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Comunicazione medico-paziente. OMCeO di Udine: “Va rinnovata, anche alla luce delle nuove piattaforme”

di Endrius Salvalaggio 

Il medico deve parlare al paziente senza usare termini scientifici, ricordando che è il malato ad essere in una posizione di fragilità, rafforzando la fiducia anche quando si usa la telemedicina e il dialogo non è faccia a faccia. È questo l’impegno che l’Omceo di Udine si è posto di portare avanti tra i propri iscritti. Cedolini: “Cambiano le piattaforme per le diagnosi e gli approcci medico legali, anche i piani di studio dovrebbero tenerne conto”.

04 DIC - Saper meglio gestire la comunicazione in ambito medico e fra medico e paziente è uno degli obiettivi che l’Ordine dei Medici Chirurgi e degli Odontoiatri di Udine si è prefissato do promuovere fra i propri iscritti, anche in considerazione dell’arrivo delle nuove tecnologie che coinvolgono i medici ma anche la relazione con i pazienti e i loro famigliari. A queste tematiche l'Omceo ha dedicato anche un convegno, promosso lo scorso 11 novembre, e che ha visto, tra i relatori, la Prof.ssa Carla Cedolini, Dirigente sanitario Responsabile della S.O.S. di Chirurgia senologica ASUFC Udine.

“L’assistito è da sempre abituato a parlare con il medico in un rapporto diretto, ma con l’arrivo della telemedicina, dell’intelligenza artificiale e l’utilizzo dei vari social – spiega Cedolini, Dirigente sanitario Responsabile della SOS di Chirurgia senologica di Asufc di Udine – il rapporto medico-paziente è cambiato enormemente. Un nuovo modo di relazionarsi, una nuova competenza del bagaglio professionale, che ogni medico ha dovuto acquisire in autonomia”.

“Un paziente comune – riporta la dirigente Cedolini – quando viene a farsi una visita è già ‘istruito’. Qui nasce il problema di come istaurare il primo rapporto medico-paziente, perché si deve partire arginando le convinzioni che il paziente aveva già prima di incontrarci, facendogli capire le cose che non sa o che sa ma in modo impreciso. Mettendoci noi professionisti in una posizione chiara che vede paziente avere un problema e il medico fare il proprio lavoro. Per nuova comunicazione intendiamo anche sapere comunicare attraverso una piattaforma come nel caso della telemedicina, che di fatto non è la stessa cosa che avere davanti un paziente”.

Per la professoressa Cedolini comunicare non vuol dire le cose che il medico sa, ma fare in modo che il paziente capisca qual è il suo problema e a cosa va incontro. Capire chi c’è davanti e come porsi. Non è una cosa che viene insegnata nel percorso di studi, sottolinea Cedolini, e molte volte il rapporto fra medico paziente viene reso difficile proprio per questo motivo. Oltre al fatto che nel mondo attuale un paziente, facendo una ricerca su un qualsiasi motore di ricerca, va ad un colloquio con il medico già con delle idee fatte e con delle aspettative che in molti casi sono distanti dalla realtà.

L’OMCeO di Udine ha posto fra le sue priorità ordinistiche, la promozione di una comunicazione più vicina possibile alla tradizionale fra medico e paziente anche se svolta fra le diverse piattaforme, di promuove la cultura di non porsi da una cattedra ma saper comunicare a prescindere dalle convinzioni o meno del paziente mettendosi nello stesso piano di chi ha il problema, allontanando il “medichese”.

“Detto ciò – conclude la professoressa Cedolini – anche come Ordine dei medici di Udine auspichiamo che all’interno del piano di studi degli studenti venga inserito anche una parte relativa alla nuova comunicazione fra medico e paziente alla luce delle nuove piattaforme”.

Endrius Salvalaggio

04 dicembre 2023
© Riproduzione riservata

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