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Strutture accreditate. Doria: “Necessario allocare nuove risorse con una variazione di bilancio”

di Elisabetta Caredda

L’ex assessore della Sanità interviene per approfondire il tema sui finanziamenti richiesti a gran voce dalle strutture private convenzionate. Per Doria: “Le cifre stanziate per il privato accreditato indicate dall’assessore Bartolazzi, non devono più intendersi come sottoposte al vincolo della spending review. La Corte Costituzionale ha ritenuto costituzionalmente legittime le disposizioni legiferate”

04 OTT -

Nel suo recente intervento sui finanziamenti dedicati alle strutture sanitarie private accreditate l’assessore Armando Bartolazzi accenna alla sentenza 141/2024 della Corte Costituzionale, che riconosce un ampio margine di manovra potenziale alla Sardegna. In proposito approfondisce il tema su Quotidiano Sanità il prof. Carlo Doria, ex assessore alla Sanità della scorsa legislatura.

“Ho sempre lamentato - spiega il prof. Doria - della sperequazione relativa alla distribuzione delle risorse per le strutture sanitarie private convenzionate del nord Sardegna che rappresenta la parte territoriale meno agiata da questo punto di vista. Come ben ricorda l’assessore Bartolazzi nel suo recente intervento sui finanziamenti stanziati per le strutture private accreditate, tra le cose fatte quando sono stato assessore alla Sanità, è compresa la vittoria riconosciuta dalla sentenza 141/2024 di qualche mese fa della Corte Costituzionale che ha abolito la spending review per la Sardegna “.

“A tal proposito – prosegue il professore -, annovero che il Governo nazionale aveva ritenuto di impugnare l’art. 56 della L.R. n. 9 del 2023 e l’art. 5, comma 1, della L.R. n. 21 del 2023, disposizioni con le quali al fine di garantire i livelli essenziali di assistenza e ridurre i tempi di attesa, avevamo autorizzato l’incremento della spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie eccedendo i limiti previsti dalla normativa nazionale”.

“Per la Corte Costituzionale le disposizioni che abbiamo legiferato ‘sono state ritenute costituzionalmente legittime'. Le motivazioni di ciò risiedono nel fatto che “con riguardo ai vincoli di finanza pubblica recati dalla legislazione statale, seppure la Corte sia costante nel ritenere che essi si applicano, di regola, anche ai soggetti ad autonomia speciale e che i tetti di spesa costituiscono principi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica, nel caso di specie, non si utilizzano per la Regione autonoma Sardegna che provvede integralmente al finanziamento del proprio servizio sanitario regionale. Il finanziamento integrale degli oneri del servizio sanitario regionale a carico del bilancio sardo e l’assenza di condizioni che possano far ritenere di non poter applicare il predetto principio (ossia la sottoposizione a un piano di rientro dal disavanzo finanziario in materia sanitaria o la compromissione dei livelli essenziali delle prestazioni) comporta che lo Stato non possa intervenire con norme di coordinamento finanziario che incidano sulla competenza regionale nella allocazione della spesa sanitaria”.

“Ciò cosa vuol dire ? “Che le cifre stanziate per il privato accreditato indicate dall’assessore Bartolazzi, non devono più intendersi come sottoposte al vincolo della spending review, la pronuncia della sentenza della Corte Costituzionale è chiara. E’ semmai necessario allocare nuove risorse con una variazione di bilancio e così rispondere al reale fabbisogno che le strutture private accreditate stanno chiedendo, anche attraverso audizioni presso la commissione consiliare competente, per superare i limiti determinati dal problema dell’esiguità dei finanziamenti regionali ad esse dedicati e poter garantire l’assistenza sanitaria ai pazienti. La domanda che nasce spontanea è: perché un sassarese, ad esempio, dovrebbe recarsi nello studio radiologico di Nuoro per fare una risonanza magnetica ? Chiaro, con le strutture presenti a Sassari, se non è una questione di scelta del medico, un sassarese predilige eseguire l’esame a Sassari”.

“Ripeto, il ragionamento ora deve potersi concentrare su una variazione di bilancio per soddisfare il fabbisogno delle strutture private convenzionate col SSR. Gli ospedali non sono sufficienti a garantire prestazioni puntuali. Lo abbiamo visto anche durante il periodo di emergenza sanitaria causata dalla pandemia per il Covid quanto le strutture private siano state importanti per smaltire le liste di attesa. E tutt’ora rappresentano una ‘man forte’ in tal senso, sono indispensabili. Mettere il paziente al centro dell’assistenza, significa sapergli offrire un servizio sanitario territoriale, e ciò significa poterci avvalere anche delle strutture accreditate” – conclude Doria.

Elisabetta Caredda



04 ottobre 2024
© Riproduzione riservata

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