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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Infarto del miocardio. Un batterio intestinale responsabile della formazione di trombi nel sangue

immagine 14 gennaio - Una ricerca italiana mostra per la prima volta come, un batterio di origine prevalentemente intestinale, l'Escherichia Coli, possa giocare un ruolo nella formazione di trombi nel sangue. Lo studio è stato condotto da un team guidato da Francesco Violi, Direttore della I Clinica Medica del Policlinico universitario Umberto I di Roma.
Le malattie cardiovascolari, che includono infarto del miocardio e ictus, sono le principali cause di morbilità e mortalità nel nostro Paese. Ogni anno più di 100.000 italiani sono colpiti da queste due malattie con un aggravio economico e sociale per le famiglie e lo Stato. La maggior parte degli infarti si verifica a causa della formazione di un coagulo di sangue (trombo) che va a ostruire una o più arterie coronarie, ma i meccanismi che ne sono alla base non sono stati completamente chiariti.

Il gruppo di ricerca composto da cardiologi, cardiologi interventisti, anatomopatologi, patologi clinici e biologi, ha messo in luce per la prima volta il ruolo svolto da Escherichia Coli, un batterio intestinale, nella formazione di coaguli di sangue. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista European Heart Journal.
I ricercatori hanno analizzato l’attivazione piastrinica e la concentrazione di capsula batterica nei trombi di 50 pazienti colpiti da infarto e l’hanno confrontata con quella di 50 pazienti con angina stabile e di 50 soggetti di controllo. I pazienti colpiti da infarto presentavano una concentrazione di batteri significativamente più importante rispetto a quella degli altri due gruppi. Il batterio E.Coli che circolava nel sangue dei pazienti era di origine intestinale.

A cosa era dovuta la presenza dei batteri intestinali nel sangue? Per scoprirlo gli autori hanno analizzato la permeabilità intestinale dei soggetti con infarto, e hanno osservato un’alterazione della permeabilità rispetto ai soggetti di controllo. Probabilmente a causa di questa maggiore permeabilità, i batteri sono entrati in circolo nel sangue dove hanno favorito lo sviluppo di trombi.

Per verificare le proprietà trombotiche di E.Coli i ricercatori hanno condotto uno studio sperimentale sui topi, nei quali hanno iniettato il batterio. Tale iniezione è stata effettivamente associata a una maggiore trombosi dell'arteria e all'attivazione piastrinica.

Gli autori hanno infine scoperto attraverso quali molecole avviene l’interazione tra il batterio e le cellule del sangue: “Un glicolipide della capsula batterica (LPS) lega un recettore, il Toll-like receptor 4 presente sulla superficie di piastrine e leucociti e in questo modo facilita la trombosi”, ha spiegato Violi. L’inibizione specifica di questo legame, nei topi, inibisce anche il processo trombotico.

I ricercatori non escludono la presenza di altri batteri intestinali che svolgano un ruolo nell’innescare la trombosi.

I risultati della ricerca, ha commentato Violi, “oltre ad aver definito un nuovo meccanismo che favorisce l'infarto, aprono nuove prospettive terapeutiche per la sua cura che prevedono o l'uso della molecola individuata nei casi acuti o lo sviluppo di un vaccino che prevenga il processo di trombosi delle coronarie".
14 gennaio 2020
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