Screening tumore colon-retto in farmacia. D’Amato interroga Rocca: “Grave stop per mancanza provette”. La Regione: “Attivati immediatamente ma non responsabili”
In una nota l'amministrazione fa notare che la natura della criticità è dovuta a problematiche di fornitura del materiale diagnostico per cause di forza maggiore esterne alla Regione Lazio, come l’impossibilità di prevedere eventuali scorte di provette, la cui scadenza è semestrale
17 GIU - “Ho presentato un’interrogazione urgente al presidente Rocca per chiedere come mai le farmacie stanno ricevendo una comunicazione in cui si chiede di bloccare lo screening del colon-retto a causa del mancato approvvigionamento delle provette. Lo screening del colon, che avviene attraverso la ricerca del sangue occulto, è importante per l'elevata incidenza del tumore e riguarda circa 180mila cittadini che si rivolgono alle farmacie. È un servizio istituito dalla giunta precedente ed è incomprensibile come non si sia, per tempo, previsto l’approvvigionamento delle provette. Mentre si discute di prevenzione a livello nazionale, nel Lazio si blocca lo screening nelle farmacie. Temo che, se il servizio non verrà ripristinato al più presto, le conseguenze saranno molto gravi. Il ritardo nella diagnosi del tumore al colon-retto può compromettere la cura e causare seri danni. Chiedo spiegazioni al presidente Rocca”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale e responsabile nazionale Welfare di Azione,
Alessio D’Amato.
“In riferimento alla prevenzione sul colon retto e all’interruzione unilaterale delle forniture da parte della multinazionale aggiudicataria - risponde la Regione in una nota - l’Amministrazione regionale s’è attivata immediatamente per fronteggiare le difficoltà della fornitura ereditata dalla Giunta precedente e per individuare le tempestive soluzioni idonee volte a contenere il disagio e a garantire il proseguimento del programma di screening.
La natura della criticità è dovuta a problematiche di fornitura del materiale diagnostico per cause di forza maggiore esterne alla Regione Lazio, come l’impossibilità di prevedere eventuali scorte di provette, la cui scadenza è semestrale. Alla luce della gara bandita nel 2015 e aggiudicata nel 2018 dalla precedente Giunta regionale, i cui primi contratti con le Asl risalgono al 2020, l’attuale Amministrazione, oltre ad aver già pianificato e attivato il nuovo iter per la nuova gara, ha ipotizzato - insieme con gli uffici regionali - tutte le possibili soluzioni sia con il fornitore sia con gli altri operatori economici”.
“L’inevitabile rallentamento dell’offerta di screening nei mesi di luglio e agosto, dovuti al naturale calo fisiologico per la pausa estiva - prosegue la nota - ha spinto l’Amministrazione regionale a propendere, in linea con le Asl, per il pieno recupero dell’attività nei mesi successivi, a partire da settembre, anche grazie all’arrivo di una prima nuova fornitura di 40.000 provette a cui faranno seguito successive forniture tali da garantire il servizio. L’Amministrazione regionale, intervenuta prontamente per salvaguardare i Livelli essenziali di assistenza, è in attesa dell’esito della gara in corso per il nuovo aggiudicatario, confermando gli sforzi profusi in questi anni sulla prevenzione. Infatti, le attività di screening con l’insediamento dell’attuale Amministrazione sono in costante crescita a dimostrazione delle giuste misure messe in campo sulla prevenzione: per il colon retto sono stati 249mila i test lo scorso anno, 204mila nel 2023 e 175mila nel 2022”.
“La nota della Regione conferma che vi è uno stop alle forniture dei kit alle farmacie per lo screening del colon-retto - evidenzia ancora D'Amato nel pomeriggio - e questo è grave. In due anni e mezzo non si è riusciti neanche a garantire gli approvvigionamenti, o si è superficiali, oppure si è incapaci. Anziché fare il solito scaricabarile, il presidente Rocca dovrebbe dire quando verrà ripristinato il servizio. Purtroppo, secondo gli ultimi dati del Ministero, il Lazio perde sei posizioni nella prevenzione, scivolando all'undicesimo posto, e questo ulteriore stop rischia di aggravare ulteriormente la situazione”.
17 giugno 2025
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