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QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Regioni e Asl

Chiede al paziente di indossare la mascherina, infermiera aggredita in provincia di Venezia

di Endrius Salvalaggio
immagine 5 dicembre - L’uomo, 75 anni circa, secondo quanto riferito ha colpito l’infermiera, incinta, con un pugno, causandole 5 giorni di prognosi e uno stato di shock. Opi Venezia: “Incredibile che un adulto abbia avuto tale comportamento nei confronti di un'infermiera poco più che trentenne, fra l’altro in stato interessante”. Cimo Veneto: “Applicare con il massimo rigore la legge dedicata alla violenza contro gli operatori sanitari”. Fimmg Veneto: “Siamo vicini alla dottoressa, sapendo quanto sarà problematico il suo reinserimento nel mondo dell’assistenza e della cura dopo un’esperienza così traumatica”.
È appena passata la Giornata mondiale sulla violenza contro le donne ed ecco che, a distanza di pochissimi giorni, si assiste all’ennesimo atto di aggressione nei confronti di una donna, per l’esattezza una giovane infermiera in gravidanza, colpita con un pugno per avere chiesto ad un paziente di indossare la mascherina. È accaduto la scorsa settimana in un ambulatorio di medicina di gruppo di Mira, in provincia di Venezia.

I dati dicono che un infermiere su tre, circa 130 mila, di cui il 75 per cento donne, ha subito violenza nell'ultimo anno. A questi si sommerebbero 125 mila casi che restano casi sommersi, secondo un recente studio condotto a livello nazionale che ha visto come capofila l'università di Genova. “Il dato del sommerso è ancora più preoccupante delle violenze - dichiara in una nota la presidente dell’Opi di Venezia Marina Bottacin - perché sono gli stessi infermieri a non denunciare per una serie di motivi, primo fra tutti perché temono di non venire ascoltati. Quanto accaduto ci dice, in tutta la sua drammaticità, che gli infermieri sono esausti, demotivati e soprattutto, ci sottolinea, essere venuto meno il rapporto di fiducia con le istituzioni, quelle stesse istituzioni che dovrebbero supportarli". Tornando al caso di Mira, mi ha fatto molta impressione che un signore di 75 anni abbia avuto tale comportamento nei confronti di un'infermiera poco più che trentenne e, fra l’altro, in stato interessante. Alla collega va tutta la mia solidarietà e un forte augurio di guarigione”.

Sulla questione interviene Giovanni Leoni, segretario di Cimo Veneto e presidente Omceo di Venezia, che esprime per all’infermieri a e all’Opi di Venezia la massima solidarietà degli organi che rappresenta, così come al personale diambulatorio e a tutti i pazienti che hanno assistito all’episodio e che, in un momento di debolezza per la loro salute, si sono visti coinvolti in un un’aggressione del genera, mentre non si era ancora spenta l’eco dell’assassinio a colpi di pistola di un cardiologo nel suo ambulatorio in Sicilia pochi giorni fa. “È da applicare con il massimo rigore la legge dedicata alla violenza contro gli operatori sanitari (Legge 113 del 14 agosto 2020) approvata a camere riunite nel 2020”, dichiara Leoni.

Sulla stessa linea Maurizio Scassola, segretario provinciale della Fimmg Veneto, che esprime la sua vicinanza all’infermiera, ai suoi familiari, ai suoi colleghi e a tutto l’Ordine provinciale delle Professioni Infermieristiche di Venezia, “piena solidarietà e vicinanza”. “Auguriamo alla dottoressa una pronta guarigione, pur sapendo quanto sarà problematico il suo reinserimento nel mondo dell’Assistenza e della cura dopo un’esperienza così traumatica e devastante”, conclude Scassola.

Endrius Salvalaggio
5 dicembre 2022
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