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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl

Lombardia. Consiglio “riapprova” la riforma. Moratti e Fontana ribadiscono: “Solo rilievi tecnici”

immagine 10 maggio - Le modifiche richieste dal Governo e concordate tra Regione e Ministero sono state inserite nell'articolo 10 del pdl di revisione della normativa ordinamentale 202, approvato oggi. “Ora abbiamo una legge pienamente vigente che ci consente di proseguire l'opera che abbiamo già iniziato di messa a terra della riforma”, ha detto Moratti. “Non c'era neanche di che discutere, si trattava di piccoli aggiustamenti che abbiamo formalizzato”, ha aggiunto Fontana. Ma per Pizzul (Pd) “i problemi restano irrisolti”.
Approvate oggi le correzioni chieste dal Governo alla Riforma sanitaria della Lombardia. “La legge era già operativa”, ma per l’assessore al Welfare, Letizia Moratti, è comunque "una grande soddisfazione perché anche questa volta la maggioranza si è dimostrata coesa”. Il tema della sanità, con le modifiche richieste dal Governo e concordate tra Regione e Ministero in merito al testo della recente riforma sanitaria varata lo scorso novembre, è stato inserito nell'articolo 10 del pdl di revisione della normativa ordinamentale 202, approvato per l'appunto oggi.
 
Tra le novità, il Consiglio regionale in una nota egnala l’estensione della presa in carico anche ai pediatri; l’abrogazione del fondo di telemedicina che comunque verrà istituito su iniziativa della Giunta; il ricollocamento in capo alla Regione dell’accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie demandando alle ATS lo svolgimento della sola istruttoria; la revisione dei termini per la stabilizzazione delle sperimentazioni gestionali; la valorizzazione della figura dell’ottico escludendo quella dell’ottico optometrista; il raccordo del sistema di remunerazione DRG con quello statale; una diminuzione di 100 milioni di euro della norma finanziaria (risorse destinate alla costruzione di case e ospedali di comunità che Regione intende comunque stanziare autonomamente); la norma che prevede che la Commissione regionale individui le candidature più adatte in un numero tra il quadruplo e il quintuplo dei direttori da nominare.

Con la conclusione positiva della vicenda, ha quindi osservato Moratti, “ora abbiamo una legge pienamente vigente che ci consente di proseguire l'opera che abbiamo già iniziato di messa a terra della riforma”. Quelli del Governo, ha poi tenuto a ribadire l’assessore, “sono stati essenzialmente rilievi tecnici”, perché l'esecutivo “ha approvato nel suo complesso la riforma, erano solo necessari degli aggiustamenti”. Nella legge, fa poi sapere Moratti, "abbiamo precisato che abbiamo certezze di risorse (1,2 mld dal Pnrr e 800 milioni dalla Lombardia) e certezze di tempi. Il 40% delle strutture territoriali sarà realizzato nel 2022, un ulteriore 30% nel 2023 e un altro 30% nel 2024. Un raddoppio delle cure domiciliari rispetto all'attuale livello”.

Soddisfazione anche da parte del presidente della Regione, Attilio Fontana. "La maggioranza è sempre stata coesa in questi quattro anni e mezzo, ma mi sembra che in questo caso non ci fosse neanche di che discutere, si trattava di piccoli aggiustamenti alla riforma, che abbiamo formalizzato”, ha detto.

Non tutti, però, sono entusiasti. Per il capogruppo del Pd in Regione Lombardia Fabio Pizzul, “a sei mesi dall'approvazione, la riforma della sanità lombarda ha dovuto essere corretta da un nuovo voto in Aula, e non su aspetti secondari, ma per modifiche sostanziali. Senza queste modifiche, chieste espressamente dal Governo, la riforma sarebbe stata impugnata e rimandata al giudizio della Corte Costituzionale. Tuttavia, i problemi dei lombardi, come la mancanza di medici, i pronto soccorso intasati e le liste d`attesa lunghissime, anche con questa nuova versione non vengono affrontati e risolti”.

Secondo Pizzul, ci troviamo di fronte a “tante parole e tante promesse, ma i problemi rimangono tali e quali. L’impressione è che si tratti solo di una grande finzione per non cambiare nulla e non toccare interessi consolidati: basta pensare alle numerose inaugurazioni di Case della Comunità che, al momento, sono solo gusci vuoti e non offrono i servizi previsti dalla normativa nazionale. La Lombardia vuole i soldi dello Stato e dell’Europa, ma per continuare a farsi gli affari propri”.

"Le correzioni - conclude Pizzul nella nota - sono state rese necessarie dalla richiesta del Governo di armonizzare la riforma Fontana-Moratti con le norme nazionali, in particolar modo sulla nomina dei direttori generali, per la quale viene ridotta la discrezionalità della giunta regionale, sul rapporto con la sanità privata e sulle funzioni delle ATS”.
10 maggio 2022
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