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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl

Ex Ilva. Rischio cancerogeno sopra la soglia nel quartiere Tamburi, nonostante si produca solo la metà dell’acciaio autorizzato

immagine 24 ottobre - Lo studio dei ricercatori di Arpa Puglia ed Emilia Romagna, Aress Puglia,  ASL di Taranto e Brindisi e  dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio stima gli impatti sulla salute nello scenario pre-AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) e post AIA. I decessi attribuibili ogni anno alle emissioni industriali sono diminuiti sia a Brindisi che a Taranto, ma a Taranto, e in particolare nel quartiere Tamburi, le stime di rischoi di tumore al polmone sono superiori alla soglia di accettabilità (1 su 10.000) sia nel 2010 (2,6x10.000) che nel 2012 (1,1x10.000) e nel 2015 (1x10.000), nonostante la produzione pari a 4,7 milioni di tonnellate di acciaio rispetto agli 8 milioni autorizzati. LO STUDIO e IL MATERIALE SUPPLEMENTARE
La rivista “Epidemiologia & Prevenzione”, in concomitanza con l’apertura del convegno dell'Associazione italiana di epidemiologia (Catania, 23-25 ottobre), ha reso noti i risultati di un nuovo studio su L’impatto ambientale e sanitario delle emissioni dell’impianto siderurgico di Taranto e della centrale termoelettrica di Brindisi, condotto da ricercatori dell’Arpa Puglia ed Emilia Romagna, dell’Aress Puglia, delle ASL di Taranto e Brindisi e del dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio.

Lo studio stima gli impatti ambientali e sanitari associati all’esposizione a PM2,5 originato dalle emissioni dell’ex ILVA di Taranto e della Centrale ENEL di Brindisi.

In queste due aree fortemente caratterizzate dalla presenza di impianti inquinanti è stata realizzata per la prima volta una Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS) con approccio epidemiologico su tre scenari emissivi.

Tre scenari per Taranto:
2010: situazione reale pre-AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), 
2012: emissioni simulate secondo AIA rilasciata in quell’anno; 
2015: situazione emissiva reale, in corso di adeguamento all’AIA attualmente in vigore.

Tre scenari per Brindisi:
2004, 2010: situazioni emissive reali, ricostruite a partire da dati misurati (per le emissioni convogliate) e stimati (per le emissioni diffuse), e 2017: quadro emissivo autorizzato dall’ultimo decreto di riesame dell’AIA di ENEL.

Lo studio stima il numero di decessi per cause naturali, malattie cardiovascolari e respiratorie, e per tumore del polmone attribuibili all’esposizione alle emissioni industriali. 
Stima anche l’incremento di rischio per tumore del polmone per le persone esposte a tali emissioni nel corso della vita (ILCR - Incremental lifetime cumulative risks) e applica una metodologia per la formulazione di un giudizio di accettabilità del rischio (valore di riferimento per la accettabilità del rischio: 1 caso su 10.000, oltre questo valore occorre intervenire).

“Questa valutazione integrata di impatto ambiente e sanitario (VIIAS) - spiegano i ricercatori in una nota - ha confermato i risultati delle Valutazioni del Danno Sanitario (VDS) già condotte in precedenza in queste aree e aggiunge nuove importanti conoscenze: si stima una riduzione dell’impatto sanitario dallo scenario pre-AIA rispetto a quello post-AIA sia a Taranto sia a Brindisi: nei 3 scenari indagati a Taranto i decessi attribuibili ogni anno alle emissioni industriali passano da 28, a 18 a 5; a Brindisi passano da 3,8 a 1,5 a 1,6 (vd. tab. 2 articolo allegato). Ma mentre a Brindisi le stime dei rischi di tumore al polmone (ILCR) sono sotto il limite di riferimento (compresi tra 1x1.000.000 e 4x100.000), a Taranto nel quartiere Tamburi si osservano ILCR superiori a 1x10.000 non solo nel 2010 e nel 2012, ma anche nello scenario 2015, nonostante una produzione di acciaio di soli 4,7 milioni di tonnellate (l’AIA ne autorizza 8 milioni).

“Il superamento di questa soglia indica che è necessario adottare ulteriori interventi di protezione della salute - dichiara Lucia Bisceglia, epidemiologa dell’AReSS Puglia e vicepresidente dell’AIE -. I risultati delle nostre valutazioni indicano la necessità di incrementare i livelli di tutela già da subito e richiedono di accelerare l’attuazione degli interventi di ambientalizzazione previsti entro il 2023, soprattutto per i residenti al quartiere Tamburi”.

“Questo articolo è una pietra miliare anche da un punto di vista metodologico - spiega Francesco Forastiere, direttore scientifico della rivista “Epidemiologia e Prevenzione” - perché coniuga la grande professionalità sulle emissioni e sui modelli di dispersione propria del Sistema di protezione ambientale regionale della Puglia con le capacità tecniche dell’Epidemiologia italiana, forte di esperienze internazionali (INTARESE) e nazionali (SESPIR, VIIAS); un bell’esempio di integrazione ambiente e salute in grado di mettere nuova conoscenza scientifica al servizio di chi deve prendere decisioni per la tutela della salute dei cittadini”.
24 ottobre 2019
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