Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Giovedì 28 MARZO 2024
Regioni e Asl
segui quotidianosanita.it

Covid. Regioni contro il Governo: “Non ascoltate le nostre proposte. Inadeguate le nuove misure”. Bonaccini richiama all’Unità


Comunicati stampa, interviste, dichiarazioni social. I presidenti delle Regioni, dal Nord al Sud, di ala destra o sinistra, hanno usato ogni mezzo per esternare la loro disapprovazione al nuovo Dpcm. “Non sono state ascoltate le nostre proposte”, è la frase più utilizzata dai governatori. Alcuni contestano che le nuove misure punitive di settori, come quelli della ristorazione o dello spettacolo, che invece si erano resi luoghi sicuri applicando tutte le disposizioni anticovid indicate nei mesi passati. Qualcuno pensa che il nuovo Dpcm aiuterà a contenere un poco i contagi, ma tutti concordano che non sarà sufficiente. Ecco le opinioni dei governatori.

26 OTT - Regioni fortemente critiche sul nuovo Dpcm emanato dal Governo. Da Nord a Sud, da destra a sinistra, i presidenti non hanno esitato ad esprimere la loro disapprovazione sul provvedimento. Da una parte si contesta il mancato recepimento delle proposte della Conferenza delle Regioni, dall’altra si evidenzia come le misure contenute nel Dpcm non potranno che incidere solo in piccola misura sull'andamento dell’epidemia. “E’ un passo avanti ma non basterà”, è l’opinione più diffusa. Ma c’è anche chi osserva come, misure poco incisive dal punto di vista sanitario, rischiano di compromettere fortemente alcuni settori economici, come quello dello spettacolo o della ristorazione.

Da Facebook, il presidente della Conferenza delle Regioni e presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, richiama al “massimo di unità”. Politica, ma non solo. Unità da parte di tutti i cittadini. “Come Regioni - scrive Bonaccini - abbiamo espresso le proposte e valutazioni nelle sedi opportune e, in ogni caso, le nuove misure di contenimento segnalano lo stato di emergenza in cui siamo - peraltro, stavolta, sopravanzati da altri paesi europei e occidentali - e che richiede un comportamento responsabile da parte di tutti. Se è vero che le terapie intensive, in particolare nella nostra Regione, non sono sotto stress (anche perché le abbiamo già rafforzate nei mesi scorsi), è altrettanto vero che i reparti degli ospedali si stanno nuovamente affollando di molti ricoveri per covid, impedendo il recupero delle liste d’attesa per le altre prestazioni e rallentando nuovamente l'attività programmata per le altre patologie. Un fatto di cui si parla troppo poco.  Per garantire il massimo di sicurezza delle attività aperte - penso in particolare alle scuole e alle imprese - intensificheremo ulteriormente l'attività di screening, già potenziata nei mesi e nelle settimane scorse”.

Bonaccini non nasconde la sua delusione sul Dpcm. “Contiene - spiega - molte nuove restrizioni, alcune delle quali forse non pienamente coerenti tra loro. Sulle modalità di alcune chiusure ritengo non vi sia stato sufficiente ascolto delle proposte che abbiamo avanzato come Regioni, ma lo ripeto: è il momento dell'unità e non aggiungo le mie considerazioni, che ora sarebbero inutili e fonti solo di altrettanto inutili polemiche. Sottolineo invece la necessità che a provvedimenti restrittivi facciano seguito controlli rigorosi: è importante che tutti comprendano l'importanza del rispetto delle regole e il prezzo che l'irresponsabilità di alcuni può far pagare a tutti. Nella giornata di domani, peraltro, valuterò con la mia Giunta l'impatto dei provvedimenti e l'opportunità di assumere alcune, circostanziate misure, per la parte che ci compete”.

