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QS Edizioni - sabato 20 aprile 2024

Regioni e Asl - Sardegna

Ospedale S. Marcellino di Muravera. Nieddu rassicura: “Non chiuderà”

di Elisabetta Caredda
immagine 5 settembre - L'assessore ha incontrato ieri i sindaci e gli amministratori del distretto sanitario Sarrabus Gerrei: “Non abbiamo intenzione di chiudere il San Marcellino, né tanto meno vogliamo depotenziarlo. Dobbiamo far in modo che i servizi erogati oggi siano garantiti, mantenuti e anche implementati. Per consentire ciò stiamo per bandire ben 67 concorsi per la dirigenza del comparto sanitario”, ha detto. Critiche per l’incontro a porte chiuse dal Movimento “Salviamo l'Ospedale San Marcellino” che chiede una riunione pubblica con Nieddu e la Commissione sanità.
“Non abbiamo intenzione di chiudere il San Marcellino, né tanto meno vogliamo depotenziarlo. Una struttura valida. Tra i presidi periferici della Sardegna è sicuramente uno dei migliori, dal punto di vista edilizio, organizzativo e della struttura”. Lo ha dichiarato l’Assessore regionale per la Sanità Mario Nieddu durante l’incontro che si è tenuto nella giornata di ieri, mercoledì 4 settembre 2019, insieme con i sindaci e gli amministratori del distretto sanitario Sarrabus Gerrei nell’aula consiliare del Comune di Muravera, al termine di un sopralluogo all’ospedale della città. Presenti inoltre tra i consiglieri regionali, gli onorevoli Roberto Caredda, Giorgio Oppi, Fausto Piga e Stefano Schirru, e il deputato sardo Guido De Martini, componente della commissione Sanità della Camera.

“Non abbiamo che da riempirlo di contenuti, ossia far fronte alle carenze croniche di personale – spiega l’Assessore –, è un territorio che sconta già problemi di difficoltà di collegamento, che durante l’estate ha da affrontare l’invasione di turisti che mette a dura prova la stessa struttura: dobbiamo quindi sicuramente far in modo che i servizi erogati oggi al San Marcellino siano garantiti, mantenuti e anche implementati. Per consentire ciò stiamo per bandire ben 67 concorsi  per medici e operatori del comparto sanitario che andranno a dare una prima risposta alla cronica carenza di organico nei presidi dell'isola, e poi con la riforma complessiva del sistema socio-sanitario della rete rete ospedaliera e territoriale, completeremo ovviamente il percorso”.

"Il San Marcellino, così come altri presidi territoriali dell'isola – sottolinea l'esponente della Giunta Solinas -, sconta il peso di una politica che per aderire al DM. 70, ha tagliato i servizi e abbandonato le strutture periferiche a una lenta agonia. La riforma partirà dal superamento del modello fondato sull'Ats e si completerà con ciò che metteremo insieme attraverso gli Stati generali della Salute, che partiranno in autunno e avranno il preciso compito di coinvolgere i territori in questo delicato, ma indispensabile processo per il futuro della sanità della Sardegna”.

Nel corso del confronto, il Sindaco di Muravera e presidente dell'Unione dei Comuni del Sarrabus, Marco Falchi, ha tenuto a ribadire: “Sono d’accordo sul fatto che abbiamo un gioiello di struttura, sono stati spesi circa sei milioni e mezzo per ristrutturarlo, però questo purtroppo non è bastato. Ragion per cui, con la nuova amministrazione della Regione, stiamo cercando di ripassare un certo tipo di percorso e di trovare delle sponde definitive che ci possano permettere di avere un ospedale che possa definirsi tale. In tutti i tavoli tecnici che abbiamo partecipato – continua il sindaco -, abbiamo sottolineato che il territorio, oltre a contare una popolazione di circa trenta mila abitanti, ha un’importante afflusso turistico e assieme a Villasimius, Castiadas, Villaputzu e San Vito, siamo i primi in Sardegna per numero di presenze. Possiamo contare circa quasi due milioni di presenze estive e certificate”.

“L’ospedale chiaramente – precisa Falchi, per una zona che ha una vocazione turistica, quindi industriale così importante, ha anche una importanza strategica enorme sia dal punto di vista sanitario che di sviluppo economico. Mi auguro dunque per davvero che la nuova Giunta abbia la volontà di far si che questo ospedale possa finalmente definirsi tale, e che diventi un ospedale di base, con una medicina, una chirurgia che lavori 24 ore su 24, per sette giorni la settimana, più chiaramente tutto quello che abbiamo”.

L’incontro svoltosi tra i sindaci e l’Assessore non è stato però aperto ai cittadini e alle Associazioni di rappresentanza. Ed ecco che ciò ha suscitato non poco malcontento: “Ebbene sì, non ho potuto presenziare all’incontro nonostante avessi mandato una pec all'Assessore alla sanità chiedendo se potevo partecipare sia come presidente dell'Associazione Obiettivo Sanità Sardegna, sia come coordinatrice del Movimento “Salviamo l'Ospedale San Marcellino” - scrive sulla pagina facebook del Movimento Lidia Todde – presidentessa Associazione Obiettivo Sanità Sardegna.

“Credo che meritassimo di presenziare – continua la presidentessa dell’Associazione - visto che in quasi venti anni siamo stati presenti nel territorio a difesa della salute e attivi per il potenziamento dei servizi nel nostro ospedale e nel territorio. Questi ultimi cinque anni ci hanno visto attivi protagonisti per scongiurare il depotenziamento del nostro ospedale che con la riforma della rete ospedaliera, applicata dal precedente governo regionale, rischia di diventare un ospedale di comunità. Il pericolo non è scongiurato e diffidiamo di coloro che non vogliono far partecipare i cittadini escludendoli dalle politiche sanitarie che ci interessano, in primis perché fruitori dei servizi. Colui che ha organizzato la riunione avrebbe dovuto agire in modo equo, o tutti o nessuno, visto che alcuni hanno partecipato, sicuramente tramite invito personale. Infatti si vede dalle foto che il diktat non era per tutti”.

“Stamattina – aggiunge Todde - ero al poliambulatorio per una visita oculistica quando sono passati e il dott. Marracini, mi ha presentato l'Assessore, al che gli ho detto che gli avevo mandato una pec chiedendo di poter partecipare all'incontro e che lui non mi aveva risposto. Credo che i sarrabesi meritino di essere considerati non come bacino di voti, ma come cittadini consapevoli del loro futuro sanitario. In questo territorio da sempre abbandonato dalla politica e considerati diversi da coloro che decretano le leggi suddividendo i privilegiati in città e i cittadini delle zone periferiche abbandonati e costretti a viaggiare verso altri lidi con enormi spese e spesso impossibilitati a curarsi. Chiediamo pertanto – conclude la coordinatrice del Movimento “Salviamo l'Ospedale San Marcellino”- una riunione pubblica con l'Assessore alla sanità e la Commissione sanità per aprire un dialogo di confronto”.

Elisabetta Caredda
5 settembre 2019
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