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Ha un tumore, non trova lavoro. Lilt Firenze: “Lavorare è un diritto, anche dei malati oncologici”


Il presidente Peirano esprime solidarietà a Serena, la donna fiorentina di 54 anni che non riesce a trovare un impiego a causa della malattia. “Escluderli dal mondo del lavoro è un'ingiustizia da condannare”.

31 MAR - "I malati oncologici hanno il diritto di lavorare, escluderli dal mondo del lavoro è un'ingiustizia da condannare: emarginare un malato equivale a diminuire le sue possibilità di guarigione”. A dirlo è il presidente di Lilt Firenze Alexander Peirano, che esprime massima solidarietà a Serena, la donna fiorentina di 54 anni che non riesce a trovare un impiego a causa della sua patologia.

Serena ha raccontato la sua storia su Facebook: “Faccio un colloquio di lavoro - scrive sul suo profilo social -. Tutto bene, piaccio. E poi arriva la domanda: chiedono perché abbia l’invalidità. Rispondo: oncologica. Cambiano le facce le espressioni. Tutto cambiato. Imbarazzo palese. Frasi di circostanza che quasi quasi chiamo la Taffo. Non se la sentono perché ”se poi succede qualcosa noi come facciamo”. Magari sono fra quelli contro il reddito di cittadinanza. “Vaffanculo” penso. Sono uscita che toccavo ferro ovunque. Il primo che mi dice qualcosa sulle aziende in difficoltà e la mancanza di personale lo vado a cercare sotto casa. Non dico altro”, conclude Serena.

Una vicenda da condannare, per il presidente di Lilt Firenze: “La malattia non può essere una condanna civile, professionalità e volontà non possono passare in secondo piano - sottolinea Peirano - Come Lilt abbiamo un servizio dedicato e collaborazioni esterne proprio su queste tematiche, che sono centrali nella cultura dell’attenzione ai malati che dovrebbe contraddistinguere una società moderna”.

E quella di Serena non è l’unico caso di questo tipo. “Nella nostra esperienza al centro di riabilitazione Ispro Lilt di villa delle rose - spiega Giovanna Franchi, psico-oncologa- vediamo tante persone discriminate sul lavoro a causa della loro malattia oncologica. A volte le terapie rendono obiettivamente difficile affrontare le attività quotidiane, ma in tantissimi casi il tumore non impedisce di lavorare. Anzi, l’inserimento in questo ambito può essere uno stimolo prezioso per riprendere in mano la vita e per continuare a portare il proprio contributo e le proprie competenze nella società”.

31 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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