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QS Edizioni - mercoledì 19 febbraio 2025

Studi e Analisi

Sempre meno giovani vogliono fare il medico o l’infermiere. Dagli stipendi alle condizioni di lavoro, le ricette Ocse per invertire la rotta

di L.F.
immagine 30 gennaio - In un paper l’Organizzazione internazionale si focalizza sul calo d’interesse dei giovani per le professioni sanitarie che ha riguardato negli ultimi metà dei Paesi aderenti. “La pandemia di COVID-19, nonostante abbia esaltato il ruolo essenziale degli operatori sanitari, ha anche messo in evidenza le difficili condizioni lavorative, lo stress elevato e le retribuzioni non sempre adeguate, scoraggiando molti giovani dall'intraprendere tali carriere”. IL RAPPORTO

La crisi sanitaria globale degli ultimi anni ha messo in luce l'importanza cruciale del personale sanitario, ma ha anche evidenziato le sfide legate all'attrattività delle professioni sanitarie per le nuove generazioni. In un nuovo rapporto l’OCSE analizza le aspirazioni di carriera dei giovani nel settore sanitario, con particolare attenzione alle professioni mediche e infermieristiche, utilizzando dati provenienti da indagini e altre fonti nazionali.

Uno dei punti principali emersi è il calo dell'interesse dei giovani verso le carriere sanitarie, un fenomeno osservato in metà dei paesi OCSE tra il 2018 e il 2022. La pandemia di COVID-19, nonostante abbia esaltato il ruolo essenziale degli operatori sanitari, ha anche messo in evidenza le difficili condizioni lavorative, lo stress elevato e le retribuzioni non sempre adeguate, scoraggiando molti giovani dall'intraprendere tali carriere.

In Italia, il numero di accesso ai programmi di formazione infermieristica è diminuito per esempio del 20% tra il 2019 e il 2022, passando da circa 30.000 a 24.000 candidature annuali. Questo calo riflette le sfide percepite dai giovani rispetto alle condizioni di lavoro nel settore, nonostante l'incremento della capacità formativa per soddisfare una domanda crescente di personale sanitario. Ad esempio, il numero di posti disponibili per i corsi di laurea in infermieristica è aumentato del 15% nello stesso periodo, senza però riuscire a colmare la riduzione delle candidature.

I dati mostrano un aumento generale nel numero di laureati in medicina e infermieristica, con differenze tra paesi. Tuttavia, l'espansione della capacità formativa rischia di essere inefficace se non accompagnata da un adeguato numero di candidati motivati e qualificati. In Italia, il numero di laureati in infermieristica è cresciuto del 12% tra il 2015 e il 2022, raggiungendo quota 18.500 laureati nel 2022. Per quanto riguarda i medici, il numero di laureati è passato da 8.000 nel 2015 a circa 9.600 nel 2022, con un incremento del 20%.

Un caso significativo è quello dell’infermieristica, dove paesi come la Francia hanno registrato un forte aumento delle domande grazie a piattaforme di selezione centralizzate come “Parcoursup”. In Italia, invece, il trend è stato inverso, con un calo significativo delle candidature dal 2019 in poi. Nel 2022, il tasso di occupazione degli infermieri neolaureati in Italia è stato del 92%, un dato positivo ma che evidenzia anche una carenza strutturale di personale nel settore.

Un tema ricorrente è la persistente disparità di genere nelle aspirazioni di carriera. Le ragazze mostrano un interesse significativamente maggiore rispetto ai ragazzi sia per la medicina che per l'infermieristica, con una sfida particolare nel coinvolgere più uomini nelle professioni infermieristiche. Questa tendenza, comune in molti paesi OCSE e non OCSE, rappresenta un ostacolo per la diversificazione del settore sanitario.

Anche in Italia, le professioni infermieristiche sono dominate da donne, con una percentuale femminile che supera l’80% tra gli studenti di infermieristica. Nel 2022, solo il 18% degli iscritti ai corsi di laurea in infermieristica era di sesso maschile. Questo scenario richiede interventi mirati per attrarre una popolazione più diversificata verso queste carriere.

Per affrontare la crisi di personale sanitario, il rapporto suggerisce di:

  • Migliorare le condizioni di lavoro e le retribuzioni per rendere le professioni sanitarie più attrattive.
  • Promuovere l'equità di genere attraverso campagne mirate.
  • Investire in strategie di lungo periodo per attrarre giovani al settore, iniziando dalle scuole superiori e migliorando i percorsi di orientamento professionale.

In Italia, diventa per l’Ocse cruciale garantire un adeguato sostegno ai giovani interessati alle carriere sanitarie, migliorando la percezione di queste professioni attraverso iniziative di sensibilizzazione e programmi educativi. Ad esempio, incentivi economici per gli studenti e programmi di mentorship potrebbero aiutare ad attrarre un maggior numero di candidati qualificati.

“Prevenire future carenze di personale sanitario – sottolinea il report - richiede un'azione coordinata tra governi, istituzioni educative e settore sanitario. Rendere le professioni sanitarie più accessibili e attrattive per i giovani è fondamentale per garantire una forza lavoro resiliente e preparata per le sfide future. In particolare, per l’Italia, affrontare il calo delle candidature ai programmi di formazione e incentivare una maggiore partecipazione maschile è essenziale per il successo a lungo termine del settore sanitario”.

30 gennaio 2025
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