Valle d’Aosta. Inaugurata la Pet all’ospedale Parini di Aosta
Dalla scorsa settimana i cittadini affetti da patologie tumorali possono chiudere il ciclo diagnostico all’interno della propria Regione. L’innovativa Pet Ct permette di studiare nel paziente i processi metabolici e le alterazioni che si verificano in varie situazioni patologiche nell’organismo.
31 OTT - Le persone affette da patologie tumorali dalla scorsa settimana possono chiudere il ciclo diagnostico in Valle d’Aosta. È stata infatti inaugurata, il 26 ottobre scorso all’Ospedale regionale Parini di Aosta, nel reparto di Medicina Nucleare, la Pet Ct (Positron Emission Tomography - Computed Tomography), tomografia a emissione di positroni. L’innovativo macchinario permette di studiare nel paziente, in maniera non invasiva, i processi metabolici e le alterazioni che si verificano in varie situazioni patologiche nell’organismo.
“Con questa tecnologia importante dotiamo la popolazione valdostana, l’ospedale regionale Parini, di una tecnologia che va a chiudere il cerchio di tutte quelle che sono le possibilità diagnostiche, in particolare nel campo dei tumoro – ha commentato
Albert Lanièce, assessore alla Sanità e Politiche sociali - la Pet-Ct è infatti una tecnologia particolarmente raffinata, per la quale fino ad ora, eravamo obbligati a mandare i nostri pazienti in centri importanti fuori dalla nostra regione”.
Lo strumento viene in particolar modo utilizzato in campo oncologico per la diagnosi precoce e nella caratterizzazione biologica delle neoplasie, nella stadiazione, nel monitoraggio della terapia, nella diagnosi di ripresa di malattia e nella ristadiazione.
L’esame inizia circa un’ora dopo la somministrazione del radiofarmaco: questo tempo deve essere trascorso in sale dedicate all’interno del reparto di Medicina Nucleare; la sua durata varia dai 20 ai 30 minuti, durante i quali il paziente rimane disteso sul lettino della macchina. Non si tratta di un procedimento doloroso e tanto meno pericoloso.
Con lo strumento della Pet-Ct l’ospedale Parini di Aosta potrà, in futuro, essere un punto di riferimento anche per i pazienti provenienti da fuori Valle.
Albert Lanièce, Assessore regionale alla Sanità e poltiche sociali
“Sicuramente può essere interessante anche in termini di un ritorno dei costi che sono stati effettuati – ha concluso Lanièce - perché ricordo che questa tecnologia è presente in pochi ospedali in Italia. Regioni vicine, come il Piemonte, la Liguria, la stessa Lombardia, hanno già questi macchinari, ma ripeto sono pochi gli ospedali e quindi possiamo offrire anche agli extraregionali questa possibilità e sviluppare sempre più con interesse l’aspetto della mobilità sanitaria attiva”.
31 ottobre 2012
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