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QS Edizioni - giovedì 25 aprile 2024

Lettere al Direttore - Veneto

Zone di montagna. Ulss Dolomiti, indennità non riconosciute ai medici di medicina generale

di Enzo Bozza
Gentile Direttore
è notizia recente il fatto che la Azienda Dolomiti riconosca una indennità per zone disagiate ai pediatri di libera scelta che lavorano nelle zone montane. Cosa giustissima per due ragioni: la montagna è zona difficile per viverci e lavorare e rappresenta una meta poco appetibile per i medici in genere e, non a caso, da queste parti il problema delle carenze di personale sanitario è veramente critico. L’indennità verrà riconosciuta già a partire da febbraio e ammonta a poco più di sei euro a bambino assistito anche a Vodo e Borca di Cadore.

Fin qui, tutto bene, ma quello che grida vendetta e fa pensare ad una robusta discriminazione tra i professionisti sanitari all’opera tra queste difficili contrade, è il fatto che per i medici di base tale indennità è stata distribuita con criteri molto discutibili se non ingiusti e discriminanti.

Basta prendere atto del fatto che solo per alcuni viene corrisposta l’indennità: medici del Comelico fino a Cibiana, come se la montagna cadorina viaggiasse a due velocità: quella difficile e disagiata del Comelico e quella fortunata e comoda del centro Cadore e Val Boite. Così vedono la montagna da Belluno. Vista da qui, la cosa è un po’ diversa: la neve, il ghiaccio, gli enormi disagi negli spostamenti per le visite domiciliari esistono in Comelico, come a Cibiana come a Vodo e Borca, San Vito di Cadore, in pochi chilometri, vi assicuro che le temperature e le intemperie sono le stesse, guarda un po’ che scoperta...talmente lapalissiana la cosa che a Belluno la pensano diversamente, perché si ragiona per modelli standard a tavolino, non venendo a constatare di persona.

Il risultato è che il collega di Cibiana percepisce la sua indennità, io che posso salutarlo dalla finestra perché sono a Vodo, l’indennità non la percepisco.

In questi giorni, oltre al danno, la beffa: il collega pediatra della mia stessa zona percepirà l’indennità di disagio, io no. Capisco che i bambini siano pazienti difficili ma non mi viene in mente altro per giustificare questa perla di acume amministrativo da parte di Belluno. Due anni fa, per la stessa ragione l’Azienda mi aveva risposto picche perché la mia zona non risponde ai canoni stabiliti per il disagio montano e da allora sto ancora cercando il maestoso lungomare di Vodo di Cadore con le sue palme rigogliose e le turiste in topless, ma qualcosa non torna. ‘Stavolta da Belluno risponderanno che “ Io ho visto cose che voi umani non potete immaginare...” E anche ‘stavolta mi rassegnerò a salutare con un mesto sorriso il pediatra “disagiato” della mia zona o il collega “disagiato” di Cibiana. Che fortuna essere a Vodo...l’ho scampata per un pelo...

N.B. Le mamme di Vodo e Borca trovano molto più comodo portare i loro bimbi da me che non raggiungere i pediatri a Cortina e Pieve. Questione di disagi…?

Enzo Bozza
Medico di base per i Comuni di Vodo e Borca di Cadore
2 marzo 2021
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