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"Sanità del Sud penalizzata da tagli alle risorse”. Omceo Bari e Napoli lanciano campagna di denuncia


Discussi ieri a Bari i dati del progetto Eurocare 5 sulla maggiore sopravvivenza al tumore nei paesi dove si investe di più in sanità. Italia agli ultimi posti, e nelle regioni va ancora peggio. Anelli (Omceo Bari): “Se continuano i tagli, non solo avremo una Sanità in cui può curarsi solo chi può pagare, ma ci sarà meno prevenzione e un’incidenza maggiore di malattie”.

04 MAR - Un paziente oncologico, che ha perso completamente i capelli in seguito alle cure, accompagnato dall’headline “Ho un tumore. In Norvegia sopravvivrei di più. La sopravvivenza cresce nei paesi che investono in Sanità. Più Risorse, più Salute”. È questa l’immagine scelta per la campagna contro i tagli alla Sanità lanciata dagli Ordini dei Medici di Bari e Napoli. La campagna è rivolta all’opinione pubblica e ha lo scopo di denunciare “una situazione che mette in pericolo la tutela della salute dei cittadini italiani e di coloro che abitano nelle regioni meridionali in particolare. Esiste infatti una nuova ‘questione meridionale’ in Sanità legata ad una iniqua distribuzione delle risorse sul territorio che penalizza maggiormente le regioni del sud”.

“Abbiamo scelto un tema particolarmente delicato, cui l’opinione pubblica è sensibile e un’immagine e uno slogan forti, perché vogliamo segnalare l’emergenza – spiega Filippo Anelli, Presidente dell’OMCeO di Bari –. Il Piano di rientro prima, la nuova legge di stabilità ora stanno comprimendo costantemente le risorse investite in Sanità e penalizzando soprattutto regioni del sud come la Puglia. Esiste una correlazione diretta tra povertà e malattia. Tutte le statistiche lo dicono. Se continuiamo a effettuare tagli al sistema sanitario nazionale, non solo avremo una Sanità in cui chi può pagare si può curare e chi non se lo può permettere rinuncerà alle cure, ma potremo fare meno prevenzione e avremo nel complesso una popolazione con un’incidenza maggiore di malattie. Come Ordine chiediamo che sia applicato l’art. 3 della Costituzione italiana, secondo cui è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano l’eguaglianza dei cittadini”, conclude Anelli.

Perentorio anche Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli. “Non è più possibile aspettare il nuovo riparto del fondo sanitario nazionale per chiedere una nuova serie di regole della distribuzione delle risorse – sottolinea -, una Regione può mettere il veto sulla ripartizione ed è stata sempre la strategia dei Governatori campani che si sono succeduti alla Regione per elemosinare i fondi per il nostro sistema sanitario ma vanno cambiati i criteri di distribuzione dei fondi previsti dalla Legge Calderoli, secondo cui il finanziamento stabilito in base a parametri come numero di abitanti e alle fasce d’età. La Campania presenta una media d’età più bassa ma l’aspettativa di vita è più bassa di tre-quattro anni, questi meccanismi vanno rivisti, bisogna tener conto di indicatori sociali, culturali, reddituali. Basta elemosina, bisogna cambiare, non è che la Sanità campana non funzioni ma semplicemente non ha i mezzi economici per garantire le migliori cure per i cittadini”. Il presidente dell’Ordine dei Medici invita la Regione a puntare i piedi con il Governo sulla questione finanziamenti, “assicurando –continua il presidente Scotti – a mettere in campo i meccanismi di controllo contro gli sprechi, al fianco delle Istituzioni punendo chi si appropriasse dei fondi pubblici per interessi personali, non per la salute dei cittadini, ma il dato è che è che medici e professionisti della sanità sono in sofferenza”.
 
La campagna prende le mosse dai risultati del Rapporto Ericare 5 (European Cancer Registry), il progetto europeo di ricerca sulla sopravvivenza al cancro promosso dall’Istituto tumori di Milano e dall’Istituto Superiore di Sanità, i cui risultati sono stati discussi ieri alla sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari.
 
I dati di Eurocare 5 dimostrano che la sopravvivenza per tumore è più elevata nei paesi del Nord Europa (59.6%) e Centro Europa (58%), intermedia nel Sud Europa (54.3%) e in Irlanda e UK (50%), e ai livelli più bassi nell’Est Europa (45%). La sopravvivenza è correlata con la spesa sanitaria nazionale totale e i maggiori incrementi di sopravvivenza si sono registrati nei paesi dove la spesa è aumentata maggiormente. Ne deriva che le probabilità di sopravvivenza per un abitante del Nord Europa colpito da tumore sono più alte di un italiano affetto dalla stessa patologia.

"L’Italia - spiega l'Omceo di Bari - spende, pro-capite 3.027$, molto meno dei Paesi limitrofi quali Austria (4.593$), Francia (4.121$) e Germania (4.650$). Dal 2009 al 2012 la spesa sanitaria pro-capite in Italia è scesa dell'1,1% (Dati Ministero del Lavoro). In rapporto al PIL spendiamo in Sanità meno della Grecia: 8,8% contro il 9,2% (OCSE Health Statistics 2015) e siamo al 22° posto nella classifica EuroHealth Consumer Index 2015. Inoltre, si nota anche a livello nazionale una disparità territoriale nella distribuzione delle risorse investite in Sanità. La spesa sanitaria in Puglia nel 2014 è stata di 7,1 miliardi di euro, mentre a parità di popolazione una regione come l’Emilia Romagna ne ha spesi 8,7 miliardi (Dati Agenas)".

"Nel corso del Piano di Rientro 2011-2013 - prosegue la nota dell'Omceo di Bari - il blocco del turn over in Puglia ha determinato un depauperamento di risorse pari al 6% del personale del SSN (circa 3500 unità). Con conseguenze che erano evidenti già nel 2012: la Puglia aveva 89,6 unità di personale sanitario ogni 10mila abitanti contro i 133,5 dell’Emilia Romagna e i 135,4 della Toscana (dati Istat 2012). Se guardiamo solo a medici e odontoiatri, ogni 10mila abitanti nel 2012 erano 19,6 in Emilia Romagna e 22,1 in Toscana contro i 15,4 della Puglia. E l’equità territoriale non è riscontrabile nemmeno se si guardano i numeri dei posti letto. I posti letto per assistenza residenziale ogni 10mila abitanti erano 16,8 in Puglia, contro i 39,9 della Toscana e i 47,9 dell’Emilia Romagna. Infine, benché elevato in termini assoluti, il costo per abitante del personale in Puglia è tra i più bassi d’Italia, dopo Lazio e Campania"

“Una diseguaglianza territoriale nell’accesso al diritto alla salute certificata dalla Corte dei Conti”, afferma l’Ordine di Bari ricordando la Relazione 2014 della Corte dei Conti sugli andamenti della finanza territoriale che cita: “La fruibilità del diritto alla salute da parte dei cittadini non sembra uniforme sul territorio nazionale”.


04 marzo 2016
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