Patto per la Salute: ormai è stallo. Le Regioni insistono: “Serve una pre intesa”. Sempre più improbabile accordo entro il 31 marzo. Toti esemplifica: “È come sui navigator”
di Luciano Fassari
I presidenti ribadiscono la richiesta di un pre accordo, prima di far partire i tavoli operativi, sul documento consegnato al Ministero della Salute le scorse settimane su cui però la Grillo era contraria. Intanto non va avanti nemmeno la nomina del presidente di Aifa. Senza contare come tra gli Enti locali i mal di pancia per l’attivismo del Ministro, da ultimo la sortita in Calabria di ieri, crescono. Con buona pace del Patto che appare impossibile da chiudere entro la scadenza fissata dalla Legge di Bilancio
07 MAR - “Il Patto per la Salute procede come con i navigator. Il Ministro dello Sviluppo economico e quello della Salute si devono essere sentiti e hanno deciso un calendario parallelo”. Con questa battuta il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti esemplifica lo stallo sul nuovo Patto che come sulla questione del reddito di cittadinanza vede in atto un braccio di ferro tra Governo e Regioni.
Mancano infatti poco più di tre settimane alla scadenza per la stesura del Patto per la Salute 2019-2021 ma ad oggi appare veramente improbabile che la dead line possa essere rispettata.
Le Regioni infatti insistono sulla richiesta fatta nelle scorse settimane (ribadita nell'ultimo incontro del 27 febbraio) e su cui ad oggi non hanno ancora ricevuto risposte da Lungotevere Ripa: “Prima di dare avvio ai tavoli tematici per la stesura del Patto, si dovrà procedere ad un'intesa o da un accordo con il Governo sui principi e sugli obiettivi strategici contenuti nel documento approvato dalla Conferenza”.
Insomma, lo stallo è ormai evidente anche perché i temi in ballo sul nuovo Patto sono moltissimi: risorse per la sanità, revisione del sistema dei ticket, riorganizzazione assistenza territoriale, fabbisogni di personale, interconnessione sistemi informativi, ricerca sanitaria, programmazione per il ricorso alla sanità privata, fabbisogni edilizia sanitaria, revisione normativa sui commissariamenti, revisione punti nascita, accesso specializzandi al Ssn solo per citare gli aspetti principali.
Sullo sfondo c’è poi la questione della presidenza Aifa. Le Regioni lo scorso dicembre avevano proposto l’assessore del Piemonte Antonio Saitta. Il Ministro Grillo sembrerebbe non aver gradito la proposta di un nome unico ma ad oggi, a quanto si apprende, alle Regioni non sarebbe arrivata nessuna comunicazione in merito. Il che tradotto vuol dire che anche questa partita è bloccata (Aifa è da oltre sei mesi senza presidente ndr.)
A pesare infine sui rapporti sempre delicati tra Ripa e via Parigi l’attivismo del Ministro, non ultima la sua sortita in Calabria di ieri, con l'annuncio del decreto legge per una sorta di "super commissariamento" della sanità regionale.
Il quadro attuale, quindi, è veramente a tinte fosche con buona pace di un Patto per la Salute la cui stesura è sempre più in salita.