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Covid. Abruzzo adotta linee guida per l’ingresso in ospedale dei familiari di pazienti con disabilità cognitive e neuromotorie


Le disposizioni riguardano anche le modalità di accesso di ospiti e visitatori sia presso le strutture residenziali della rete territoriale. Per quanto concerne gli ospedali, i pazienti potranno essere accompagnati da un caregiver o un famigliare in pronto soccorso, negli ambulatori visita e nell’osservazione breve, ma resta vietata agli accompagnatori l’area ‘rossa’ ad alta intensità di cura. Nelle aree di degenza la presenza è consentita nei reparti non Covid. Nei reparti Covid e nelle terapie intensive sarà il responsabile dell’unità operativa a valutare se consentire l’ingresso. L’ORDINANZA

06 MAG - Coniugare il rispetto dei protocolli anti Covid 19 e di sicurezza sanitaria con la necessità di supporto fisico o psicologico della persona disabile, con particolare attenzione alle possibili conseguenze legate alla separazione dal familiare o dal caregiver in caso di ricovero ospedaliero. E’ l’obiettivo del documento tecnico, recepito in una specifica ordinanza, che regolamenta in Abruzzo la presenza dei caregiver di pazienti disabili all’interno delle strutture residenziali della rete territoriale e dei presidi ospedalieri.

Un provvedimento reso necessario non sono per un sostegno psicologico ma anche, come spiega l’assessore alla Salute Nicoletta Verì, dalla conspevolezza che la disabilità cognitivo comportamentale o neuromotoria comporta spesso una difficile gestione del paziente all’interno delle strutture ospedaliere, tale da richiedere necessariamente il supporto di un familiare o di un caregiver.

Per quanto concerne l’ambito ospedaliero, il provvedimento prevede che in pronto soccorso sia consentita la presenza di un caregiver o familiare (dotato naturalmente di idonei dispositivi di protezione) nelle aree dedicate al triage, negli ambulatori visita e nell’osservazione breve, mentre resta vietata nell’area ‘rossa’ ad alta intensità di cura.

Nelle aree di degenza, invece, la presenza è consentita nei reparti non Covid. Nei reparti Covid e nelle terapie intensive resta permessa previa valutazione e autorizzazione del responsabile dell’unità operativa, sulla base del rapporto rischi/benefici e comunque limitata a particolari situazioni che non siano pregiudizievoli alla salute del paziente.

06 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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