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Covid. Regioni a Governo: "Servizi a rischio per sospensione dei non vaccinati. Servono garanzie su responsabilità” 

La richiesta di “garanzie funzionali per eventuali ipotesi di responsabilità derivanti dalle condizioni di difficoltà determinati dalle sospensioni delle attività lavorative” dei sanitari non vaccinati è contenuta nella lettera che la Conferenza delle Regioni ha inviato al Governo nei giorni scorsi. Lettera in cui le Regioni chiedono che siano predisposte “linee guida sulle misure da adottare qualora si dovesse determinare una situazione di carenza di personale tale da pregiudicare la regolare erogazione delle prestazioni sanitarie ed assistenziali”.

23 SET - Le Regioni chiedono all Governo “garanzie funzionali per eventuali ipotesi di responsabilità derivanti dalle condizioni di difficoltà determinati dalle sospensioni delle attività lavorative”. La richiesta è contenuta nella lettera che il presidente della Conferenza delle Regioni ha inviato al ministro della Salute una lettera, Roberto Speranza, per fare presente la necessità che “il Governo predisponga delle linee guida sulle misure da adottare qualora, in conseguenza del trasferimento oppure della sospensione degli  operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale, si dovesse determinare una  situazione di carenza di personale tale da pregiudicare la regolare erogazione delle  prestazioni sanitarie ed assistenziali, a partire dalle prestazioni essenziali per l’effettuazione di interventi e di terapie salvavita”.

La questione era stata avanzata nei giorni scorsi all’attenzione della Commissione Salute. L’applicazione della normativa, si legge infatti nella lettera, pone le Aziende sanitarie "nella condizione di trasferire oppure di sospendere gli operatori sanitari non in regola con l’obbligo vaccinale, determinando conseguentemente una riduzione del numero di operatori disponibili per assicurare l’erogazione delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie”. In particolar modo quando questa riguardi "un numero significativo di operatori qualificati e specializzati per lavorare in determinati reparti e servizi sanitari, unitamente alla impossibilità di reclutamento di figure professionali in sostituzione per indisponibilità delle medesime sul mercato del lavoro, che può  comportare specifiche difficoltà nella erogazione delle prestazioni assistenziali”, come peraltro già segnalato anche da alcune Regioni, spiega la lettera.

23 settembre 2021
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