"È infine altrettanto importante - conclude Bonaccini - che le categorie maggiormente colpite dai provvedimenti restrittivi trovino risposte economiche adeguate e tempestive, come annunciato dal Governo, altrimenti non potranno resistere, stremate come sono da mesi di blocco e poi di parziale e difficile ripresa. Penso ad esempio ai ristoratori e ai gestori di pubblici esercizi, di discoteche e sale da ballo, di palestre e piscine, di società sportive o di attività ricreative, di intrattenimento, di eventi. Penso al mondo della cultura, in crisi drammatica. Sono attività molto importanti per le nostre comunità e soprattutto è lavoro. Troppi professionisti, esercenti o artisti sono a reddito zero, o quasi, da molti mesi. Come Regione faremo la nostra parte perché non restino senza voce e senza risposte, mettendoci anche del nostro laddove necessario.

 
 
Da parte sua anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, chiarisce subito che non c’è alcuna chiusura nei confronti del Governo - “Noi siamo sempre pronti a collaborazione” - ma evidenzia tuttavia come “il Governo non ci ha ascoltato e, di fatto, ha scelto questa strada da solo approvando il dpcm senza accogliere la minima modifica richiesta dalle regioni”.

"Il virus c’è - ha proseguito Zaia - e le misure di contenimento sono necessarie, ma bisogna anche che ci sia buon senso ed equilibrio, perché non si possono rovinare le imprese che nei mesi scorsi si sono impegnate ad adeguarsi alle norme anti-covid”. Per Zaia, inoltre, il Dpcm “non è poi così incisivo e chiaro sugli assembramenti”, perché “non basta lasciare la possibilità ai sindaci di chiudere strade o piazze dopo le 21. Che senso ha? Gli assembramenti si possono fare anche prima delle 21”. Il presidente del Veneto ha quindi spiegato ai microfoni di Antenna che ora la Regione valuterà quali eventualmente provvedimenti propri ora si dovranno adottare.
 
 
Per il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, il Dpcm “è un passo avanti, ma non è sufficiente e non basterà. Noi oggi - ha detto De Luca intervenendo a "Che tempo che fa " su Rai 3 con Fabio Fazio - abbiamo livelli di contagi tripli rispetto a marzo, ma anche l'apertura delle scuole e la stagione influenzale che porteranno inevitabilmente un aggravamento della situazione”. Secondo il governatore campano “potevamo fare due scelte: chiudere tutto per un mese e contenere l'epidemia, oppure prendere ancora misure intermedie. Il Governo ha scelto la seconda strada, mantenendo punti di criticità”, perché “non sono le palestre e i teatri il problema” della crescita della curva epidemiologica. Per De Luca, “il mondo della scuola, piaccia o meno, è uno dei vettori più grandi di contagio nelle famiglie”.
 
Il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, scrive su Facebook: “Siamo consapevoli che era necessario un inasprimento delle misure, perché i numeri del contagio purtroppo lo richiedevano. Ma sono molto preoccupato del fatto che le istanze che come Regioni abbiamo difeso in due giorni di confronto, per una apertura fino alle 23 di bar e ristoranti (anche solo su prenotazione), così come quelle di garanzia per palestre e piscine, non siano state accolte. Ora queste categorie non possono essere lasciate sole. Il Governo ha annunciato indennizzi. Bene, purché siano risorse immediate, certe e reali, perché al momento le uniche misure mirate e a fondo perduto che hanno dato un po’ di fiato a queste attività sono quelle che ha erogato la Regione con il Bonus Piemonte. Comunque stiamo studiando ed approfondendo tutte le nuove disposizioni del DPCM per applicarle al
meglio, mentre proseguiamo a lavorare anche oggi per continuare a potenziare i nostri ospedali e la nostra sanità regionale. Una raccomandazione mi permetto di rivolgerla a tutti: mettiamo sempre la mascherina e seguiamo le regole del distanziamento sociale. Facciamolo per noi, ma anche per rispetto di quelli che da domani saranno costretti a pagare un prezzo maggiore per la sicurezza di tutti”.
 
