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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lettere al Direttore

Concorsi. E' il professionista che vale 0 o quello è il voto che le commissioni danno al sistema?

di Francesco Sciacca
3 settembre - Gentile Direttore,
la sanità continua giustamente ad essere interessata da norme di promozione della trasparenza. Si pensi al recente Sunshine Act riguardo alle relazioni d'interesse tra imprese e operatori sanitari, oppure al cosiddetto “disegno di legge Castellone” circa le nomine sulla dirigenza sanitaria. Un’area trascurata da questa tendenza è però quella dei concorsi per dirigenti di I livello, esclusi dal procedimento più trasparente in uso per la scelta dei direttori di struttura complessa, di cui alla Legge n.189/2012, e che prevede la pubblicazione sul sito aziendale dei curricula dei candidati, della relazione della commissione e delle motivazioni della scelta da parte del direttore generale.
In pratica, la commissione esaminatrice per i concorsi dei dirigenti di I livello si rifà ancora ad una normativa degli anni novanta la cui discrezionalità è molto ampia. Non diversa la situazione per ciò che concerne il concorso per l'accesso alla qualifica unica di dirigente delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche della riabilitazione, della prevenzione e della professione di ostetrica (DPCM 25 gennaio 2008). Inoltre, la stessa impugnazione degli atti al TAR è un altro punto a sfavore dei candidati che vi vogliono ricorrere poiché ha dei costi così esosi quanto anacronistici.

In questo scenario a volte si assiste a delle procedure concorsuali in cui le commissioni esaminatrici, forse perché si sentono ben garantite dal sistema, pur rimanendo nel lecito, forzano troppo la mano nella valutazione.

È il caso del Concorso per dirigenti delle professioni tecnico-sanitarie svolto nell’A.O.U. Policlinico-“Vittorio Emanuele” di Catania, dove oltre il 60% dei partecipanti (11 su 18) non ha superato la prima prova, la prova scritta (tra cui il sottoscritto). E sin qui, nulla da eccepire se non fosse per il punteggio a tutti loro attribuito: “zero”.

Valutare oltre la metà dei candidati con tale numero diventa quasi una valutazione di sistema. Anzi…“al sistema”! Al sistema universitario che ha formato quei professionisti, al sistema ECM che non li ha aggiornati successivamente, al sistema datoriale che paga i loro stipendi. Insomma, in questo caso lo zero è diventato un simbolo.

Simbolo di cosa, ce lo dirà l’accesso agli atti circa le prove d’esame di tutti i candidati. Questo, per fortuna, ancora gratuito. Le ipotesi in campo sono due: o la commissione esaminatrice ha ragione, per cui essendo la maggioranza dei partecipanti pressoché totalmente impreparata, sarebbe il caso di rivedere il sistema formativo delle lauree magistrali per le professioni sanitarie. Oppure vale l’altra ipotesi.

Cordialmente

Francesco Sciacca
CPS tecnico di radiologia medica, ASP di Siracusa
3 settembre 2019
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