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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Regioni e Asl - Veneto

Ospedale S. Antonio di Padova. Il Pd sabato in piazza per dire no alla cessione

immagine 12 settembre - “Si privano i cittadini di un punto di riferimento socio-assistenziale fondamentale”, afferma il consigliere Claudio Sinigaglia, del Pd, in merito al passaggio della struttura dall’Azienda ULSS 6 Euganea all’Azienda Ospedale-Università di Padova. Per Sinigaglia la cessione “deve essere stoppata almeno fino a quando non sarà completato il nuovo polo di Padova Est, che rischia di essere pronto tra 15 anni, e riqualificato il presidio di via Giustiniani”.
Anche il Partito Democratico sarà in piazza sabato prossimo per salvare l’ospedale Sant’Antonio di Padova, ‘“cancellato” dalle nuove schede approvate dalla Giunta Zaia. “Il diktat della Regione continua a essere incomprensibile, è una scelta fatta contro il territorio. Sono i sindaci dell’Ulss 6 a chiedere di bloccare il passaggio all’Azienda ospedaliera-universitaria”, afferma in una nota il consigliere del PD Claudio Sinigaglia, motivando la partecipazione al corteo che partirà alle 16 dal piazzale di fronte alla Basilica del Santo e raggiungerà poi Palazzo Moroni e Palazzo del Bo.

Per Sinigaglia “la cessione in comodato d’uso gratuito deve essere stoppata almeno fino a quando non sarà completato il nuovo polo di Padova Est, che rischia di essere pronto tra 15 anni, e riqualificato il presidio di via Giustiniani. Tempi ben diversi da quelli fissati dalla Giunta per la cessione, il cui iter, secondo il Pssr, dovrebbe essere concluso entro il 30 dicembre del prossimo anno. Questa cessione a scatola chiusa penalizzerà migliaia di cittadini: non c’è alcun piano della Regione per garantire ai pazienti la stessa assistenza che stanno ricevendo adesso. Anzi, le conseguenze sono facilmente immaginabili: sarà più complicata l’integrazione tra territorio e ospedale, ci sarà un ricorso maggiore alla sanità privata, convenzionata o meno, così come ad altre strutture della Ulss 6 con ovvi disagi per gli spostamenti, oltre a un sovraffollamento degli ambulatori e dei reparti dell’Azienda ospedaliera per le attività a bassa e media complessità”.

“Non c’è al momento un solo motivo per cui possa considerarsi vantaggiosa, né per la tutela della salute dei cittadini né in termini di risparmio economico per la collettività, la scelta della Regione”, aggiunge Sinigaglia.  “Una scelta contro cui si sono schierati cittadini, medici e la Conferenza dei sindaci dell’Ulss 6. Zaia e la sua Giunta facciano dietrofront anziché penalizzare ulteriormente il territorio padovano”.
12 settembre 2019
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