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Violenza contro le donne, nessuna legge potrà prescindere da un cambio di rotta culturale

09 GIU -

Gentile direttore,
sono 663 le donne che si sono rivolte ai Centri Antiviolenza delle Marche nel 2021, 180 in più rispetto al 2020. Questo l’ultimo dato disponibile certificato nel Rapporto sulla violenza di genere nelle Marche. Sono 15 i femminicidi al 31 dicembre 2022 verificatisi nelle Marche. Un fenomeno che non conosce differenze geografiche o culturali, diffuso in qualsiasi ambito socio-culturale, perché scaturito dalle distorsioni culturali, sociali e psicologiche del rapporto uomo-donna.

Oltre all’aumento delle utenti che si sono rivolte ai Cav (+ 37%), si conferma la crescita delle telefonate al 1.522, che già nel 2020, in piena pandemia da Covid 19, avevano registrato un aumento di oltre il 70% rispetto al 2019. La classe di età che maggiormente si è rivolta ai Centri è quella tra 40 e 49 anni, 197 su 663, e in netta prevalenza sono donne italiane (73,8%). Analizzando lo stato civile, 263 risultano coniugate, il 40% del totale regionale, e più della metà (310) viveva con figli minorenni. A conferma di quanto il fenomeno si sviluppi prevalentemente tra le mura domestiche, sia a livello regionale che a livello provinciale il soggetto maltrattante è prevalentemente il coniuge (38%).


Numeri che testimoniano, freddamente, come negli ultimi tempi, siano numerosi gli atti di violenza contro le donne, con esiti assolutamente tragici, e che purtroppo rappresentano la punta dell’iceberg di un evidente forte malessere che attraversa tutta la nostra attuale società a livello nazionale. Sentimenti di malessere psicologico acuiti anche dalla Pandemia che ha esasperato vere e proprie patologie psichiche, rendendo i rapporti ed equilibri umani e familiari, sempre più fragili. E da questa riflessione deve scaturire un’unica conseguenza diretta, ovvero l’intensificarsi delle azioni a tutela delle donne, sia nella prevenzione degli atti di violenza sia nelle misure da adottare nei momenti successivi alla violenza stessa.

Se dobbiamo guardare con ottimismo al fatto che le Marche nel 2021 si posizionano tra le regioni con la minore incidenza per quanto riguarda il reato di atti persecutori in rapporto alla popolazione residente registrata e per la fattispecie dei maltrattamenti contro familiari e conviventi, resta costante la fattispecie di violenza sessuale (le cui vittime sono al 92% donne) e degli omicidi volontari consumati, sintomi evidenti che alcune gravi forme di arretratezza culturale sono ancora ben presenti nella nostra società.

E nel 2022, purtroppo, si assiste – come evidenziano i dati – a un innalzamento degli indicatori spia della violenza di genere. Peraltro dobbiamo analizzare molto attentamente il fatto che siamo usciti dalla fase più acuta della pandemia da Covid e che quindi si è verificato un peggioramento delle condizioni di vita sociale ed economica, con oggettive negative ricadute sulle relazioni tra donne e uomini, e quindi sulle dinamiche legate ai comportamenti violenti e discriminatori.

Occorre proseguire nel potenziamento di tutti quegli strumenti utili per contrastare tali situazioni. Perno centrale delle azioni di rete sono gli Ambiti Territoriali Sociali Capofila di Area Vasta. E su questo punto mi permetto di fare una personale considerazione, anche in virtù della mia esperienza professionale e istituzionale, quest’ultima rappresentata dall’aver ricoperto il ruolo di Assessore alle Politiche Sociali nel mio Comune, Fabriano, apprezzando e lavorando con i professionisti degli Ambiti Territoriali Sociali di riferimento al sistema dei servizi sociali in generale, con focus anche sul contrasto alla violenza di genere. Altri strumenti da potenziare sono proprio i Consultori e i Centri Anti Violenza, veri baluardi a tutela delle donne in difficoltà e vittime di violenza.

I Consultori, anche qui lo posso affermare direttamente vista la mia esperienza professionale, sono una delle maggiori ricchezze del sistema socio-sanitario. La loro tutela e i loro potenziamento non possono prescindere da risorse finanziarie e di professionalità, in modo tale da rispondere al meglio alle pressanti richieste che, quotidianamente, vengono avanzate dalle donne che varcano la loro porta in cerca di aiuto, sostegno, ascolto. Riguardo l’altro caposaldo istituzionale nella lotta contro la violenza di genere, i Centri Anti Violenza, dobbiamo esprimere grande soddisfazione per l’aumento del numero dei Centri che si è verificato nella nostra Regione, un segnale assolutamente positivo e anche concreto simbolo di come l’attenzione dell’istituzione sia sempre molto alta.

Il ringraziamento va a tutto il personale che si adopera con grande passione, competenza e professionalità all’interno delle strutture che compongono il sistema delle Reti Antiviolenza, e quindi oltre ai già richiamati Consultori e Centri Antiviolenza, anche, tra gli altri, le Case d’Emergenza, Case Rifugio, Case per la Semi-autonomia, così come ai professionisti che operano in ambito giudiziario. Un penultimo passaggio lo vorrei riservare a un duplice obiettivo che deve essere centrato a livello nazionale e regionale: maggiori risorse economiche per il potenziamento del Piano Strategico Nazionale contro la violenza sulle donne e, a livello regionale, un concreto sostegno di potenziamento del Sistema delle reti Antiviolenza.

L’ultimo passaggio di questa mia pubblicazione verte, ovviamente, sull’attualità. Un episodio di cronaca nera che ha sconvolto l’Italia intera, il barbaro duplice omicidio di Barbara Tramontano e di suo figlio, quasi pronto a venire al mondo. Dal Governo un nuovo intervento legislativo che rafforzi il contenuto del Codice Rosso. Bene, giusto, sacrosanto. Ma nessuna Legge, nessuna fattispecie di reato, potrà prescindere da un cambio di rotta culturale con il quale non si veda mai più la donna come un mero oggetto da possedere da parte dell’uomo. Un binomio maschio-femmina che deve necessariamente evolvere in uomo-donna con pari dignità. Credo, e concludo, che solo investendo sulle nuove generazioni si potrà conseguire questo obiettivo che certificherà, una volta conseguito, una vera evoluzione degna di questo nome.

Dott.ssa Simona Lupini
Psicologa-psicoterapeuta
Dirigente psicologa AST Ancona
Consigliera OPM
Consigliera della Regione Marche, già Vicepresidente Della Commissione Sanità e Politiche Sociali



09 giugno 2023
© Riproduzione riservata

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