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Cittadino e programmazione sanitaria: divieto d’accesso (pare)

18 APR -

Gentile direttore,
da anni sto combattendo praticamente da solo una estenuante (anche per chi ha la pazienza di leggermi) battaglia per difendere la sanità pubblica della mia Regione, le Marche, da una vera e propria aggressione da parte di un programma di edilizia ospedaliera incoerente con le norme e insostenibile sul piano della gestione. Il dato sintetico che meglio descrive questa aggressione è quello della previsione di 14 ospedali con DEA contro i 10 da DM 70, con quasi altrettanti cantieri tra tre interi ospedali nuovi da fare, sei nuove palazzine (chissà perché poi proprio delle palazzine) col nuovo DEA da fare e due ospedali nuovi da completare.

Cantieri che sono una vera goduria per la Giunta di centrodestra tra prime pietre e tagli di nastri nell’anno delle elezioni regionali. Il dato sintetico che meglio descrive l’impatto sui servizi ospedalieri di questa aggressione è il pieno di cooperative necessario per tenere in piedi gli attuali 13 DEA.

Da tecnico ho cercato di segnalare in tutti i modi queste criticità attraverso una pletora di interventi qui su Qs (che non finirò mai di ringraziare per la disponibilità ad ospitarli) e la partecipazione ad iniziative pubbliche promosse nella mia Regione. Le mie argomentazioni tecniche sono semplici: questa aggressione edilizia non è supportata da alcun atto programmatorio come se il DM 70 non esistesse.

Proprio su Qs ho segnalato come la vicenda del nuovo Ospedale di Pesaro potesse essere finalmente l’occasione per una verifica ministeriale del programma di edilizia ospedaliera delle Marche, visto che per quell’ospedale era prevista la sottoscrizione di un Accordo di Programma coi Ministeri della Salute e della Economia e delle Finanze previa valutazione del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici del Ministero della Salute. In un successivo intervento ho raccontato della mia delusione e sconcerto quando in un recente atto della Regione Marche ho letto che “A seguito dell’istruttoria della documentazione trasmessa, nonché a seguito di ampio confronto e approfondimento nelle sedute del Nucleo del 22 ottobre 2024 e 20 gennaio 2025, nonché nell’incontro con i referenti regionali tenutosi il 21 novembre 2024 e della documentazione trasmessa dalla Regione Marche con nota prot. n. 1517277 del 02/12/2024, il Nucleo, all’unanimità̀, ha espresso parere favorevole con la sola prescrizione di adottare un atto formale che impegni la Regione al completamento dell’opera e all’utilizzo della relativa fonte di finanziamento.”

Ho allora inoltrato alla competente Direzione del Ministero una istanza di accesso agli atti cui è arrivata ieri la risposta che mi ha fatto entrare in un gorgo di burocratese che sintetizzo: “Con riferimento all’istanza di accesso agli atti… si comunica il differimento della valutazione dell’ammissibilità dell’accesso, in quanto, … (aggiungo io: i documenti richiesti) sono atti endoprocedimentali di un procedimento amministrativo ancora in corso di definizione.” Fin qui mi si dice che i lavori sono in corso e quindi debbo aspettare. Ma la parte inquietante, non solo per me ritengo, è quella che segue: “Ciò posto, si rappresenta, sin d’ora, che la documentazione amministrativa oggetto dell’istanza è finalizzata all’adozione di atti di pianificazione e programmazione, fattispecie regolata dall’art. 24 della legge n.241/90, comma 1, lett. c) che dispone l’esclusione del diritto di accesso “nei confronti dell’attività della pubblica amministrazione diretta all’emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione e di programmazione, per i quali restano ferme le particolari norme che ne regolano la formazione”)… Pertanto, si procederà a valutare l’eventuale ostensibilità degli atti di cui alla documentazione sopra descritta.”

Proviamo a ricapitolare. La Regione Marche disattende il DM 70 senza che nessuno a livello centrale controlli, investe centinaia di milioni di euro di soldi pubblici su un programma di edilizia sanitaria incoerente con le norme e insostenibile sul piano della gestione e chiede ai Ministeri l’autorizzazione a procedere per uno specifico intervento dentro questo quadro. Il competente Nucleo di valutazione ministeriale secondo la Regione Marche esprime un parere che non ha praticamente nulla da eccepire sul piano programmatorio e il Ministero al cittadino che chiede di accedere alla documentazione su questa vicenda risponde citando una norma secondo cui non può farlo.

Sintesi finale: dagli atti e dai documenti cui ho potuto accedere risulta con certezza che la Regione Marche non ha fatto una programmazione ospedaliera e di edilizia ospedaliera tenendo conto delle “particolari norme che ne regolano la formazione” (come dice la norma citata dal Ministero stesso). Però sembra (sottolineo: sembra) che chi a livello ministeriale sul rispetto di queste norme dovrebbe vigilare non lo faccia e sembra che il cittadino su questo non possa fare verifiche. Io rispettosamente, ma fermamente, non lo ritengo giusto.

Buona Pasqua a tutti.

Claudio Maria Maffei



18 aprile 2025
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