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Fismu: “Commissariare la sanità senza trovare soluzione ai problemi. Mossa elettorale?”


19 APR - "Siamo fortemente delusi dal cosiddetto decreto Calabria, deciso dal ministro della Salute, e approvato dall’esecutivo Conte, senza distinguo, e che commissaria la sanità regionale. Non era mai successo che si applicasse un provvedimento con queste caratteristiche che sembrano finanche comprometterne il profilo costituzionale tanto che il Presidente della Regione, Mario Oliverio, lo ha contestato con decisione e ha annunciato il ricorso alla Consulta ampliando ulteriormente il contenzioso con il governo centrale, un fattore che certo non fa bene ai cittadini e agli operatori della sanità calabrese". Questa la presa di posizione della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu.


Tanto più che per Francesco Esposito, segretario generale Fismu, questo intervento “è del tutto inutile, visto che la sanità regionale è già commissariata da dieci anni con risultati fallimentari. Ora si punta a un ulteriore grado di emergenzialismo, quello che prevede l’arrivo degli ‘uomini della provvidenza’, che prenderanno in mano tutta la sanità calabrese: dagli ospedali al personale, dall'assistenza farmaceutica alla prevenzione e ovviamente la nomina dei manager sanitari che dovranno portare avanti le direttive governative. Da un lato si marginalizzano ancora una volta i medici e si umiliano le professionalità oneste e capaci della Calabria, dall’altro si cercano soluzioni con Commissari pescati probabilmente in altre regioni del Paese”.
“È evidente - continua - che il problema della sanità calabrese è, non solo, e non tanto di uomini, ma di sistema. Invece, la soluzione continua ad essere cercata sostanzialmente nel blocco del turnover del personale, alimentando quel circolo vizioso che è alla base della mobilità sanitaria vera palla al piede del sistema calabrese. Gli operatori saranno costretti a continuare a lavorare in condizioni proibitive e tutto ciò mentre il governo, lascia soli, in prima linea, noi medici e non solo, anche a lottare contro le mafie”.


“Questa rischia di essere solo una mossa elettorale - conclude Esposito - che non risolve i problemi della sanità regionale, a partire dalla corruzione e dalle infiltrazioni della criminalità organizzata, passando per la cattiva gestione, gli sprechi e il clientelismo. Non a caso il decreto approvato, oltretutto, è anche lo strumento per intervenire anche su altre questioni nazionali come la spesa per il personale del Ssn o la formazione medica, l’accesso ai corsi e il nodo dei massimali dei medici di famiglia. Ci aspettavamo con grande attenzione nella speranza che finalmente si adottassero misure in grado di aggredire le criticità della sanità calabrese ed invece siamo rimasti profondamente delusi”. 

19 aprile 2019
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