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Sclerosi Multipla, la nuova frontiera è la personalizzazione delle cure. Le riflessioni alla puntata del Regional Summit dedicata alla Sardegna

di Lucia Conti

L’assessore Carlo Doria la definisce “una patologia sociale per la Sardegna”, visti i numeri. Se la Sclerosi Multipla in Italia conta infatti 198 casi per 100.000 abitanti, secondo i dati dell’Aou di Cagliari la prevalenza sull’Isola è di 370. Per gli ospiti al Sanitalk - oltre Doria, Eleonora Cocco, Gianfranco Mameli e Paolo Serra – è necessario investire sulla diagnosi precoce e sulla profilazione dei pazienti, per realizzare percorsi terapeutici personalizzati in grado di ridurre al minimo la progressione della malattia. “Ma servono tempo e risorse, economiche, strumentali e professionali”.

30 MAR - In Italia si stimano circa 130.000 persone affette da sclerosi multipla, con un’incidenza di circa 3.400 casi all'anno. Nel febbraio 2022 l’Agenas ha pubblicato un nuovo Pdta (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) dedicato alla patologia con l’obiettivo migliorare l’assistenza al paziente. A livello regionale, sono 14 le regioni che hanno implementato documenti analoghi, ma molto resta ancora da fare. A questa sfida sono dedicati i cinque Regional Summit promossi da Sics, con il contributo incondizionato di Bristol Myers Squibb, che nella terza puntata andata in onda il 30 marzo 2023, si è concentrata in particolare sull’assistenza alle persone con sclerosi multipla nella Regione Sardegna, dopo quelli dedicati al Piemonte, alla Puglia e all’Emilia Romagna.

Il dibattito, moderato da Corrado De Rossi Re, ha visto protagonisti Carlo Doria, assessore all’Igiene, Sanità e assistenza sociale della Regione Sardegna; Eleonora Cocco, professore associato di Neurologia dell’Università degli studi di Cagliari e direttore del Centro Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari; Gianfranco Mameli, dirigente medico presso la Clinica Neurologica di Cagliari; Paolo Serra, direttore responsabile Ssd Farmacia clinica e oncologica dell’Ao G. Brotzu.



Un tema, quello della Sclerosi Multipla, particolarmente caro alla Sardegna, dove la malattia, come ha ricordato Eleonora Cocco, “ha una prevalenza doppia rispetto al resto di Italia (370 casi ogni 100.000 abitanti rispetto al dato italiano di 198, ndr) e un Pdta approvato nel 2019 ma che non si è mai evoluto in una vera e propria realizzazione”.

L’assessore Carlo Doria ha garantito che da parte della Regione l’attenzione è alta, così come profondo è l’impegno, anche considerato che “in Sardegna la Sclerosi Multipla può essere definita una vera e propria patologia sociale”. Doria ha espresso la volontà di “prevedere incentivi per i centri che sviluppano progetti e protocolli per la gestione dei pazienti”. Inoltre “dobbiamo investire sia in termini di professionalità che economici per favorire percorsi che vadano incontro ai bisogni dei malati. In questo contesto, è molto importante la collaborazione con le associazioni, che ci aiutano sia a identificare i bisogni che a trovare soluzioni”, ha aggiunto l’assessore.

Eleonora Cocco ha quindi espresso l’auspicio che “grazie alla recente delibera che ha istituito un nuovo tavolo tecnico regionale sulla Sclerosi Multipla, possano essere costruiti nuovi progetti e veri percorsi”. Tenendo conto, ha precisato il direttore del Centro Sclerosi Multipla dell’ospedale Binaghi di Cagliari, che “la Sclerosi Multipla è una malattia cronica ma ad alta complessità, e che oltre a chi può accedere alle nuove terapie e ai loro vantaggi, c’è tutta una fascia di pazienti malati da molto tempo che hanno accumulato disabilità e di cui dobbiamo prenderci cura. Questo vuol dire che abbiamo bisogno di una rete di centri specializzati, ma anche di servizi di assistenza più di prossimità, che facciano uso anche della telemedicina, per arrivare anche a domicilio del malato”.

Gianfranco Mameli ha sottolineato come, all’inizio della nuova Legislatura, sia stato chiesto con insistenza e ottenuto “uno stanziamento di fondi che, per il Centro di Sassari, che ha in cura oltre 1.500 pazienti adulti, ha permesso di poter contare su altri due neurologi che, per quanto non dedicati, hanno consentito di aumentare il monte orario di assistenza, precedentemente fermo a 18 ore di specialistica neurologica”.

In merito alla gestione della malattia, il dirigente medico ha evidenziato come sia in corso anche un salto culturale per quanto concerne la diagnosi precoce: “Guadagnare tempo significa diminuire il rischio di disabilità. Si dice ‘time is brain’, ma ‘time’ è anche ‘money’, perché diagnosticare tempestivamente la malattia significa produrre risparmi in termini di costi sia diretti che indiretti. Il Pdta di Agenas va in questa direzione, punta alla qualità di vita, che è anche un diritto”.

