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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Veneto

Aggressioni ai medici. Leoni (Cimo): “Necessaria la procedibilità d’ufficio per le violenze contro gli operatori sanitari”

di Endrius Salvalaggio
immagine 13 gennaio - Per il segretario regionale del sindacato, “siamo di fronte ad una vera e propria emergenza”, curata a volte da “persone disagiate” e altre volte da “persone esasperate”, ma “in entrambi i casi pericolose per il personale sanitario”. Per Leoni servono pene dure ma anche, nei punti più a rischio, personale di polizia h24 e impianti di video sorveglianza ben evidenti affinché siano da deterrente. “In ogni caso non possiamo più tollerare o cercare di capire chi ci maltratta o aggredisce mentre cerchiamo di prenderci cura delle persone”.
Le misure che chiedono medici, infermieri, relativi ordini e sindacati per combattere le violenze al personale sanitario sono all’ordine del giorno. In Parlamento è stato depositato un disegno di legge fortemente voluto dall’attuale Ministro della Salute, Roberto Speranza. In punto di violenze, anche il Veneto non viene risparmiato da questa emergenza: tanto per citare alcuni fatti accaduti negli ultimi mesi, nell’ospedale della provincia di Rovigo, un’operatrice sanitaria è stata colpita da un pugno sferrato da un parente del malato; in un ospedale di Padova, delle infermiere sono state prese a morsi e calci e sempre in un ospedale a Padova una dottoressa, che cercava di sedare un’aggressione, ha riportato ella medesima una frattura alla spalla. Per alcune operatrici pare che le violenze non abbiano limite. Negli ultimi tempi non sono mancate nemmeno le molestie sessuali.

“Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. – spiega Giovanni Leoni Segretario Regionale Cimo Veneto – Questi episodi molte volte accadono perché siamo di fronte a persone disagiate, altre volte certi episodi di violenza accadono perché siamo di fronte a delle persone esasperate: in entrambi i casi queste persone sono pericolose per il personale sanitario che, di fronte a queste forme di aggressività, si trova spesso impreparato”.

Situazioni pericolose che tanti medici e operatori sanitari si trovano a vivere, quotidianamente, lungo le corsie degli ospedale e nei reparti di emergenza urgenza. Si inizia con delle grida, con delle parole di troppo, per arrivare talvolta a vere e proprie aggressioni fisiche. Fenomeni che aggiungendosi alla carenza del personale sanitario, ai turni no stop che addetti ai lavori sono costretti a svolgere, pesano come macigni sulle teste di chi svolge questa professione portando alla resa con le dimissioni del personale.

Una situazione che ben conosce  Giovanni Leoni, ex medico di Pronto soccorso: “L’abbandono del servizio pubblico da parte dei camici bianchi deriva da una serie di fattori tra i quali anche la difficile situazione delle aggressioni – conclude Leoni – Queste persone che si permettono di aggredire personale sanitario, che è preparato ad aiutare e curare gli altri e non di certo a difendersi, andrebbero educate ovvero punite secondo le leggi presenti nel nostro ordinamento. Abbiamo bisogno inoltre, nei punti più a rischio, come ad esempio nei Pronti Soccorso, di personale di polizia che sia presente h 24 e impianti di video sorveglianza ben evidenti che funzionino da deterrente con collegamenti diretti alle forze dell’ordine e alle portinerie degli ospedali. Fatto tutto questo, possiamo fare tutti i ragionamenti che vogliamo, ma non possiamo più tollerare o cercare di capire chi ci maltratta o deride, talvolta ci aggredisce mentre cerchiamo di prendersi cura delle persone ammalate”.

Frattanto il primo di febbraio nella Scuola Grande di San Marco - Ospedale Ss Giovanni e Paolo di Venezia, si svolgerà un incontro organizzato da FNOMCeO nazionale, dove sarà presente il Presidente Filippo Anelli e Pierpaolo Sileri, Viceministro della Salute che apriranno un tavolo di discussione sulla violenza contro gli operatori sanitari, mostrando gli ultimi dati Inail aggiornati, testimonianze dirette dalle Regioni più colpite come la Campania e la Calabria. Sarà proiettato anche un inedito Docufilm della Federazione Nazionale, con Testimonial l'attrice Maria Grazia Cucinotta.

Endrius Salvalaggio
13 gennaio 2020
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