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Lazio. Fimmg proclama stato di agitazione: “Vaccini solo negli Hub e medici di famiglia restano senza”. La Regione: “Consegnate il 97% delle dosi ordinate dai mmg”


Il sindacato protesta contro il mancato coinvolgimento nella campagna vaccinale. Nonostante i nostri ripetuti appelli la Regione Lazio sceglie di aprire ogni giorno nuovi hub per la somministrazione di vaccini contingentando le dosi richieste ai medici di famiglia”.  L’assessore D’Amato: “I cittadini sono liberi di scegliere se richiedere la vaccinazione dal proprio medico o presso il sistema di prenotazione regionale che riscuote una grande adesione”

10 MAG - La Federazione Italiana Medici di Famiglia del Lazio dichiara lo stato di agitazione della categoria dopo aver constatato, da parte della Regione Lazio, il mancato rispetto degli accordi integrativi sottoscritti relativamente alla vaccinazione anti SARS Cov 2 negli studi dei medici di famiglia.

"Nonostante i nostri ripetuti appelli la Regione Lazio" si legge nel documento che sarà inviato dalla FIMMG alle prefetture provinciali "sceglie di aprire ogni giorno nuovi hub per la somministrazione di vaccini contingentando le dosi richieste ai medici di famiglia.Se negli hub, viene utilizzato per tutti il vaccino Pfizer a prescindere dall'età e dalle patologie questo viene invece centellinato o del tutto negato ai medici di medicina generale che hanno dovuto disdire gli appuntamenti. Ci chiediamo quanto costi in termini di denaro pubblico e di personale mantenere un siffatto sistema di vaccinazione che, nonostante i proclami , in quattro mesi, ha raggiunto solo 1.505.885 somministrazioni per la prima dose e solo 738.000 (dati Salute Lazio ) con entrambe le dosi su 4.947.992 cittadini (dati Istat) da vaccinare con 2 dosi”.

“Attualmente – prosegue la Fimmg - la medicina di famiglia ha vaccinato 191.785 cittadini in 2 mesi (dati assessorato) il triplo di qualsiasi hub vaccinale che ha iniziato mesi prima, con costi decisamente inferiori e con enormi difficoltà nel rifornimento dei necessari vaccini. Medicina di Famiglia che da più di un anno è in prima linea insieme alle istituzioni nel fronteggiare la drammatica pandemia che ha colpito il paese, attraverso le USCAR, poi con la vaccinazione antinfluenzale ed antipneumococcica, ( 1.320.000 dosi in neanche 60 giorni), nell'effettuazione di migliaia di tamponi gratuiti per il cittadino per una diagnosi appropriata e precoce , con una enorme mole certificativa e burocratica, fin dall'inizio della pandemia, con notifiche e certificati di fine isolamento che hanno coadiuvato i sistemi aziendali travolti dalle richieste. Abbiamo continuato, sia pur con le debite precauzioni legate alla diffusione del contagio, a svolgere la nostra attività ordinaria, sobbarcandoci di oneri a noi non direttamente riconducibili, dovuti alla difficoltà di accesso ai servizi aziendali e alla riduzione dell'attività specialistica ambulatoriale nelle ASL”.

“Da dicembre – ricorda il sindacato - i medici di famiglia si sono resi disponibili a somministrare i vaccini anti SARS Cov2 inizialmente in 1700 ora sono diventati oltre 3000. Gli hub sono utili strumenti , ma lo sono ancor più se legati alla rete delle 500 UCP oggi presenti nel territorio regionale, mappate, geolocalizzate e disponibili alle quali aderiscono 3980 medici di medicina generale, oltre il 92% del totale. Lo sono se adeguatamente riforniti di vaccini. La Germania ha fatto vedere come la politica dei grandi Hub è efficace se messa in rete con la medicina generale. Dopo l'estate dovremo affrontare un periodo difficilissimo con le vaccinazioni influenzali e con il prosieguo della vaccinazione anti SARS Cov 2 per tutti, con prevedibili nuove ondate di varianti virali, e in tutto questo occorrerà far ripartire una sanità regionale ora rallentata per l'emergenza”.
 
“Tutto questo – conclude la Fimmg - lo abbiamo fatto e lo continueremo a fare per spirito di servizio, con autonoma organizzazione, con sacrificio, vicino ai nostri cittadini. L'abbiamo fatto, inizialmente, in carenza di dispositivi di protezione ed in assenza di linee di indirizzo sulla gestione della patologia, utilizzando quelle da noi prodotte in modo autonomo. Se il Lazio, oggi è una regione virtuosa lo si deve non solo allo sforzo ed all'impegno innegabile dell'Assessorato e di ogni singolo operatore sanitario, alla capacità di risposta degli ospedali, e all'impegno dei volontari e dei cittadini volonterosi, ma anche alla medicina generale”.
 
La replica della Regione.
“Ai medici di medicina generale (MMG) sono state consegnate il 97% delle dosi dei vaccini da loro ordinati pertanto mi sembra eccessivo proclamare uno stato di agitazione e siamo pronti da subito ad aumentare le dosi di Astrazeneca a disposizione degli MMG. I cittadini sono liberi di scegliere se richiedere la vaccinazione dal proprio medico o presso il sistema di prenotazione regionale che riscuote una grande adesione per l’efficienza e per la cortesia degli operatori. Oggi superiamo il record delle 50 mila somministrazioni in un giorno, 13 mila sopra il target stabilito dalla struttura commissariale, a testimonianza del buon andamento della campagna vaccinale nel Lazio. In questa pandemia abbiamo bisogno di tutti, degli hub vaccinali, dei medici di famiglia e anche delle farmacie che sono pronte a partire a fine mese. Bene anche l’open day Astrazeneca a Rieti grande successo di adesione”. Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.

10 maggio 2021
© Riproduzione riservata

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