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QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Lettere al Direttore - Liguria

I rischi dell’inserimento di operatori stranieri nelle Rsa, senza verifiche su competenza e conoscenza della lingua

di Francesco Falli
Gentile Direttore,
vorrei essere provocatorio, sin da subito: in emergenza possiamo accettare un livello di sicurezza inferiore? Io direi di no, e sono sicuro che un simile concetto verrebbe ancor più ‘’respinto’’ in particolare quando potremmo essere noi quelli sottoposti a cura. Anzi: in emergenza ho un maggior bisogno, ed una maggiore necessità di personale formato, esperto e competente.
 
Scrivo questo perché la sicurezza è non solo un mio pallino, ma è anche una cosa che fa parte del mio impegno professionale; me ne occupo anche come docente e credo sinceramente che la strada da percorrere in materia di prevenzione degli errori e, più in generale, di gestione del ‘’Rischio Clinico’’ in Italia sia tanta.
 
Oltre le mie opinioni, basta leggere le pur preziose Raccomandazioni Ministeriali in materia di sicurezza: un esempio lo si trova nel testo di quelle rivolte alle problematiche della terapia, dove non si impone, pena chissà quale sanzione severa (come avviene in altri Paesi) l’utilizzo dello stampatello in fase prescrittiva, ma lo si ‘’consiglia’’. Lo si ‘’suggerisce’’, lo si ‘’raccomanda’’. E già questo spiega molto.
 
Ancora, ho compreso che il bonus monopattino deriva da fondi europei rivolti alla mobilità, ma vivrei come prioritaria la informatizzazione minima delle attività sanitarie in materia di terapia: magari utilizzata nella sola fase prescrittiva, potrebbe spiazzare tante occasioni di errore in un processo che evidentemente tanto ‘’smart’’ non è, se alla terapia sono rivolte le Raccomandazioni numero 1,7,12,14,17,18,19.
 
Questa lunga premessa per dire che l’idea che in una fase emergenziale come questa si possa derogare all’obbligo di iscrizione agli albi professionali italiani, ed inserire nel sistema delle RSA personale sanitario in possesso della sola iscrizione all’albo del Paese di origine, quando è ben noto ai competenti uffici del Ministero dedicati al riconoscimento dei titoli stranieri che vi è una diversità formativa enorme nel mondo, appare un aspetto che apre a non pochi problemi in materia di sicurezza.
 
E non solo, e non soltanto, sul percorso formativo di origine (differente in quantità e qualità in molte Nazioni) ma anche sulla valutazione – con questi Decreti del tutto scomparsa- della conoscenza della lingua italiana da parte degli Ordini professionali italiani prima della iscrizione al rispettivo albo.
La conoscenza della lingua: un dato che sembrerebbe piuttosto indispensabile per comprendere, ad esempio, che ci sono 0,5 mg di digossina in una fiala da 2 ml.
 
Perché se uno capisce, invece di ‘’zero cinque’’, un bel ‘’cinque’’, ecco che potrebbero (forse, eh) esserci alcuni problemi.
Scusate se mi tocca fare la parte del bambino (magari!) che vedendo passare il Re lo indica come nudo, ma insomma: perché in piena pandemia posso derogare sulla sicurezza? Si dirà - e lo vivo, come docente dei corsi di laurea e come presidente dell’Ordine - che non si trovano più infermieri disponibili perché le ASL hanno assunto molto ed in molte modalità; e anche io mi rendo conto che le politiche degli ultimi decenni non hanno certo incentivato la costruzione di nuovi professionisti infermieri, né hanno motivato al massimo coloro che erano già inseriti nel sistema sanitario stesso.
 
Quindi, poiché il problema lo viviamo oggi, si improvvisa una soluzione che a mio modesto parere non va bene, mentre molto più sicura potrebbe essere quella della apertura incentivata a personale sanitario del Pubblico Impiego per attività aggiuntive nelle RSA in difficoltà, durante questa fase pandemica.
E scusate se insisto: durante la attuale emergenza l’ ospite di una RSA non ha diritto alla stessa sicurezza di un anno fa? Siamo proprio sicuri che quel dosaggio di zero cinque resti tale?
 
Ve lo dice uno che ha lavorato a lungo all’estero in missioni sanitarie internazionali, e sa perfettamente che se non conosci la lingua del posto sei in estrema difficoltà; ci sono passato per esperienza diretta, e non giudico nessuno: segnalo, semplicemente, una condizione di rischio certo.
 
Francesco Falli
Presidente Opi La Spezia

 
27 novembre 2020
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