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Disabilità. Omceo Torino promuove un corso sul rapporto medico-paziente

Il corso parte dal presupposto che la cura delle persone passi attraverso l’accettazione delle diversità e il potenziamento delle risorse personali. L’obiettivo del Corso, che si terrà il 23 novembre, è quindi costruire una maggiore consapevolezza delle disabilità del paziente, ma anche del medico, affinché queste siano vissute come stimolo e comune arricchimento professionale e sociale. IL PROGRAMMA

15 NOV - La Commissione Pari Opportunità dell'Ordine dei Medici di Torino ha organizzato un Corso di Formazione per medici incentrato sulla Disabilità. “La disabilità che rappresenta proprio una opportunità Dispari, o impari, che molte persone si trovano ad affrontare. La cura delle persone passa attraverso l’accettazione delle diversità e il potenziamento delle risorse personali”, è il presupposto da cui è partito l’Ordine per promuovere l’evento.
 
L’obiettivo del Corso, quindi, è di “costruire una maggiore consapevolezza delle disabilità del medico e del paziente affinché queste siano vissute come stimolo e comune arricchimento professionale e sociale; queste disabilità si intrecciano con la vita di tutti noi, e ci modificano, migliorandoci”.

Il Corso si terrà presso la sede dell’Ordine il 23 novembre.

“Questa esperienza, voluta della Commissione Pari Opportunità e realizzata dalla dr.ssa Azia Sammartano, giovane foniatra audiologa, componente della Commissione, è un grande viaggio attraverso la vita dell’uomo, passando dall’età evolutiva all’età adulta con alcuni spunti relativi anche alla medicina di genere. Nell’ottica proprio dell’inclusione e dell’abbattimento dei muri, la Commissione ha scelto di coinvolgere in questo percorso di formazione anche relatori non medici che porteranno le testimonianze delle associazioni e delle fondazioni di cui sono parte”, spiega l’Omceo nella nota che annuncia l’evento.

Il dr. Leonardo Melossi, pittore, scrittore e cantautore, già direttore del Dipartimento Neurologico e Riabilitativo dell’Ospedale Mauriziano, parlerà dei comanauti, “che hanno occhi grandi come orizzonti, non sono sguardi ma abissi di universo. Sembra che ti guardino, ma ti passano attraverso e ti spogliano delle tue certezze e delle tue convenzioni”.

La dr.ssa Cristiana Ivaldi, responsabile presso ARPA della Prevenzione e Previsione dei rischi sanitari, darà le caratteristiche (anche numeriche) della disabilità, che è la “conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l'individuo”.

Nel 2011 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che circa il 15% della popolazione mondiale, un miliardo di persone, viva con qualche forma di disabilità.
 
Con la dr.ssa Maria Andreo, pediatra di libera scelta, si entrerà nella casa e nella famiglia del bambino disabile. “Ci farà vedere il problema in modo globale: ci si deve prendere cura non solo del bimbo e della sua malattia, ma anche della sua famiglia, tenendo in conto anche il contesto sociale. Questa ‘visione orizzontale del problema’ è necessaria quanto la ‘visione verticale’ che  vede lo sviluppo nel tempo del bambino: com’era, com’è, come probabilmente sarà, disegnando la strada migliore per lui e la sua famiglia”.

Il dr. Giovanni Geninatti Neri, neuropsichiatra infantile, consulente presso il Day Hospital del Presidio San Camillo di Torino per i disturbi pervasivi dello sviluppo, condurrà nel mondo dei bambini autistici, iniziando con la citazione di una scrittrice madre di un bimbo autistico: “Se per voi il mondo dell’autismo è qualcosa di nuovo, lasciatemi dire che l’autismo in sé non è una cosa brutta. Non capirlo, non avere intorno persone che lo capiscono, non ottenere l’aiuto che vostro figlio dovrebbe avere: questo può essere molto brutto”, si legge nella nota dell’Omceo che cita Ellen Notbohm.

La dr.ssa Cristina Biglia, ginecologa presso i Dipartimenti Materno-Infantili,  o Consultori Familiari dell’ASL città di Torino, spiegherà come “sia difficile, per una donna con disabilità, accedere alle cure ginecologiche, e condividerà con noi la sua esperienza sul primo ambulatorio di Prevenzione Serena accessibile anche alle disabili. In questo ambulatorio c’è anche un spazio ed un tempo dedicato all’emersione delle eventuali esperienze di violenza: poterne parlare è l’inizio della riparazione della sofferenza”.

La dr.ssa Margherita Cravanzola è specialista geriatra, responsabile delle unità di valutazione geriatrica dei distretti di Moncalieri e Nichelino; aprirà al mondo degli anziani/vecchi fragili e disabili, “per i quali, come per il bambino, è necessario prendersi cura anche del nucleo familiare e del contesto psico-sociale. Per queste persone è importante la visita a domicilio, per evitare per quanto possibile lo stress della variazione ambientale, il disorientamento ed il rischio di ulteriori eventi avversi (cadute, infezioni..)”.

I medici Chiara Benvenuta, Elisabetta Mijno e Marco Dolfin (i due ultimi sono anche campioni paralimpici) saranno tra i testimoni, “intervistati” dalla dr.ssa Carla Pezzuto, responsabile della Chirurgia Plastica Ricostruttiva nelle Mielolesioni (CTO). Chiuderà il corso Leonardo Melossi.

15 novembre 2018
© Riproduzione riservata

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