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Intramoenia. Alla Città delle Salute di Torino i conti non tornano ed è scontro tra sindacati e azienda


Ammanco di oltre 7 milioni di euro destinati all’abbattimento delle liste d’attesa. Le cifre dovevano essere accantonate dall’azienda trattenendole dalle somme pagate dai pazienti ai medici per le prestazioni in intramoenia, “ma una parte di questi soldi è stata destinata ad altre attività ed un’altra parte non è mai stata chiesta agli utenti”, dicono Anaao, Cimo e Aaroi. L’Azienda contrattacca e accusa i suoi medici di irregolarità nell'attività in intramoenia.

20 APR - È caos alla Città della Salute di Torino per 7 milioni di euro mancanti che sarebbero dovuti derivare dall’attività di intramoenia dei medici dipendenti e di cui si sarebbe persa traccia. A sollevare il caso erano state Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Aaroi Emac, che lo scorso agosto avevano chiesto conto all’Azienda di quell’ammanco della cifra, derivante dall’attuazione del cosiddetto decreto Balduzzi “che inserisce - scrivevano i sindacati in una nota - tra le numerose trattenute sulla cifra pagata dai pazienti per una visita in intramoenia, una somma pari al 5% a partire dal compenso del libero professionista da vincolare ad interventi di prevenzione o di riduzione delle liste di attesa”.

Le cifre, attaccano i sindacati, “dovevano essere accantonate dall’azienda a partire dalle somme pagate per l’intramoenia dei medici dipendenti, ma una parte di questi soldi è stata destinata ad altre attività ed un’altra parte non è mai stata chiesta agli utenti. Questo in violazione di un esplicito accordo firmato con i sindacati dei medici e ancora oggi colpevolmente disapplicato”. Anaao, Cimo e Aaroi avevano anche un esposto alla Procura per fare luca “sulla grave inadempienza dell’azienda e sta procedendo con la denuncia per attività antisindacale, per assenza di accordi sindacali in materia tra il 2012 e 2015, e inadempienza degli accordi del 2015 fino ad oggi, con una situazione grave ed illegittima, non ancora a norma”.

Una iniziativa che però si è trasformata in un boomerang. L’Azienda, infatti, si è fatta carico della vicenda, ma portando avanti una serie di verifiche sui medici, alcuni dei quali sono stati accusati di irregolarità nei pagamenti delle prestazioni in intramoenia, tanto che la Direzione avrebbe sollecitato dei rimborsi e dato vita a un’indagine che potrebbe vedere alcuni medici accusati di peculato.

Un’azione, quella dell’Azienda, che i sindacati giudicano come l'ennesimo errore da parte dell'Azienda: “L’Assessorato ed alcune ASL proseguono nell’illegittima pretesa di somme riferite al 5% della Balduzzi di 10 anni fa, dettagliando le cifre dovute. Senza chiarire come hanno dedotto le somme e senza soprattutto attendere il pronunciamento dei magistrati riguardo alle cause da noi depositate. Ai medici vengono vergognosamente attribuite le conseguenze di errori amministrativi. Nulla da noi è dovuto. Anaao è a fianco dei propri iscritti in questa che sta diventando una battaglia di principio”, scrive l’Anaao Assomed in una nota in cui annuncia anche di avere depositato dei ricorsi al Tribunale del lavoro “contro questa pretesa grave, illegittima e offensiva”.

20 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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