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Medicina generale. Fimmg alla Regione: “No al clima da ‘resa dei conti’. Serve un confronto serio”

Lettera aperta del segretario regionale Massimo Magi al presidente Acquaroli e all’assessore Saltamartini sul documento delle Regioni: “All’improvviso siamo diventati la “madre” di tutte le disgrazie del Sistema di Cure in Italia. Ci aspettiamo un chiarimento immediato e un segno inequivocabile che la Regione Marche intende operare per un reale progresso e rafforzamento delle cure territoriali”.

28 SET - Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata dal segretario regionale della Fimmg Marche, Massimo Magi, al Presidente della Regione Francesco Acquaroli e all’assessore alla Salute Filippo Saltamartini, in merito al documento "Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR” della Conferenza delle Regioni.

Siamo rimasti sconcertati e delusi dal documento elaborato e sottoscritto da tutte le Regioni nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni “Prima analisi criticità e possibili modifiche nelle relazioni SSN/MMG in particolare nella prospettiva della riforma dell’assistenza territoriale determinata da PNRR”. Sconcertati e delusi tanto da chiedere se la Regione Marche si rispecchia in queste posizioni e le condivide o intende da esse allontanarsi, dimostrando una visione più critica, aderente al reale e costruttiva rispetto agli argomenti posti in discussione, soprattutto nella parte più irrispettosa in cui si ha l’ardire e la scarsa sensibilità “politica” di addossare alla stessa medicina generale la responsabilità delle tante morti avute tra i suoi appartenenti! Segno evidente che gli estensori del testo del predetto documento, stando nelle sicurezze dei loro uffici chiusi non hanno mai neanche provato ad affacciarsi alla finestra per capire cosa stava succedendo.

Non riusciamo proprio a comprendere il motivo di una posizione tanto fuorviante sulle criticità della Medicina Generale a fronte di riconoscimenti, ringraziamenti, elogi e dichiarazione di centralità che in questi mesi si sono susseguiti all’indirizzo di questa categoria e a fronte di tanti risultati positivi certificati dalla qualità del SSN che ora sarebbe troppo lungo elencare, ma che sono sotto gli occhi di tutti. All’improvviso siamo diventati la “madre” di tutte le disgrazie del Sistema di Cure in Italia come se la parte pubblica dalla sua non avesse ritardi, inefficienze, disorganizzazioni, rifiuti che segnano in maniera profonda tutte quelle criticità che si ritiene di emendare, addossando ogni responsabilità alla medicina generale che quasi per punizione dovrà essere ridotta allo Stato di dipendenza!

Non vogliamo pensare che per storia, cultura, per relazioni e per quel tratto di strada che stiamo costruendo in questi ultimi mesi, la posizione della Regione Marche possa aderire a queste immotivate e mistificanti posizioni.

La Regione Marche ha sempre sostenuto la crescita di un sistema delle cure territoriale, proattivo e organizzato che anche nella recente gestione della fase più acuta della pandemia da Covid ha consentito di raggiungere obiettivi di contenimento, riduzione dei ricoveri, gestione dei pazienti domiciliari, con indici di efficacia ed efficienza tra i più alti in Italia.

Il Modello di funzionamento delle USCA attraverso lo stretto coordinamento della Medicina Generale e il rapporto con il Distretto, hanno evidenziato il valore e l’utilità di scelte , uniche nel panorama nazionale, che hanno contribuito, più che da altre parti ad un appropriato governo clinico, in particolare territoriale della Pandemia.

I risultati delle vaccinazioni anti-influenzali, che nello scorso mese di novembre hanno in tre settimane consentito la vaccinazione di oltre 500.000 soggetti, il ruolo attivo svolto nelle campagne di vaccinazione anticovid che, nonostante le mille difficoltà e il costante rifiuto della consegna dei vaccini che si è protratto per mesi e non certo dovute ad una medicina generale, sempre disponibile, ha contribuito a somministrare nelle varie modalità organizzative oltre 300.000 dosi di vaccino, senza neanche essere remunerati con quanto pattuito con gli Accordi sottoscritti dalla Regione oramai da più di sei mesi. La presa in carico del 95% dei casi da Covid gestiti domiciliarmente, ha contribuito a mantenere i tassi di ospedalizzazione dei malati tra i più bassi d’Italia.

