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Trapianti. All’Umberto I di Roma prima donazione di organi a cuore fermo del Lazio


L’espianto sulla donna, 51 anni, ha consentito il trapianto di cornee, fegato e reni in cinque pazienti tra Roma e Palermo. D’Amato: “La sanità romana si pone all’avanguardia, questo straordinario intervento arriva ad una settimana dal triplo trapianto di fegato eseguito dall’azienda San Camillo di Roma”.

19 MAG - “E’ stato grazie alla profonda generosità della signora G.T.E. di 51 anni, ricoverata in gravissime condizioni presso la Rianimazione Centrale, che è stato possibile portare a compimento presso il Policlinico Umberto I la prima donazione di organi a cuore fermo”. A comunicarlo è l’assessorato regionale alla Salute del Lazio in una nota. 

In vita, la paziente aveva manifestato la volontà di donare gli organi e di non essere soggetta a nessun trattamento terapeutico forzato in caso si fosse trovata in condizioni gravissime con lesioni cerebrali irreversibili. Accogliendo la sua volontà, ed anche le richieste dei familiari della donna, è stato possibile eseguire la donazione degli organi a cuore fermo consentendo il trapianto di cornee, fegato e reni in cinque pazienti tra Roma e Palermo.

“La sanità romana si pone all’avanguardia, questo straordinario intervento arriva ad una settimana dal triplo trapianto di fegato eseguito dall’azienda San Camillo di Roma e desidero ringraziare l’equipe medica multidisciplinare del Policlinico Umberto I e la Rete regionale trapianti per questo risultato straordinario raggiunto” commenta nella nota l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato. 

Di norma la donazione degli organi è effettuata da donatore di cui è stata accertata la morte cerebrale; mentre in questo caso il cuore del donatore aveva smesso di funzionare per arresto cardiaco. “La donazione a cuore fermo - ricorda la nota dell’assessorato - è una modalità lecita che non richiede riferimenti legislativi o etici differenti rispetto alle leggi esistenti che regolano l’accertamento di decesso del paziente con criteri neurologici. Il caso della signora ha rappresentato una situazione di particolare difficoltà che ha richiesto una procedura clinico chirurgica di alta complessità con un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture di discipline diverse”. 

Un processo di lavoro “in squadra” che ha coinvolto l’intero DEA Dipartimento Emergenza, a partire dall’Accoglienza dove gli operatori supportano ed informano i famigliari, i medici e gli infermieri del Pronto Soccorso, la Rianimazione DEA e quella Centrale con ECMO team, i tecnici perfusionisti, il personale di sala operatoria, il Team della perfusione degli Organi, l’equipe chirurgiche coinvolte e il personale sanitario del coordinamento locale donazione organi e tessuti. Fondamentale è stato il supporto istituzionale e operativo garantito dal Centro Regionale Trapianti del Lazio diretto dal Dott. Mariano Feccia, e quello del Centro Nazionale Trapianti guidato dal Dott. Massimo Cardillo.

“Sono passati quaranta anni dal primo trapianto di fegato eseguito in Italia nel 1982 proprio presso il “nostro” Policlinico Umberto I – afferma Fabrizio d’Alba, direttore generale del Policlinico - Credo che l’elevata competenza multidisciplinare dimostrata da tutti gli operatori coinvolti anche in una procedura cosi complessa come quella messa a punto due giorni fa, sia la testimonianza di una scuola d’eccellenza legata ai trapianti all’interno del Policlinico, che ha saputo nel corso dei decenni ampliare le proprie capacità professionali e organizzative.  Il mio pensiero in queste ore - conclude d’Alba - va ai familiari di questa donatrice “unica” che hanno pienamente condiviso e supportato le sue scelte anche in un momento di grande dolore per la perdita della loro cara”.

19 maggio 2022
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