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Riparto. Cgil: “L’età non sia l’unico criterio”


Nel giorno in cui si apre il vertice della Conferenza delle Regioni per trovare un accordo sul riparto del Fondo sanitario nazionale 2011, la Cgil diffonde una nota in cui sottolinea la necessità di identificare il fabbisogno tenendo conto anche di fattori epidemiologici e sociale, e della necessità di favorire i percorsi di convergenza delle regioni con maggiori difficoltà verso gli standard assistenziali delle regioni più virtuose.

07 FEB - Si aprirà nel pomeriggio di oggi, e durerà tre giorni, la riunione straordinaria monografica della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome convocata dal presidente della Conferenza, Vasco Errani, per trovare un accordo sul riparto del Fondo sanitario nazionale 2011.
Sulla questione oggi è intervenuta la Cgil che, con una nota a firma della segretaria confederale Vera Lamonica e del responsabile Politiche della Salute Stefano Cecconi, fa il punto su quelli che, secondo il sindacato, sono i criteri di cui le Regioni dovrebbero tener conto nell’accordo per distribuire il finanziamento per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza ai cittadini: 104 miliardi di euro, pari al 7% del PIL, che rappresentano oltre il 70% del bilancio delle regioni. “Il riparto 2011 è particolarmente delicato anche perché sarà usato come base di partenza per il federalismo sanitario”, osservano i due sindacalisti ricordando che “nella sanità, già da tempo è stato superato il criterio della “spesa storica” e la quota del finanziamento è stata assegnata progressivamente in base alla popolazione di ogni regione, corretta, seppur parzialmente, con il “peso” dell’età degli abitanti”. “Ma certo – sottolinea la Cgil - la sola età delle popolazioni non basta a identificare il fabbisogno, bisogna considerare anche altri fattori, che risultano ad esempio dalla situazione epidemiologica e sociale”. “Bisogna procedere con gradualità, tanto più dopo i tagli decisi dal governo con le ultime manovre che hanno già messo le regioni in gravi difficoltà. Tuttavia l’obiettivo auspicabile è quello di arrivare ad un riparto che, pur considerando il fattore età decisivo, utilizzi più criteri, in grado di identificare meglio i bisogni reali. Questa scelta può aiutare ad allocare le risorse in modo più appropriato, quindi più efficiente e rispondente alle necessità dei cittadini”.
Secondo Lamonica e Cecconi, già nel 2011, sarebbe “possibile e utile” considerare almeno uno dei criteri che riconoscono particolari condizioni di fabbisogno e di svantaggio, cioè l’indice di deprivazione (di reddito, istruzione, contesto sociale, ecc).
Infine, concludono i sindacalisti, “resta sempre aperto il problema di come sostenere la riorganizzazione e la riqualificazione dei servizi, soprattutto per favorire i percorsi di convergenza delle regioni con maggiori difficoltà verso gli standard assistenziali delle regioni più virtuose. Anche di questo dovrebbe tener conto il riparto”.

07 febbraio 2011
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