Diagnosi precoce e accesso precoce alla terapia significa anche, come sottolineato da Paolo Serra, avere una rete di punti di ritiro del farmaco, “perché se è vero che il punto di riferimento sono i Centri specialistici, è altrettanto vero che una volta stabilita la terapia, al paziente dovrebbe essere concesso di trovare il farmaco nei luoghi di residenza. Su tale aspetto c’è ancora bisogno di lavorare, ma anche questo significa migliorare la qualità di vita”.

Per Eleonora Cocco, dunque, il Pdta nazionale “è punto di partenza importante per migliorare l’assistenza ai pazienti con Sclerosi Multipla, ma anche per creare approccio omogeneo in tutta Italia, garantendo equità di cura”. “Se riusciremo ad inserire il Pdta nazionale all’interno della realtà regionale ed attuarlo, saremo in grado di dare sicuramente una svolta all’assistenza ai pazienti di sclerosi multipla”, ha detto Cocco.

Gianfranco Mameli ha voluto evidenziare anche un ulteriore elemento di valore del Ptda di Agenas: “Prevede giusti indicatori di processo e di monitoraggio, ponendo alla base dell’assistenza un grado di competenze ed esperienze che il personale deve possedere. Anche questo è un elemento di garanza affinché tutti i percorsi siano efficaci e uguali sul territorio nazionale”.

In questo discorso si è inserito Paolo Serra, secondo il quale il monitoraggio è un aspetto essenziale di qualsiasi percorso di cura, tanto più quando si parla di patologia degenerative e ad alto costo. “L’accesso del paziente a queste terapie è senz’altro un investimento, perché consente di rallentare la progressione della malattia, ma dobbiamo avere la certezza che il paziente assuma regolarmente e correttamente i farmaci, altrimenti sprechiamo soldi senza ottenere risultati di salute”. Il farmacista, per Serra, in questo ambito può avere un ruolo molto importante, essendo il punto di contatto tra il paziente e il farmaco.

Agli ospiti del Summit dedicato alla Sardegna è quindi stato chiesto di esprimere un’opinione in merito ai limiti prescrittivi imposti dalla nota 65 Aifa e dalla distinzione tra farmaci di prima e seconda linea, questione emersa nei precedenti incontri dedicati alla gestione della Sclerosi Multipla nelle Regioni.

“La comunità scientifica – ha detto Eleonora Cocco – sta cercando di abbattere un muro, rappresentato dalla Nota 65, per avere la possibilità di fare accedere tempestivamente ai farmaci a maggiore efficacia, quando lo riteniamo utile e giusto”. Ma non è solo questo a causare problemi di accesso alle terapie, ha sottolineato Cocco: “Per anni in Sardegna i tempi di introduzione dei farmaci nel prontuario regionale sono stati dilatatissimi, causando molti ritardi rispetto a quanto avveniva in altre regioni. Questi precorsi vanno semplificati e velocizzati”.

“Dobbiamo sempre più profilare i singoli pazienti e individuare i fattori predittivi”, ha aggiunto Gianfranco Mameli, ribadendo come la migliore terapia si traduca in migliori esiti di salute. “Questo, tuttavia, significa avere risorse, economiche strumentali e professionali da dedicare ai pazienti”, ha sottolineato il dirigente medico della Clinica Neurologica di Cagliari. “Vuol dire incontrare i pazienti con maggiore frequenza e avere la possibilità di eseguire, in casi selezionati, controlli neuro-radiologici ravvicinati, con risonanza ogni 6 mesi o anche 3 mesi, se si considera opportuno”.

Un invito alla prudenza è arrivato, tuttavia, da Paolo Serra: “Provvedimenti come la Nota 65 nascono dai risultati di studi estesi e approfonditi, sono indicazioni basate sull’evidenza che si conosce. Io comprendo il desiderio dei clinici di poter superare certi paletti, ma il tema della sicurezza delle cure è rilevante e quei paletti rappresentano la garanzia di quella sicurezza”. Questo, ha sottolineato Serra, non significa che i criteri prescrittivi non possano essere rivisti e l’accesso a certe terapie anticipato, “ma i tempi saranno ridotti mano mano che arriveranno i risultati che, sulla base delle evidenze scientifiche, dimostreranno il vantaggio di questo approccio”.

A chiudere il confronto l’assessore Carlo Doria, che ha ribadito l’impegno della Giunta e la volontà di riunire quanto prima il tavolo tecnico sulla Sclerosi Multipla “per parlare delle criticità e individuare insieme le soluzioni”. Su questo tema, ha concluso Doria, “dobbiamo investire finanziamenti importanti, per intercettare la malattia, fare diagnosi tempestiva e ricerca, anche attraverso le nostre università di Sassari e Cagliari, da sempre importanti centri di assistenza per la Sclerosi Multipla”.

Lucia Conti

30 marzo 2023
© Riproduzione riservata

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