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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Regioni e Asl - Lombardia

Niguarda. Al via il primo ambulatorio intra-ospedaliero per le vaccinazioni dei pazienti cronici, fragili e donne in gravidanza

immagine 7 gennaio - Il paziente potrà essere vaccinato direttamente in ospedale senza dover andare al centro vaccinale di competenza sul territorio. Il servizio sarà aperto tre giorni la settimana presso il Centro prelievi. Stretta alleanza tra specialisti del centro vaccinale e i colleghi ospedalieri perché le vaccinazioni entrino a far parte del piano terapeutico in maniera efficace  
Pazienti seguiti per una patologia cronica, come il diabete, una cardiopatia, una patologia polmonare o reumatica a cui si aggiungono quelli in cura per una patologia onco-ematologica e le donne in gravidanza o che hanno appena partorito.
Questa la “platea” del nuovo servizio vaccinale che ha aperto nell’ospedale Niguarda. Al servizio si accede tramite una prenotazione fatta direttamente dallo specialista che ha in cura il paziente. Sarà ad esempio il diabetologo, il reumatologo o il ginecologo, che valutate le necessità dell’assistito, prenoterà l’ambulatorio vaccinale di Niguarda.
 
Il servizio, che sarà aperto tre giorni la settimana presso il Centro Prelievi, al piano terra del Blocco Nord, è pensato per assicurare la massima comodità del paziente che non deve più andare a cercare il centro vaccinale di competenza sul territorio. “Pensiamo ad esempio ai pazienti anziani che non hanno dimestichezza con le nuove tecnologie web e fanno fatica a rintracciare il centro a cui rivolgersi – indica Maurizio Orso, Responsabile del Centro Vaccinale di Niguarda – avranno la comodità di poter essere sottoposti alla copertura vaccinale qui in ospedale dove avvengono le visite specialistiche. L’immunizzazione effettuata in ospedale sarà quindi registrata nell’anagrafe vaccinale del paziente come se fosse avvenuta in un centro vaccinale sul territorio”.
 
Più comodità e più confronto tra gli specialisti curanti e professionisti dell’ambito vaccinale, l’iniziativa di Niguarda si muove in questa direzione. “Ecco perché – commenta Marco Bosio, Direttore Generale di Niguarda – è fondamentale che clinici e specialisti della vaccinazione lavorino insieme su un programma di immunizzazione integrato e cogestito, con l’obiettivo di una presa in carico globale dei pazienti fragili, con evidenti vantaggi sia per la persona malata che per il medico. Nella fascia adulta rimane una priorità ancora ad oggi il potenziamento delle coperture per pneumococco, varicella e morbillo”.   
 
Una via già percorsa a Niguarda con un precedente programma, ancora in corso, riservato alla vaccinazione dei pazienti immunodepressi seguiti presso il centro di Malattie Infettive.
 
L’Assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, sottolinea come “per Regione Lombardia le campagne vaccinali siano una priorità. Il nostro impegno è quello di continuare l’azione di informazione e responsabilizzazione anche delle famiglie, per far capire l’importanza dei vaccini e sgretolare i falsi miti che circolano sulla rete. Ben vengano iniziative del genere che facilitano il ricorso alla vaccinazione”.
 
Per quanto riguarda la gravidanza, anche su questo fronte le vaccinazioni sono un’efficace arma di protezione e la possibilità di sottoporsi alle coperture necessarie lo stesso giorno del controllo ginecologico può favorire il ricorso a questa misura di protezione. Le mamme devono sapere che alcune sono consigliate, altre no. Per tutte le coperture è importantissima la pianificazione. Il “front office” dovrebbe essere il ginecologo. Fin dalla prima visita, nel “pacchetto diagnostico ginecologico” dovrebbe esserci un accertamento sulla copertura vaccinale per queste malattie, per proteggere il neonato e la mamma in caso di future gravidanze.
 
“Per il nascituro costituisce un pericolo molto alto la pertosse – sottolinea Maurizio Orso – se contratta nei primi mesi di vita può essere molto grave o persino mortale e la fonte di infezione è quasi sempre la madre o parenti stretti. Tra quelli raccomandati anche il vaccino antinfluenzale alle donne che all'inizio della stagione epidemica si trovino in gravidanza”.
7 gennaio 2020
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