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Aggressioni al personale. Due casi in poche ore a Cerignola (Foggia)


Un infermiere di triage aggredito dal famigliare di un paziente in attesa al PS dell’ospedale Tatarella e un giovane medico di Continuità  Assistenziale aggredito a casa di un paziente dal padre che aveva chiamato il 118 e pretendeva un’ambulanza. Solidarietà della Direzione Aziendale che annuncia: “A breve il Programma Operativo per la prevenzione e il contenimento degli atti di maltrattamento e/o aggressione ai danni degli operatori sanitari”.

03 GIU - Il Direttore Generale della ASL Foggia Vito Piazzolla esprime “vicinanza e solidarietà, anche a nome di tutta l’Azienda Sanitaria”, ai due operatori vittime di aggressione mentre erano in servizio, sabato sera, a Cerignola.

Due episodi distinti, il primo dei quali è avvenuto al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Tatarella” dove l’infermiere addetto al triage è stato schiaffeggiato dal familiare di un paziente in attesa di essere visitato.

L’aggressione, spiega la Asl in una nota, è avvenuta mentre l’operatore stava spiegando le modalità di accettazione dei pazienti e di assegnazione del codice di "priorità" di accesso alle cure. Ciò ha causato la momentanea interruzione dell’attività di triage, ripristinata solo grazie all’arrivo dei militari della Guardia di Finanza che hanno presidiato la postazione sino al mattino. I medici in servizio hanno così potuto assicurare le cure ai 50 pazienti giunti in Pronto Soccorso durante la notte, di cui 1 in codice rosso, 11 in codice giallo e 38 in codice verde. Medicato, l’infermiere è stato dimesso con una prognosi di cinque giorni.

La seconda aggressione è avvenuta, quasi contemporaneamente, ai danni di un giovane medico di Continuità Assistenziale, inviato dalla Centrale Operativa del 118 presso il domicilio di una paziente per un codice di minore gravità. “Da una prima ricostruzione dei fatti – spiega la Asl - sembrerebbe che il padre della paziente, vedendo arrivare un medico e non un’ambulanza, abbia aggredito a colpi di pugni il sanitario”. Soccorso, il medico ne avrà per dieci giorni.

"È inaccettabile - dichiara il Direttore Generale - che personale sanitario, chiamato a svolgere una delicata funzione al servizio della tutela della salute, debba temere continuamente per la propria incolumità. Non ci spiegazioni per violenze di questo tipo che non colpiscono solo i nostri operatori. Creando una pericolosa interruzione di pubblico servizio, danneggiano, infatti, la stessa utenza la cui salute viene messa a serio rischio. Il mio ringraziamento va agli uomini della Guardia di Finanza per l’intervento tempestivo, grazie al quale le attività di assistenza sono state ripristinate, in un contesto di legalità”.

La Direzione Generale riferisce di avere da tempo programmato e già avviato una serie di interventi finalizzati alla messa in sicurezza dei presidi aziendali attraverso l’attivazione di misure a tutela dell’incolumità degli operatori sanitari e dell’utenza e la predisposizione di azioni concrete di prevenzione e contenimento degli atti di violenza.

“È in via di approvazione, infatti, un ‘Programma Operativo per la prevenzione e il contenimento degli atti di maltrattamento e/o aggressione ai danni degli operatori sanitari’, per la cui elaborazione è stata fondamentale la costante interlocuzione con le forze dell’Ordine e la Prefettura nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”.

“Il nostro intento – conclude il Direttore Generale - è rasserenare il personale in quanto stiamo facendo tutto il necessario per scongiurare il ripetersi di tali aggressioni”.

L’Azienda, intanto, ricorda che sono garantite agli operatori vittime di aggressione tutte le tutele legali e annuncia che si costituirà parte civile negli eventuali procedimenti a carico degli aggressori

03 giugno 2019
© Riproduzione riservata

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