 



 
Tra gli altri commenti, quello del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti: “I nostri ristoratori non si meritavano un nuovo lockdown!”, scrive su Facebook. “Da subito - aggiunge - si sono rimboccati le maniche, adeguandosi alle misure di sicurezza e applicando le regole scrupolosamente. Spiace che debbano rinunciare da domani alle cene, con importanti ripercussioni economiche che coinvolgeranno migliaia di lavoratori e famiglie. Come Regioni ci eravamo opposti, purtroppo inutilmente”. Toti ha espresso quindi l'impegno a battersi “affinché loro e tutte le realtà penalizzate possano avere indennizzi rapidi e certi. Noi siamo con voi!”.
 

 
Anche il presidente del Molise, Donato Toma, si è detto, in una nota, “fortemente contrario ad alcune norme contenute nel nuovo decreto firmato dal presidente Conte. Perché chiudere attività che rispettano il distanziamento? Già nei mesi scorsi bar e ristoranti, ad esempio, hanno ridotto capienza e applicato fermamente le regole. Perché accanirsi? Meglio sarebbe stato applicare controlli più serrati e punire chi usciva fuori dal perimetro normativo. Con il giusto distanziamento che motivo c’è di chiudere? Si può stare seduti ore in treno distanziati o su trasporti pubblici meno distanziati e in cinema, teatro e locali no. Io fatico a comprendere la logica dei provvedimenti”.

“Il Paese - conclude Toma - è arrivato a questa seconda ondata stanco, se non si dà una prospettiva di uscita sarà difficile contenere il disagio sociale. La Conferenza delle Regioni, con il presidente Bonaccini, ha fatto un lavoro enorme a tutela dei cittadini, il Governo ascolti di più chi quotidianamente lavora sul territorio. E, soprattutto, dia ristoro economico veloce e adeguato a chi, da domani, sarà nuovamente penalizzato”.
 
Stessa linea il presidente della Sicilia, Nello Musumeci. "Il governo nazionale - commenta isu Facebook - si è assunto la responsabilità di fare pesare le chiusure sul settore della ristorazione, della cultura e dello sport. Le Regioni italiane, con un documento unanime, avevano chiesto di fare altro e di muoversi in direzione di scelte ragionate e sostenibili sotto il profilo dell’equilibrio tra diritto alla salute e diritto ad una vita quanto più ordinaria possibile, in un periodo del tutto straordinario. L’ordinanza da me adottata - che permane nella sua efficacia per tutte le misure più restrittive - ha scelto come linea di intervento la riduzione della mobilità, tenuto conto della circostanza che il contagio viene anzitutto arginato con la riduzione degli spostamenti e della circolazione dei cittadini. Per questo appare difficile da sostenere la decisione di gravare su comparti nei quali il controllo delle misure è sempre stato più efficace, rispetto ad altri che, per loro natura, sono destinati ad ampie frequentazioni".

“Tuttavia - conclude Musumeci - , poiché solo il governo centrale può assicurare il concreto ristoro per le attività destinate alla chiusura, senza alcuna polemica e con spirito costruttivo chiedo al presidente Conte di varare con la necessaria celerità le misure per la liquidità immediata e per garantire aiuti. Va neutralizzata la tensione sociale. Ancora una volta faccio appello al buonsenso di tutti e alla necessità di stare uniti. Altrimenti sarà tutto più difficile".
 
 
 
Per Vito Bardi, presidente della Basilicata, “il Governo con l’ultimo dpcm penalizza i territori e mette in difficoltà molte attività produttive che nel tempo si erano adeguate al rispetto di tutte le normative per la prevenzione della diffusione del contagio. Non è possibile che le regioni possano intervenire solo in maniera ulteriormente restrittiva rispetto al dpcm, anziché poter valutare caso per caso e laddove sussistano le condizioni in relazione alle peculiarità del territorio, consentire l’esercizio di attività produttive, connesso ovviamente ad un controllo e a un monitoraggio costante. Ciò premesso, mi auguro che quantomeno le misure di sostegno economico annunciate siano tempestive e commisurate al danno che da domani migliaia di attività saranno costrette a fronteggiare. Dobbiamo fronteggiare efficacemente l’emergenza sanitaria e nel contempo scongiurare il disastro economico”, conclude Bardi.

26 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Regioni e Asl

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy