toggle menu
QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lettere al Direttore - Toscana

Infermieri. Quanta cattiveria contro il presidente Massai

di Marcella Gostinelli

Gentile Direttore,
le scrivo per dibattere in modo aperto,  svincolato da qualsiasi imposizione interna o esterna come ho sempre fatto, su di una vicenda che mi ha colpito malamente nell’animo, quella delle dimissioni del Presidente dell’ordine delle professioni sanitarie di FI/PT, Danilo Massai. A lui esprimo la mia vicinanza per la passione e l’impegno  speso per gli infermieri.

Sono rimasta   colpita   dalle  modalità utilizzate, per far dimettere il Presidente Massai, da coloro che sembrano appartenere alla lista   (Ordine cambia stile) che concorreva con quella  uscente alle ultime elezioni per la presidenza dell’Ordine (dicembre 2020). Quella lista   non poté partecipare alle elezioni  perché, sembra, non furono rispettate le regole, nei tempi, per la  presentazione, e si riconfermò la lista guidata da Massai.

Chiamare la lista “Ordine cambia stile” quando le persone che la compongono facevano  parte del “vecchio stile” lascia quanto meno perplessi perché avrebbero potuto cambiare stile nel mentre che vi operavano. Avrebbero potuto denunciare “i misfatti “del Presidente, oggi sguaiatamente, ingiustamente offeso, e chiedergli allora di dimettersi,  rinunciando anche alle loro posizioni. Ma non l’hanno fatto.

Sono pubblicate immagini su you tube, di persone, fuori dall’aula dove avrebbe dovuto tenersi l’assemblea degli iscritti  ad Empoli, che urlano utilizzando aggettivi  inquietanti, esponendo il presidente ed i consiglieri  ad una derisione pubblica.

Tra coloro che urlano ed offendono, si vedono persone della  comunità infermieristica e non solo, con ruoli istituzionali, come quello di professore Universitario,  o di caporedattore di rivista scientifica infermieristica, o di presidente  nella società di infermieri di emergenza territoriale che mai ti aspetteresti di vedere li, senza imbarazzo, malgiudicanti. Per la competenza che dovrebbero portare, ed il ruolo che rivestono, dovrebbero riuscire a capire senza giudicare o senza  credere a  notizie non vere;  sembra, che mai si siano   pubblicamente  dissociate da quell’evento, dando modo quindi di pensare che facessero   fronte compatto, pur non urlando, per ridere distruttivamente, malvagiamente, oggi, di un Presidente di Ordine.

Ricordo, durante la campagna elettorale per la Presidenza dell’Ordine, di aver provato più volte, di fronte ai post sui social, o in articoli di riviste infermieristiche, dove si distorcevano i significati degli eventi, un forte  imbarazzo caratterizzato da vergogna, per frasi e contenuti esposti senza nulla temere, e che non interpretavano  il mio sentimento professionale,  sociale, etico, frutto della mia esperienza dentro l’Ordine;  e  non tanto per la modalità trasgressiva con la quale comunicavano, quanto per la convinzione arrogante di credere di rappresentare  i sentimenti nascosti degli infermieri, attribuendo il valore del bene a quello che sarebbe stato il loro operato futuro; contrapposto al male passat , passato di cui però erano stati parte. E’ un segno dei tempi.

Alcune  considerazioni:
- fra i contenuti ricorrenti nelle manifestazioni di protesta, diffuso quello della  mancata democrazia nell’agire del presidente Massai. La democrazia si compone anche della possibilità di rispettare le regole, la loro fondatezza, il loro rigore, non si compone invece di  dinamiche di gioco stabilite dagli opportunismi di turno. Le regole formali, i regolamenti non possono esistere per essere beffate o strumentalizzate alla bisogna. L’esistenza dentro un’istituzione si conduce non con leggi diverse, non con altri interessi, non con diversi sensi dell’onore, ma soprattutto, se ci si accorge di essere entrati in un labirinto di costrizioni poste da chi conduce il gioco di potere, dobbiamo prenderne il prima possibile le distanze; viceversa si  rischia di dimostrare di essere peggiori di chi  si contesta e quindi non credibili. Da quale pulpito dunque la predica?

- la professione infermieristica è una professione non più giovane, ma ancora immatura e culturalmente povera dei diversi saperi; il sapere prevalente speso,  è quello tecnico scientifico che non è sufficiente per  un professionista che studia l’uomo, per poter utilizzare una razionalità che permetta  autonomia intellettuale e infine per ottenere un potere che consenta il bene della intera categoria, e non solo  di  coloro che sanno stare ai giochi. Colpisce quindi   la scaltrezza, il pensiero mediocre, la debole strategia  politica di chi sembra approfittare di “vuoti d’essere”  di una categoria in crescita, senza preoccuparsi invece di rendere intellettualmente pertinenti le dichiarazioni che diffondono, le parole che utilizzano, la presentazione come veri di fatti non veri. Se tale è il modo, in fase pre-istituzionale, la categoria degli infermieri si rivela già, alla società civile semplice, che ha solo la verità da dire, una categoria di cui diffidare, perché   povera di spiritualità politica, perché, cosi facendo, arreca   offesa, senza  infiniti scrupoli, a  ciò che è sacro (S.Weil 2012): l’uomo  veridico, semplice.

- fra i rivoltosi vi era un gruppo numeroso di infermieri contrari ai vaccini, e non solo perché no vax in assoluto, sui quali sembra sia  stato fatto leva affinché aumentasse il malumore ed il numero degli infermieri rivoltosi. In questo il Presidente ha pagato anche  il prezzo di un decreto (172  del 26 novembre 2021) che ha dato agli ordini provinciali  l’onere di verificare se gli infermieri iscritti erano o no in regola con il ciclo vaccinale, senza null’altro poter accertare e fare e con zero risorse. 

Dico no a questi metodi, lo dico da infermiera indipendente, senza alcun incarico da difendere dentro l’Ordine, e che lo ha criticato anche aspramente tante volte. Il bilancio è attivo, le progettualità e le attività svolte dal Consiglio direttivo sono state tante anche in soccorso degli infermieri di linea e delle loro famiglie in questi anni di pandemia.

Ho fiducia che questa mia lettera aiuti a riflettere chi pensa che così debba andare il mondo.

Le nostre azioni in generale devono tendere per forza a porre fine ad un modo di fare distruttivo, perché cattivo. Abbiamo bisogno di gesti buoni, comunque onesti. E’ così difficile vivere.

Marcella Gostinelli
Direttore Generale RSA_RA Siena

26 luglio 2022
© QS Edizioni - Riproduzione riservata