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QS Edizioni - mercoledì 19 febbraio 2025

Regioni e Asl

Riforma sanitaria. Sindacati degli infermieri divisi sulla condivisione al disegno di legge    

di Elisabetta Caredda
immagine 20 gennaio - Contro il progetto di riordino del sistema sanitario si sono espressi in Commissione Salute i rappresentanti di Cgil, Uil, Nursind e Nursing Up. A favore invece la Confsal e Fials. Tutte le sigle sindacali hanno concordato sulla necessità di evitare un nuovo accentramento di competenze su Ares e sull’idea di potenziare la medicina territoriale, puntando anche sull’infermiere di famiglia.

Proseguono in commissione consiliare Salute le audizioni dei portatori di interesse sul disegno di legge n.40 della Giunta regionale, successive all’illustrazione della riforma da parte dell’assessore Armando Bartolazzi. Contro il progetto di riordino del sistema sanitario, per quanto si è appreso sulle diverse valutazioni in merito portate durante la seduta del parlamentino mercoledì scorso dai rappresentanti dei sindacati degli infermieri, si sono espressi i rappresentanti di Cgil, Uil, Nursind e Nursing Up. A favore invece la Confsal e Fials.

Dal sommario si apprende che anche in questa occasione, la segretaria della Cgil, Roberta Gessa, come già aveva dichiarato durante la seduta del parlamentino dedicata ai rappresentanti dei sindacati regionali (CGIL, CISL, UIL, UGL, CSS), ha ribadito il no “a una riforma che rischia di avere conseguenze deleterie per tutto il sistema”.

“Secondo la Cgil – si rileva dal resoconto -, è necessario intervenire sulle emergenze in atto, a partire dalla carenza di organici che sta condizionando pesantemente la qualità dei servizi. Gessa ha sottolineato che “L’Ocse indica in 9 infermieri ogni 1.000 pazienti il numero ideale per garantire un sistema efficiente ed in Sardegna la media è di poco superiore a quattro. E’ evidente che così non si può andare avanti”.

“La segretaria della Cgil ha poi invocato maggiori risorse per il comparto che devono essere però messe a disposizione delle Asl prima del varo dei piani triennali del fabbisogno del personale”, ed in proposito ha affermato: “Non è vero che non ci sono risorse. La Regione ha 3 miliardi di residui passivi, possibile che una parte non possa essere riprogrammata per la Sanità?”.

Ancora, “sulla necessità di potenziare gli organici e procedere alle stabilizzazioni degli infermieri precari hanno insistito anche Fabrizio Anedda (Nursind) e Marino Vargiu (Nursing Up). Secondo Anedda, occorre rivedere il sistema di reclutamento che non deve essere riferito alle macro-strutture ma alle singole unità operative. Per Vargiu, è necessario un piano straordinario di assunzioni per far fronte alle gravissime carenze di organici, e sottolinea: “Un occhio di riguardo deve essere riservato all’emergenza-urgenza dove gli infermieri e tutto il personale sanitario lavorano in condizioni di stress continuo”.

Sulla stessa linea anche Massimo Marceddu (Uil): “Sarebbe un errore tragico pensare di istituire i nuovi Centri di Assistenza e Urgenza (Cau) utilizzando il personale delle Asl. Servono nuovi infermieri da assegnare esclusivamente a quel servizio”.

“A favore della riforma – si apprende sempre dal sommario - si sono invece espresse Loredana Scanu (Confsal) e Anna Secci (Fisal) che hanno invitato la Giunta e la Commissione ad andare avanti anche con il commissariamento dei direttori generali delle Asl: “Serve un’inversione di rotta – hanno detto – chi ha lavorato male vada a casa”.

“Tutte le sigle sindacali hanno concordato sulla necessità di evitare un nuovo accentramento di competenze su Ares e sulla idea di potenziare la medicina territoriale che però deve tener conto della situazione esistente con l’individuazione dei correttivi. Tra questi una novità importante per l’assistenza dei pazienti potrebbe essere rappresentata dall’infermiere di famiglia, una nuova figura in grado di alzare il livello di qualità dei servizi”.

“Nel corso della seduta, i consiglieri di opposizione Alice Aroni (Misto) e Corrado Meloni (FdI) hanno ribadito il loro disappunto per la decisione della Commissione di procedere con le audizioni su un testo, il D.L. n.40, ormai superato: “La Giunta ha annunciato un maxiemendamento che modifica integralmente il provvedimento - hanno detto i due esponenti della minoranza - non capiamo perché si perda tempo anziché aspettare il testo definitivo su cui discutere. Ai consiglieri ha replicato la presidente della Commissione Carla Fundoni: “Il modo di procedere è quello corretto. La Commissione valuta i documenti depositati. Il nostro è un lavoro di ascolto per individuare le migliori soluzioni da inserire in legge”.

Elisabetta Caredda
20 gennaio 2025
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