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Il Ssn ha bisogno di un Ministero della Salute presente e imparziale

17 GEN -

Gentile direttore,
la drammatica crisi del Ssn è al centro della attenzione di Qs, di chi ci scrive e di chi lo legge, tra cui certamente ci sono gli organi centrali che al Ssn danno indirizzi e che sul Ssn vigilano. Per questo mi permetto ancora una volta di richiamare l’attenzione sulle vicende della sanità marchigiana, che ritengo rappresentare un caso esemplare di tentativo della politica di usare l’autonomia regionale “in barba” alle norme e ai vincoli con una prevalente finalità di ricerca di consenso. Certamente questo è il modo in cui opera la Giunta che attualmente governa le Marche che ha vinto le elezioni regionali del 2020 con un programma centrato sulla moltiplicazione delle Aziende Sanitarie Territoriali (le AST, passate poi da 1 a 5) e con la frammentazione degli ospedali (resa poi strutturale e quindi cronica dal programma di edilizia ospedaliera). A distanza di più di 4 anni, a pochi mesi dalle prossime elezioni regionali (previste per il prossimo autunno), stanno uscendo questi giorni in bozza gli Atti Aziendali che consentono di fare il punto sul grado di scostamento dalle norme degli atti programmatori e regolamentari della sanità della Regione Marche.

Il contesto nazionale in cui si calano questi Atti lo do per noto a chi legge Qs, per cui mi limito a ricordare che oltre ai vincoli tradizionali di tipo economico (compreso quello legato al tetto di spesa del personale) c’è n’è uno nuovo e dirompente: la disaffezione dei professionisti verso il Ssn pubblico. Ne dovrebbero derivare scelte di politica sanitaria orientate al controllo di sprechi e inefficienze e alla maggiore attrattività delle condizioni di lavoro. Al riguardo il principale nodo è rappresentato dalla programmazione della rete ospedaliera, quella parte del Ssn in cui si concentrano sia gli sprechi e le inefficienze che gli effetti della disaffezione dei professionisti, tra cui il peso crescente dei professionisti forniti dalle cooperative.

Per fortuna che a guidare la redazione degli Atti Aziendali e ancor prima la programmazione ospedaliera c’è, o meglio ci potrebbe essere, il DM 70 del 2015, che infatti le linee guida per la redazione degli Atti Aziendali della Regione Marche citano. Purtroppo però non ne prevedono l’applicazione, come del resto già avvenuto in sede di programmazione edilizia e di redazione del Piano Socio Sanitario. Le slide utilizzate per la presentazione dell’Atto Aziendale della AST di Pesaro, che il tam tam via Whatsapp dei professionisti ha fatto immediatamente circolare, offrono una rappresentazione “plastica” (come si dice oggi) di come il DM 70 per la Regione Marche non esista più. Vediamo le due principali difformità dell’atto rispetto a questo Decreto, difformità già presenti negli atti programmatori della Regione a partire da quelli di edilizia sanitaria:

Particolarmente significativo (e ai miei occhi sconvolgente) è che i due maggiori ospedali con DEA di primo livello dell’AST (quelli di Pesaro e Urbino) sono distanti pochi chilometri tanto che i Ministeri della Salute e della Economia e delle Finanze stavano per sottoscrivere un Accordo di Programma con la precedente Giunta per un nuovo ospedale unico che li integrava strutturalmente. Gli stessi Ministeri adesso dovrebbero sottoscrivere un Accordo di Programma inviato dalla Regione Marche che va nella direzione opposta e cioè di mantenimento di entrambi gli ospedali con un nuovo Ospedale a Pesaro, mentre a Fano verrà rifatto il DEA. Vediamo in base alla bozza di nuovo Atto Aziendale cosa comporta il mantenimento di questi due ospedali distinti. C’è una duplicazione di queste funzioni:

Poi ci sono alcune discipline/funzioni presenti in uno solo dei due ospedali:

Ecco cosa vuole dire mantenere due ospedali con DEA di primo livello distinti a pochi chilometri di distanza: sprechi per le duplicazioni e standard di qualità più bassi a causa della carenza di alcune funzioni in ognuno dei due ospedali. Al riguardo ricordo solo alcune illogicità: Neurochirurgia da una parte e Neurologia con Stroke Unit dall’altra, Stroke Unit da una parte e UTIC dall’altra, Malattie Infettive da una parte e Pneumologia dall’altra (e se torna la pandemia?) e chirurgie specialistiche solo da una parte.

Tutto questo dovrebbe essere discusso coi Ministeri della Salute e della Economia e delle Finanze nell’ambito dell’Accordo di programma per il nuovo Ospedale di Pesaro, sia per quanto riguarda lo specifico di questo ospedale che per quanto riguarda la cornice programmatoria in cui il progetto si inserisce. In questo passaggio si verificheranno presenza e imparzialità dei Ministeri, a partire da quello della Salute. Ho fiducia, ma vigilo.

Claudio Maria Maffei



17 gennaio 2025
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