Le migliaia di tracciamenti e raccomandazioni all’isolamento/quarantena assumendo una funzione specifica del SISP surrogando per lunghissimi periodi l’attività, sono evidenze che sanciscono il ruolo fondamentale della Medicina Generale a tutela e presidio della salute delle persone. Tutto questo continuando a gestire le fragilità, la cronicità e i mille problemi socio-sanitari della gente. E allora da che parte sono le inefficiente, le criticità, i ritardi? Qualcuno dovrà pur dare una risposta a queste domande senza distogliere lo sguardo dalla vera natura dei problemi e confondere le acque con la illusione che tutto si risolve cambiando lo status dei medici di famiglia. Una cultura di cui conosciamo bene i contenuti e le nefaste conseguenze: cambiare tutto per non cambiare niente!

Recentemente l’OCSE ha pubblicato un documento “Realising the Full Potential of Primary Health Care” (maggio 2019) utilizzato per supportare i lavori del G7 dei Ministri della Salute nella Conferenza di Parigi.
In questo documento non si fa mistero delle debolezze di questo ambito di assistenza riconoscendo che le Cure Primarie sono ancora “troppo deboli” ma la domanda, posta con più saggia attenzione, si chiede che cosa è possibile fare per il loro rafforzamento e potenziamento. Sono individuate quattro aree di azioni necessarie per questo obiettivo: risorse, per adeguati investimenti in grado di promuovere la salute e ridurre le diseguaglianze socio-economiche in sanità; organizzazione, per il passaggio ad una più innovativa e moderna medicina di pro-attività anche attraverso un più diffuso utilizzo delle tecnologie informatiche, digitali e di primo livello ; incentivi, per la individuazione di nuovi modelli di remunerazione che favoriscano le performance di qualità, il coordinamento e la prevenzione e valutazione con sistemi di misura degli outcomes raggiunti. In una parola dare strumenti efficaci alla Medicina Generale perché possa fare bene la sua missione!

Questi temi riteniamo debbano essere al centro del confronto per rafforzare i sistemi di cura territoriali, renderli più adatti all’attuale contesto, supportare tutti quei professionisti che intendono investire nella professione e scegliere di intraprendere questa attività fin dall’inizio della propria attività professionale, senza scoraggiarli usando commenti offensivi e dispregiativi che colpiscono chi sta lavorando con impegno e responsabilità professionale in un tempo così complesso e difficile. S

iamo indignati, da questo documento e vi chiediamo di pronunciare chiare parole di dissociazione da questa posizione che ci addita addirittura come “ostacolo al percorso di sviluppo e strutturazione” e “non idonei ad affrontare il cambiamento in atto”, quando da sempre ci siamo confrontati sui tavoli regionali e nazionali e fattivamente operato, per lo sviluppo e l’ innovazione, contribuendo a sviluppare flessibilità, organizzazione ed efficienza del sistema delle cure territoriali marchigiane.

Se dobbiamo allora produrre una accelerazione di questi modelli e ammodernamento del ruolo e funzioni della Medicina Generale noi siamo presenti e disponibili, come sempre abbiamo fatto in tutti questi anni per ragionare e discutere, con la nostra capacità progettuale e con proposte che sono già alla vostra attenzione da più mesi sui vostri tavoli.

Non ci appartiene e non ci siamo invece per questo ambiguo e dubbio clima da “rese dei conti”, rispondente ad altre logiche del tutto estranee al nostro modo di essere nel Sistema Pubblico e che rischiano di ridurre la qualità dei servizi ai cittadini e impoverire il territorio di un diffuso presidio di salute. Non possiamo non rimarcare il grave disagio provocato dal documento dalla Conferenza Stato-Regioni, e il rischio che tutto questo possa sfociare in una dura protesta della categoria con conseguenze imprevedibili per l’intero SSR.

Ci aspettiamo un chiarimento immediato e un segno inequivocabile che la Regione Marche intende operare per un reale progresso e rafforzamento delle cure territoriali segno di tutela della salute dei Cittadini e coesione sociale delle nostre Comunità

Massimo Magi
Segretario Generale Regionale FIMMG Marche


28 settembre 2021
© Riproduzione riservata

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