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Guadagni bassi, chiude l’unica farmacia di Andrate. Federfarma: “Insostenibilità economica per colpa delle politiche sbagliate”

Il sindacato interviene per denunciare un problema di sostenibilità economica delle farmacie diffuso sul territorio regionale. Punta il dito anzitutto contro la Regione che, privilegiando la distribuzione per conto, “ha tolto alla farmacia quel minimo indispensabile per stare in piedi”. Ma anche contro il concorso straordinario del Governo Monti, che “mai come in Piemonte ha creato un sovraccarico di farmacie”.

03 GEN - Un’altra farmacia che non ce la fa. Il 31 dicembre, infatti, la rurale sussidiata di Andrate, paesino di 500 abitanti in provincia di Torino quasi al confine con la Valle d’Aosta, ha abbassato definitivamente le saracinesche. A darne notizia è Federfarma, che sulla propria newsletter, Filodiretto, dà voce ai rappresentanti sindacali piemontesi per denuncia le difficoltà vissute dalle farmacie regionali, quelle rurali in primis.

Nella newsletter si evidenzia anche che l’Asl TO4, a cui attiene la farmacia di Andrate, risulta “una delle principali realtà in Piemonte (e la prima nella provincia della Città Metropolitana di Torino) nelle quali la distribuzione diretta è decisamente spinta. E’ proprio in questo meccanismo che risiede uno dei motivi della crisi della farmacia di Andrate a cui sono state revocate le forniture alla casa di riposo di zona”.

“Questa situazione – spiega Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte – mette in evidenza quello che succede alle farmacie piccole che risiedono in zone rurali alle quali viene tolta l’aria per respirare. La decisione della Regione di distribuire direttamente alle case di riposo, ha tolto alla farmacia quel minimo indispensabile per stare in piedi. Tanto è vero che negli ultimi anni questa farmacia ha dimezzato il suo fatturato”.

Per Andrea Garrone, vice presidente rurali Federfarma Torino, la situazione drammatica vissuta da alcune farmacie, fino anche alla chiusura dell’esercizio, “è la risultanza delle scelte scellerate fatte da gran parte delle istituzioni in questi anni”. Dalla Regione, per esempio, come nel caso della decisione di privilegiare la distribuzione diretta a discapito di quella per conto, “nonostante si sia dimostrato ampiamente che la prima non porta ai risparmi ipotizzati. Anzi”.

Ma anche i governi nazionali hanno avuto il loro peso. Garrone cita il concorso straordinario di Monti, “che mai come in Piemonte ha creato un sovraccarico di farmacie”. “Purtroppo - aggiunge Garrone - non possiamo accettare di pagare, insieme ai cittadini, un prezzo così alto per il semplice fatto di risiedere in zone rurali o più disagiate. Le farmacie, non dimentichiamolo, sono concessioni governative, ovvero presidi che erogano salute in nome e per conto dello Stato. E, come nel caso della farmacia di Andrate, devono essere sostenute a prescindere, per non venir meno al proprio mandato”.

Ma quella di Piemonte non è l’unica realtà in cui le farmacie rurali sono in difficoltà. “Anche la mia regione, l’Umbria, ha avuto un caso come quello di Andrate e il sindaco del comune interessato, Monteleone di Spoleto, allarmato dal fatto che la città rimanesse sprovvista del presidio farmaceutico,  ha convocato Federfarma per trovare una soluzione condivisa. Solo una intesa comune ha permesso di scongiurare il pericolo”, riferisce la presidente del Sunifar, Silvia Pagliacci, che evidenzia “il lavoro che Federfarma-Sunifar sta facendo a livello nazionale” per “far capire ai decisori politici la gravità di situazioni come questa che sono generate spesso da scelte sconsiderate”.

03 gennaio 2019
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