toggle menu
QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lavoro e Professioni - Veneto

Carenza medici. Le delibere del Veneto comportano più rischi che benefici

di Annalisa Bettin
immagine 29 agosto - Il tentativo di soluzione della Regione Veneto di assumere Medici senza la specializzazione ma solo previo un corso ad hoc di due mesi, appare un rimedio che rischia di essere peggio del male per molteplici motivi: preclusione di carriera, inquadramento contrattuale “atipico” , problematiche di copertura assicurativa
In Italia mancano i Medici. Spessissimo questa infelice notizia è sulle prime pagine dei giornali. La conseguenza di questa carenza è sulla pelle dei Pazienti in primis e sugli altri Medici che rimangono a svolgere la propria professione, sempre più soli, sempre più isolati, sempre più denigrati, sempre più investiti di ruoli di tipo burocratico ed amministrativo che distolgono l’attenzione dalla propria attività intellettuale e sono causa di grandissimo stress.

Carichi di lavoro ossessivi, turni improponibili e massacranti, burocrazia mastodontica e in costante ed insopprimibile ascesa, standard e performances improponibili con la carenza cronica di personale, costituiscono più di un motivo per comprendere la disaffezione dei medici italiani al SS pubblico; medici che invece sono richiestissimi e adeguatamente considerati negli altri Paesi europei e non solo.

I medici se ne vanno dal SSN utilizzando sia pensionamenti anticipati, sia aspettative di mesi, sia autolicenziamenti senza aver raggiunto la pensione, mentre i concorsi per le nuove assunzioni vanno quasi deserti anche in una regione come il Veneto considerata tra le più performanti, dove ora si assiste al paradosso che Medici esperti con grande professionalità ed esperienza, chiedono di essere sottomansionati rinunciando al ruolo di Primario.

In questo scenario il tentativo di soluzione della Regione Veneto di assumere Medici senza la specializzazione ma solo previo un corso ad hoc di due mesi, appare un rimedio che rischia di essere peggio del male per molteplici motivi: preclusione di carriera, inquadramento contrattuale “atipico” , problematiche di copertura assicurativa.

La classifica Blomberg 2018 (Q.S. 20 settembre 2018) ha posto la Sanità Italiana al quarto posto nel Mondo per efficienza dopo Honk Kong, Singapore e Spagna; il Regno Unito invece è al 35° posto, uscito dalla top ten Europea.
Sempre secondo Blomberg, in un’altra classifica, l’Italia è prima al Mondo per popolazione sana.

Ciò nonostante in Italia si assiste ad una delegittimazione costante della professione Medica, con aumento delle aggressioni verbali e a volte anche fisiche da parte dei pazienti, denunce spessissimo immotivate o le cui cause sono da ricercarsi in inefficienze di tipo organizzativo e nell’eccesso di burocrazia.

In questa spirale al massacro i Medici Donne sono ancor maggiormente esposte per molteplici ragioni, perché considerate più vulnerabili, meno attrezzate psicologicamente e anche fisicamente al conflitto, o semplicemente perché considerate maggiormente dedite al dono e al sacrificio e quindi l’aspettativa nei loro confronti sarebbe legittimamente superiore.

Analogamente ai Colleghi maschi, le Donne Medico hanno diritto a non essere denigrate, insultate, minacciate, aggredite verbalmente e fisicamente come purtroppo numerose volte è accaduto negli ultimi anni! Episodi non isolati ma sempre più frequenti al punto che la notizia…..non fa più notizia!!!

Urge maggior attenzione e rivalutazione della Professione Medica e delle professioni Sanitarie, rivalutazione culturale in primis, ed anche economica per il giusto valore che deve essere dato a Donne e Uomini che hanno studiato una vita e che dedicano la propria esistenza alla cura del prossimo con serietà, abnegazione, sacrificio.

Se non accadrà questo, se non si invertirà la marcia ci avvieremo sempre più velocemente verso una strada del non ritorno, con la fuga già iniziata dei medici verso il privato o verso l’espatrio che sarà come per le offese e le aggressioni ai medici e professionisti sanitari, una non notizia perché “normale amministrazione” e a quel punto il nostro SSN non riuscirà più a mantenersi nel Top delle classifiche mondiali ma temiamo si avvierà verso un declino pericoloso per la salute pubblica, per tutti noi. Di sottorganici, burocrazia, medicina amministrata…… il SSN muore.

Annalisa Bettin
Cisl Medici Politiche di Genere e di Welfare, pari opportunità e Coordinamento Donne
29 agosto 2019
© QS Edizioni - Riproduzione riservata