toggle menu
QS Edizioni - giovedì 25 aprile 2024

Regioni e Asl - Puglia

Coronavirus. Regione Puglia e sindacati firmano l’accordo. Ma la Fials si sgancia: “Non accettiamo le mance”

immagine 28 maggio - l bonus sarà suddiviso in quattro fasce, da 2520 euro lordi per operatori direttamente impegnati nell’epidemia a 1520 per coloro indirettamente coinvolti nell’emergenza, poi una terza fascia da massimo 800 euro e una quarta per 400 euro per le restante categorie di operatori, compresi gli specializzandi. Ma la Fials non firma e chiede misure stabili per premiare i lavoratori: messa a disposizione delle quote del monte salari dell’anno 2018, stabilizzazione dei precari, conclusione delle procedure concorsuali, mobilità interregionale e l’internalizzazione degli autisti del 118 nelle Sanitaservice. IL VERBALE DI CONFRONTO
È stato siglato questa notte l’accordo tra Regione Puglia e sindacati per il bonus a favore di tutti gli operatori della sanità pugliese impegnati nell’emergenza Covid 19. "Per i due mesi di lavoro instancabile e complicato, dal 15 marzo al 15 maggio, le buste paga dei lavoratori della sanità pugliese saranno più sostanziose”, commenta il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano in una nota. Sono a disposizione, spiega la nota, “29 milioni di euro rinvenienti dai decreti Cura Italia e Rilancio, oltre che da 6 milioni di euro di risorse regionali”.

“Il meccanismo individuato - spiega il direttore del dipartimento regionale Politiche per la salute Vito Montanaro - punta a premiare chi ha lavorato in questi mesi difficili. Il riconoscimento economico sarà erogato esclusivamente in base ai turni di effettivo servizio, oltre ai sanitari che hanno contratto il virus e sono stati posti in quarantena. La Regione provvederà inoltre con le proprie risorse a garantire un riconoscimento a quella parte del sistema sanitario esterna rispetto alla dipendenza, ma che è stata pienamente coinvolta dall’emergenza, come medici e lavoratori dipendenti del 118 o i lavoratori delle sanità service e gli specializzandi  che hanno operato in reparti covid”.

“Abbiamo fatto un lavoro molto importante – sottolinea Montanaro – con tutti i sindacati che hanno sottoscritto l’intesa. Stiamo parlando di una cifra tra le più alte in Italia e questo ci fa estremamente piacere. È un modo per ringraziare tutti coloro che in questi due mesi hanno sacrificato la loro vita, con turni massacranti, a volte non tornando neanche a casa, incuranti del pericolo del contagio”.

Il consigliere del presidente Domenico De Santis spiega il meccanismo del riparto del bonus: “Il bonus sarà suddiviso in quattro fasce, la prima di coloro i quali sono stati direttamente impegnati nell'epidemia(reparti malattie infettive, pneumologia, emergenza, anestesia e rianimazione etc etc), ai quali andrà un riconoscimento di 63 euro a giornata lavorativa per un massimo di venti giornate lavorative. Per due mesi quindi la cifra è pari a 2 mila 520 euro lordi. Poi ci sarà una seconda fascia, coloro cioè che sono stati indirettamente coinvolti nell’emergenza (ostetricia, dialisi, unità operativa cure palliative etc etc) che avranno un bonus 37 euro per massimo 20 giornate lavorative. La cifra può andare fino a 1520 euro lordi. Poi ci sarà una terza fascia che riceverà fino ad un massimo di 800 euro lordi, cioè 20 euro a giornata sempre per un massimo di 20 giornate lavorative in un mese. Infine c'è una quarta fascia di 10 euro a giornata lavorativa per massimo 20 giornate lavorative per due mesi, quindi di 400 euro complessivi, per tutto il resto del personale che ha lavorato in questi due mesi”.
 
L'ok all'accordo è arrivato, però, senza la firma della Fials, che chiede non bonus per due mesi, ma misure stabili che rappresentino un vero segnale di riconoscenza la parte della Regione. “La Regione Puglia nonostante proclami che il SSR pugliese performance estremamente positive tali da portarla nel gruppo di testa delle Regioni italiane per erogazione dei livelli essenziali di assistenza e l’uscita di fatto dal piano di rientro, non aggiunge un euro alle risorse statali per compensare il rischio che continuano a correre le migliaia di dipendenti degli Enti e Aziende della sanità pugliese, chiamati a fronteggiare un’emergenza a ‘mani nude’ troppo spesso con carenza di dispositivi di protezione individuale quando va bene o con materiali addirittura inidonei”, afferma in una nota Massimo Mincuzzi, Segretario Generale Fials Puglia.

“La FIALS dice NO alle ‘mance’”, prosegue Mincuzzi spiegando, nella nota, che la questione verte intorno le quote pari al 2% del monte salari dell’anno 2018. “A metà strada della vigenza del Patto per la salute 2019/2021 sottoscritto da tutte le Regioni, nonostante le reiterate richieste della Fials, sin dallo scorso mese di aprile e quindi prima dell’apertura del confronto Regione/Sindacati, la Regione Puglia non ha inteso mettere a disposizione del S.S.R. le quote pari al 2% del monte salari dell’anno 2018 pari a oltre 29 milioni di euro”, spiega.
 
“Quelle risorse - evidenzia la Fials -, a differenza del “bonus”, che rammentiamo sarà erogato solo per due mesi (dal 15 marzo al 15 maggio 2020), sono risorse stabili per i fondi contrattuali dei lavoratori della sanità, che breve risulteranno prosciugati, mettendo in discussione la retribuzione del c.d. “salario accessorio” come il semplice pagamento delle indennità contrattuali come quelle di turno, rischio malattie infettive, incarichi di funzione, etc. etc”.

Il sindacato si dice convinto del fatto che “tutto il personale dipendente del sistema sanitario pugliese abbia bisogno di risorse stabili e non di bonus una tantum, per la sua valorizzazione, continueremo la nostra battaglia per avere tutti gli incrementi previsti dal Patto per la salute, che ha già stanziato anche un incremento del 10% + 5% dell’assegnazione del Fondo Sanitario Regionale”.  

La Fials Puglia fa quindi sapere di avere già convocato per lunedì 1 giugno 2020 tutto il gruppo dirigente regionale, “per mettere in campo da subito una forte azione di mobilitazione dei lavoratori della sanità, a sostegno delle rivendicazioni economiche dei lavoratori del comparto, per la stabilizzazione del personale precario, per la conclusione delle procedure concorsuali, per il rientro in Puglia dei tanti lavoratori che attendono ancora la mobilità interregionale e l’internalizzazione degli autisti del 118 nelle Sanitaservice”.
28 maggio 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata