È la volta dell’Università di Cagliari ad esporsi sulla riforma sanitaria. A confrontarsi il 21 gennaio sul tema nella VI Commissione Salute, il rettore di UNICA,
Francesco Mola, che coadiuvato per alcuni approfondimenti dal direttore dell’Ateneo, Aldo Urru, “ha esposto criticità e proposte operative, ad incominciare dall’invito a favorire una migliore collaborazione tra Università e sanità regionale”.
“È stato sottolineato – si apprende dal resoconto - che l'Università di Cagliari non intende competere con le strutture sanitarie esistenti, ma piuttosto contribuire alla formazione di personale sanitario qualificato. Il Rettore ha ribadito che non vi è alcun intento di "cannibalizzare" le strutture ospedaliere, ma di creare sinergie per migliorare i servizi e la formazione. Grande parte dell’intervento del Magnifico si è concentrato proprio sui temi della formazione e dell’accreditamento delle scuole di specializzazione, evidenziando come i requisiti stringenti imposti dal ministero per il mantenimento e l'accreditamento delle scuole di specializzazione, rappresentino crescenti difficoltà in ordine alla mancanza di determinati requisiti nelle strutture di sede, per quanto attiene specifici volumi di attività o prestazioni specialistiche”.
Il Professor Mola ha osservato che “L’Aou di Cagliari presenta un numero ridotto di posti letto e di volumi di attività che non permettono una crescita del potenziale formativo e quindi, di conseguenza, dell’offerta di professionisti sanitari al servizio sanitario regionale (“molte scuole di specializzazione sono in sofferenza e rischiano di non avere l’accreditamento”); da qui l’esigenza di accrescere dimensioni e volumi (per poter aumentare studenti e specializzandi) con la proposta della fusione con l’Arnas Brotzu che permetterebbe la riapertura di tutte le scuole di specializzazione e l’aumento dei posti attualmente disponibili”.
“Sollecitato anche dall’intervento del consigliere Peru (Sardegna 20Venti), il professore Mola ha rimarcato l’inopportunità del perdurare del dualismo medici universitari e non universitari ipotizzando l’accorpamento di alcune strutture in un unico soggetto giuridico per sommare i volumi assistenziali, garantendo al contempo il mantenimento delle direzioni sanitarie esistenti (“la competizione tra universitari e ospedalieri deve essere superata e serve bilanciare le direzioni tra ospedalieri e universitari per garantire opportunità di crescita a tutti i professionisti”). Nel rimarcare l’auspicio “per una distribuzione delle risorse in modo equo e strategico”, il rettore, in riferimento al quesito posto dal consigliere Agus (Progressisti) ha sottolineato l’urgenza di incrementare quelle per scienze infermieristiche al fine di soddisfare la crescente domanda di personale”.
Elisabetta Caredda