tutte, con l’accordo del Ministero e della politica, hanno costruito le Aziende per efficientare e risparmiare (e poi efficienza o risparmi come sappiamo non ci sono stati) e poi le hanno gonfiate allontanando i processi decisionali dai luoghi del lavoro reale e dai bisogni sia clinici che operativi , allontanando poi i servizi e professionisti proprio da quelle aree periferiche che adesso descrivono come sempre più prive di garanzie per i cittadini. Ed ancora tutti su Urano da anni parlano di rischio di privatizzazione del Servizio Sanitario quando Regioni e Aziende beatamente ampliano negli stessi anni e continuamente l‘offerta di accreditamento e di contrattualizzazione al privato in tutti i settori. E questo prima di tutto per la inadeguatezza dei servizi di offerta pubblica e poi per il disinteresse (o la incapacità) a progettare innovative soluzioni nel pubblico, collegando tutto questo con il disinteresse (o la incapacità) a verificare dotazioni, procedure e risultati degli accreditamenti in modo che il processo possa tranquillamente continuare.

Sono state forse invece sulla Luna quando l’assistenza di base ai cittadini ha perso di valore e credibilità perché i medici “di famiglia” erano da una parte aggrediti dall’informazione per la loro asserita scarsa presenza (ma erano le Regioni che dovevano controllare) e dall’altra parte erano sovraccarichi di burocrazia (questa invece di grande interesse per i controlli di ASL e Regioni). Peraltro gli stessi Medici ed i loro Sindacati sempre in lite tra loro hanno le loro responsabilità ma per fortuna molti di loro si sono organizzati creando studi associati ed attivi in molte prestazioni mostrando concrete soluzioni (anche prima e senza il PNRR) di cui i cittadini sono soddisfatti. Oggi dalla Luna parlano di risolvere il problema da un lato trasformando in universitaria la formazione di questi medici e con la dipendenza di tutti i medici di base o solo di alcuni in orario aggiuntivo. Se non si affronta prioritariamente il riordino dei compiti e la definizione delle attività da affidare a questa che è la vera “medicina di base” ma nel nel quadro di una riforma complessiva di tutto il sistema , queste sembrano proprio solo ipotesi “lunatiche”.

Erano su Plutone quando appunto Regioni e Governi hanno per tanti anni ridotto drasticamente prima gli accessi alla formazione universitaria del personale medico e sanitario, e ridotto i posti letto degli Ospedali che poi mancavano (non solo nel periodo Covid) e poi si è detto che gli Ospedali scoppiavano ma il motivo era solo perché eravamo andati a livelli molto inferiori rispetto agli standard ospedalieri degli altri Stati europei. Poi da Plutone hanno visto scoppiare i Pronti Soccorsi e crescere le Liste di attesa ma al contrario i numeri dello stesso Ministero ci dicono che gli accessi non sono affatto cresciuti ma invece sono diminuiti medici ed operatori. E su Plutone sono li a scontrarsi per capire chi controlla chi!

Erano su Venere quando ci è stato detto che le farmacie sarebbero state una soluzione facile a tanti problemi sanitari dei cittadini e poi si scopre che la Farmacie non hanno neppure lontanamente caratteristiche di una struttura sanitaria ma solo commerciale (ed erano ASL e Regioni che lo dovevano ben sapere e controllare da sempre ma erano appunto su Venere).

Erano su Nettuno quando molti difensori del Servizio Sanitario Nazionale generalista ed universalista (ma non le Regioni, ne sindacati o partiti) evidenziavano come a seguito della riforma Bindi il “pilastro” assicurativo sottraeva progressivamente credibilità e fondi sanitari nazionali da questo compito per travasarli alle Assicurazioni. Oggi in questo documento proveniente da Nettuno viene la proposta del Welfare aziendale per il personale del SSN senza dire con chiarezza cosa questo possa significare: se si parla di servizi seri di supporto alle famiglie di giovani professionisti sanitari in relazione agli orari di lavoro è molto giusto ma se significa offrire servizi sanitari integrativi, come è stato in tutti i Contratti del mondo del lavoro, siamo tra l’ipocrisia e l’assurdo.

Ma il pianeta più grande che li ospita tutti è Giove dove tutte le Regioni e le incomparabili dirigenze delle Aziende e di Agenas, in buona compagnia con grandi Università continuano ad esser beatamente lontani dalla realtà : affrontare i problemi gravissimi del SSN con questi “giochetti” del breve, medio o lungo termine di questo documento è solo ridicolo. Loro dovrebbero esser i primi e da tempo avrebbero dovuto dimostrare di esser consapevoli dei loro doveri (molto ben compensati peraltro) cercando di costruire una profonda revisione della struttura del SSN tenendo conto con serietà dei limiti di bilancio dello stato. Parlano infatti da Giove di “carenza di personale” come se fosse solo un argomento organizzativo contingente da gestire con procedure concorsuali o rattoppi organizzativi, oppure con procedure informatiche ed utilizzo della Intelligenza Artificiale. E’ invece la principale manifestazione della totale frana organizzativa e strutturale del SSN: una frana che oramai coinvolge tutte le attività del sistema e che appare sempre più inarrestabile visto che sono molto potenti le forze che la muovono. Una frana che tutti quelli che sono su Giove hanno favorito in questi anni con alcune decisioni e con grande immobilità.

Tutti sulla Terra invece vedono che siamo di fronte e da tempo oramai al profondo cambiamento della società italiana (come in altri Paesi simili) in termini di demografia, epidemiologia, innovazione tecnologica e scientifica; siamo di fronte all’ esplosione della fragilità e della disabilità, alla mutazione nella aspettativa e percezione di Salute e Qualità di Vita, ma anche nella attrattività e visibilità sociale delle professioni (non solo nella Sanità) e del loro giusto compenso . Un cambiamento che è vistoso oramai da molti anni ma tutte le azioni del Ministero e delle Regioni (infatti sono tutti beati su Giove) con pervicacia si mantengono solo su aggiustamenti superficiali dell’esistente (basta vedere il piano PNRR, la revisione dell’accesso a Medicina o la revisione dei LEA) , quando invece non viene il sospetto che seguano interessi specifici di categorie o gruppi di pressione economica (nella attuale situazione di crisi nel SSN si aprono facilmente spazi di spreco e di speculazione ed anche per questo la riforma è urgentissima).

Se la Riforma Sanitaria che ha costruito tanti anni fa il SSN fosse sta fatta in questo modo oggi avremmo solo le Mutue adattate in qualche modo al passare del tempo: fu invece, e per fortuna, una profonda riforma che cambiò alla radice molte cose contrastando poteri ed interessi e che ha ben funzionato per molti decenni. Prima di tutto raccolse i bisogni concreti della popolazione e su questi costruì la nuova struttura ed i nuovi servizi erano in tal modo direttamente a contatto con i Diritti e le aspettative delle persone.

Oggi è indispensabile una riforma altrettanto radicale.

Tutti quelli che sono nei diversi pianeti del cosmo possono anche rimanerci se non riescono a comprendere questa urgenza che invece è ben compresa dai Cittadini e da tanti professionisti che aspirano a ritrovare entusiasmo e soddisfazione nell’impegno per la tutela della Salute come quando fu costruito il Sistema Sanitario Nazionale.

Alessandro Giustini
5 maggio 2025
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