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Salute mentale. Smi Marche: “Gravi carenze, da Regione serve maggiore impegno”

Per il sindacato è necessario “un adeguamento strutturale agli standard di spesa e dei posti letto, ma soprattutto risorse maggiori e stabili in termini di personale”. Il responsabile regionale per la Salute Mentale, Stefano Lucesoli, commenta: “Regione a fianco dei colleghi che per migliorare le loro condizioni lavorative e contrattuali”.

11 OTT - In occasione della giornata nazionale della salute mentale il Sindacato Medici Italiani (Smi) delle Marche si è interrogato sulla situazione in un settore importante della sanità pubblica, nel quale i medici psichiatri insieme alle altre figure professionali dedicate operano in prima linea. Un confronto che ha visto partecipe anche il responsabile della Salute Mentale per la Regione Marche, Stefano Lucesoli, che, riferisce lo Smi in una nota, “ha sottolineato come sia sempre più frequente il burn out degli operatori, che nel post- pandemia da Covid hanno visto aumentare carichi di lavoro e responsabilità tecniche burocratiche e medico – legali in un contesto segnato da scarsità di risorse in regime di blocco delle assunzioni nel settore pubblico. Anche qui compaiono fenomeni di dimissione volontaria degli psichiatri dal ruolo nei servizi, accanto ai casi in cui gli specialisti della Salute Mentale non sono risparmiati dalla cooptazione da parte delle direzioni sanitarie per la copertura delle aree sguarnite dei pronti soccorsi”.

“E’ chiaro - ha aggiunto Lucesoli - che ci poniamo da sempre a fianco dei colleghi che per migliorare le loro condizioni lavorative e contrattuali. Da una revisione dei dati si evince che non ci sono segnali sostanziali di cambiamento rispetto alla alta spesa associata ai trattamenti residenziali che nel rapporto Istat per gli anni 2016-2017 vedeva le Marche attestarsi al 59,1%; sul totale contro una media nazionale del 39%, indice di trascuratezza verso i mezzi a disposizione per prevenzione, cura e riabilitazione sul territorio; in barba agli obiettivi della riforma Basaglia. Non appare sanato il gap regionale nella capacità del sistema pubblico regionale di intercettare nuova utenza rispetto alla media nazionale (-39,4% secondo i dati SIEP del 2017)”.

Inoltre, ha proseguito Lucesoli, “la messa a disposizione dei fondi a favore della salute mentale di bambini ed adolescenti derivanti dalla legge di bilancio 2022,è una risorsa che, per quanto benvenuta, si presenta con i caratteri del provvedimento una tantum all’insegna della precarietà; non appare sufficiente a risolvere il dato strutturale del sottofinanziamento della salute mentale, la spesa, anche nella regione Marche resta al palo del 2,9% sul Fondo sanitario regionale (dato SIEP 2020) ben lontana dal 5% concordato in sede Conferenza Stato -regioni nel lontano 2001 e raccomandato a livello internazionale per i paesi  a reddito medio-basso (10 % per quelli ad alto reddito)”, ha concluso Lucesoli.

Il segretario della Regione Marche dello Smi, Alessandra Moraca, è intervenuta sostenendo che “anche in questa Regione devono essere prese in considerazione, quanto prima queste criticità,  prevedendo l’adeguamento strutturale agli standard di spesa necessari e raccomandati; l’adeguamento dei posti letto disponibili per la cura della acuzie, ma soprattutto risorse maggiori e stabili in termini di personale, con riguardo anche alle necessità della psicoterapia istituzionale e della presenza psicoeducativa nei percorsi di cura. Gli obiettivi virtuosi di promozione della salute mentale vanno dalla prevenzione dei TSO e delle pratiche di contenimento in ospedale, al trattamento tempestivo degli esordi patologici gravi, fino al potenziamento della residenzialità leggera e del lavoro integrato sul territorio a favore di prevenzione e percorsi riabilitativi”, ha concluso Moraca.

11 ottobre 2022
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