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QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Regioni e Asl - Sardegna

Veterinaria. A Cagliari un corso sui diritti degli animali da allevamento

di Elisabetta Caredda
immagine 13 settembre - La Struttura Complessa della Formazione e Ricerca dell’ ATS Sardegna promuove un corso-convegno dal titolo “Diritti animali 2.0 – Sardegna cruelty free”, che si svolgerà lunedì 16 settembre 2019 nella città di Cagliari. Gianni Salis, direttore della struttura: “In Sardegna fortunatamente il principale allevamento, quello ovi-caprino, viene praticato con il metodo semibrado, che permette agli animali una migliore condizione di benessere. Tuttavia restano da migliorare gli aspetti relativi al trasporto e alla macellazione”.
La Struttura Complessa della Formazione e Ricerca dell’ ATS Sardegna promuove una riflessione critica sui diritti animali, sul rispetto dell'ambiente, dell'etologia e del benessere degli animali da allevamento, e lo fa attraverso un corso-convegno dal titolo “Diritti animali 2.0 – Sardegna cruelty free”, che si svolgerà lunedì 16 settembre 2019 presso la sala convegni dell’hotel Holiday Inn a Cagliari.

Il corso si propone di delineare un quadro generale su quelli che possono essere i possibili sviluppi futuri dell'allevamento degli animali con metodi che ne favoriscano il benessere fisico e psichico, con particolare riguardo alla Sardegna.

Il Direttore della suddetta struttura ATS, il dott. Gianni Salis, laureato in giurisprudenza e in veterinaria, con una significativa esperienza nella lotta contro la Peste suina africana, ed a fine agosto coinvolto anche nell’edizione 2019 del Festival della Bioetica tenutosi a Santa Margherita Ligure, risponde ad alcune nostre domande.

Come mai ha pensato di intitolare il convegno/corso "Sardegna cruelty free", dalla sua esperienza ritiene frequente in Sardegna la crudeltà verso gli animali?
Il convegno si propone di sviluppare una riflessione critica sui diritti animali e sulle reali condizioni di benessere degli animali da allevamento.  In tutto il mondo si è sviluppato l'allevamento intensivo, che provoca negli animali notevole sofferenza in quanto non vengono rispettate le primarie esigenze etologiche degli animali. In Sardegna fortunatamente il principale allevamento, quello ovi-caprino, viene praticato con il metodo semibrado, che permette agli animali senz'altro una migliore condizione di benessere. Tuttavia anche per questi animali  restano da migliorare gli aspetti relativi al trasporto e alla macellazione. Le condizioni di allevamento intensivo delle altre specie da reddito sono completamente simili a quelle degli allevamenti intensivi del resto d'Italia e del mondo.

L'organizzazione del corso ha un qualche coinvolgimento con il Festival di Bioetica 2019 al quale ha partecipato? Quali nuovi spunti ha avuto modo lì di cogliere?
Anche nel festival di bioetica di Santa Margherita Ligure si sono trattati i temi dei diritti animali in una prospettiva futura, che colgono un nesso molto forte con lo sviluppo della tecnologia e con la protezione dell'ambiente.

Quali metodi di allevamento intensivo degli animali, eventualmente con degli esempi, ritiene dannosi nel rispetto del loro benessere? In che modo vanno ad interagire sull'ambiente e sull'etologia?
Tenere una scrofa in metro e mezzo quadrato o una gallina in uno spazio grande quando un foglio di carta A4 è evidentemente una modalità di allevamento che, sebbene lecita, non potrà mai assicurare il benessere di quegli animali. I danni provocati all'ambiente dagli allevamenti intensivi vanno dal consumo abnorme di acqua, all'inquinamento dei fiumi, delle falde acquifere, all'immissione  nell'ambiente di quantità enormi di anidride carbonica e di metano che sono una delle principali cause dell'effetto serra, all'utilizzo sconsiderato di antibiotici.

Quando parla di metodi innovativi che favoriscano il benessere animale in sviluppi futuri, cosa intende ?
Innanzitutto è necessario consumare meno carne, latte e latticini prodotti con latte bovino, sviluppare per quanto possibile l'allevamento biologico, introdurre una legislazione che assicuri metodi di trasporto e di macellazione meno stressanti a e che riducano le sofferenze e lo stress degli animali.
 
Elisabetta Caredda
13 settembre 2019
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