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QS Edizioni - sabato 21 giugno 2025

Lettere al Direttore

Le liste d’attesa non sono solo un problema gestionale

di Marco Pingitore
immagine 12 maggio - Gentile Direttore,
nel dibattito – sempre più acceso – sulle liste d’attesa del Servizio Sanitario Nazionale, ritengo che sia giunto il momento di affrontare il tema con maggiore franchezza e lungimiranza. Il problema non si risolve soltanto attraverso nuovi finanziamenti o richiami generici all’efficienza: serve un cambio di passo nella gestione dell’offerta sanitaria pubblica, che metta davvero al centro il cittadino.

Innanzitutto, è necessario assicurare la massima trasparenza e accessibilità delle agende di prenotazione. Ogni cittadino ha diritto a conoscere, in tempo reale, dove e quando può ricevere una prestazione, senza dipendere da circuiti opachi o canali preferenziali. In questo senso, la digitalizzazione deve diventare strumento di equità e non di ulteriore disorientamento.

In secondo luogo, prima ancora di autorizzare prestazioni aggiuntive o ricorrere al privato accreditato, è indispensabile procedere a una ricognizione dettagliata e sistematica del personale sanitario disponibile: chi fa cosa, dove, con quale contratto e per quante ore. È necessario avere contezza aggiornata della distribuzione di medici, specialisti ambulatoriali e liberi professionisti che operano nei diversi setting assistenziali, per evitare sovrapposizioni, disallineamenti e sotto-utilizzi che, in un sistema sotto pressione, non possiamo più permetterci.

Da ultimo, è fondamentale rafforzare il coordinamento a livello regionale, con una regia operativa che, nel rispetto dell’autonomia aziendale, sappia monitorare, indirizzare e intervenire tempestivamente in caso di disallineamenti. Su questo versante, si registrano segnali incoraggianti in molte Regioni, con l’adozione (o imminente adozione) di Piani Regionali per il Governo delle Liste d’Attesa (PRGLA) coerenti con le indicazioni nazionali.

Le liste d’attesa non sono solo un problema gestionale: sono una questione di equità e fiducia. Ogni giorno perso nell’accesso a una prestazione può tradursi in un peggioramento dello stato di salute, un ritardo nella diagnosi o nell’inizio della terapia. Per questo motivo, è necessario affrontare il tema con il coraggio di rivedere modelli organizzativi consolidati e con la determinazione di porre inizio, senza timori, a cambiamenti.

Marco Pingitore
Dirigente Psicologo
CSM Mesoraca (ASP Crotone)
Gruppo di lavoro RUAS Regione Calabria
12 maggio 2025
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