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Pazienti incontinenti e stomizzati. Ciusa (M5S): “Necessario tutelare gli interventi preventivi e di cura”  

di Elisabetta Caredda 

Gli stomizzati sardi sono stimati in 1.600. Per quanto riguarda l’incontinenza, in Italia si contano 5 milioni di persone ed il 60% sono donne. Ciusa: “Nell’isola sono numerosi questi pazienti che ci segnalano spessissimo di non ricevere la dovuta attenzione e appositi percorsi riabilitativi, e che meritano un’attenzione mirata per meglio favorire l’efficienza nel supporto degli assistiti la cui vita non è semplice sotto ogni aspetto sociale”.

18 APR - E’ fondamentale garantire una migliore qualità di vita anche ai pazienti stomizzati e incontinenti urinari e fecali agevolando interventi preventivi, compresa la cura e la riabilitazione dei suddetti pazienti. Ad affermarlo è il capogruppo M5S, Michele Ciusa, che accogliendo la voce dei pazienti la porta all’attenzione in Consiglio regionale per affrontare anche la situazione di disagio che vivono quotidianamente queste persone.

“Gli stomizzati sardi - spiega il consigliere a Quotidiano Sanità - sono stimati in 1.600 e la loro vita non è semplice sotto ogni aspetto sociale: lavorativo, sportivo, sessuale. Essere stomizzati ricordo significa essere costretti a vivere con apposite sacche adesive per la raccolta di feci o di urine. Superata la fase post chirurgica e riabilitativa, lavorare con una stomia e reinserirsi nella società civile e produttiva non è cosa facile per i molteplici disagi che ne derivano. Basti pensare che numerosi pazienti stomizzati in età lavorativa, alla ripresa del lavoro spesso si sono ritrovati licenziati o nei casi più fortunati col cambio di mansioni. La stomia è una delle condizioni più invalidanti che esistano in ambito oncologico, procura depressione, senso di vergogna e spesso isolamento sociale”.

“Attualmente – prosegue Ciusa - i livelli essenziali di assistenza (LEA) assicurano ai pazienti stomizzati ‘qualità e libera scelta’, ma per il cateterismo a intermittenza questo non accade e spesso si mette a repentaglio la qualità e la stessa vita dei soggetti che si cateterizzano. Nell’isola inoltre sono numerosi i pazienti stomizzati che segnalano spessissimo di non ricevere la dovuta attenzione e appositi percorsi riabilitativi”.

“Il discorso si estende anche nelle persone colpite da incontinenza, patologia che può arrivare ad incidere pesantemente sulla qualità e quantità di vita, si rilevano problematiche nei pazienti di isolamento sociale, ansia e depressione che sono all'ordine del giorno e solo una minoranza, vincendo imbarazzo e vergogna, si rivolge al medico di famiglia. In Italia si contano 5 milioni di persone che soffrono di incontinenza ed il 60 per cento sono donne, un segreto quasi da non rivelare a nessuno, un vero stigma sociale, ed in tale ottica il Ministero della salute ha indetto il 28 giugno la ‘Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell'incontinenza’. La ‘Giornata’, istituita con DPCM del 10 maggio 2006, ogni anno si svolge il 28 giugno. In questo caso la patologia, come evidenziano i massimi esperti nel settore, in numerosi casi, può essere curata con successo tramite la rieducazione perineale, la chirurgia mininvasiva, la neuromodulazione, etc”.

“Tenuto conto quindi delle significative problematiche di questi pazienti, ho fatto mia la loro preoccupazione ed in Consiglio regionale ho cominciato a portare il discorso perché si possa pensare ad alcune iniziative che abbraccino tutti i soggetti stomizzati o affetti da incontinenza, affinché possano ricevere, a titolo gratuito, gli interventi di prevenzione e di cura necessari per la loro patologia ed invalidità”.

“Penso, tra le diverse iniziative che vedrò di approfondire con la commissione Salute, e che meritano un’attenzione mirata per meglio favorire l’efficienza nel supporto degli assistiti, ad una disciplina che regolamenti la fornitura di dispositivi medici monouso, in regime di libera scelta e appropriatezza prescrittiva, utili a garantire la funzionalità e migliorare la qualità di vita dei pazienti in riferimento anche alle relazioni interpersonali e lavorative, tutelando quindi la libera scelta nell'utilizzo del dispositivo medico monouso da utilizzare (sacche, placche, cateteri, set di irrigazione, etc.); a favorire un maggiore potenziamento degli interventi di riabilitazione funzionale; ad agevolare l'assistenza burocratica per il rapido disbrigo delle pratiche relative alle richieste per i dispositivi medici nonché per il rilascio delle certificazioni mediche necessarie ai fini dei piani terapeutici, assistenziali, riabilitativi e previdenziali: questi pazienti ne hanno immediata esigenza”.

“Ma anche, in caso di necessità, è importante poter incentivare la fornitura di assistenza domiciliare (ADI) integrando le ore necessarie, ed in particolar modo nei casi di bambini incontinenti o che necessitano di effettuare cateterismo intermittente anche all'interno delle scuole di ogni ordine e grado, nonché pensare all’assistenza domiciliare da parte di personale infermieristico specializzato stomaterapisti o uro-riabilitatori, soprattutto per i soggetti anziani o non autosufficienti e nei confronti di soggetti in età pediatrica”.

“Indispensabile, inoltre, progettare la costruzione e mappatura di bagni pubblici presidiati su tutto il territorio regionale, vista la carenza di questi servizi utili per la vita sociale di questi pazienti. Nell'ambito poi del piano sanitario regionale, per ogni provincia, devono poter essere istituiti i centri polifunzionali per l'incontinenza urinaria, fecale e stomale, anche mettendo in rete servizi dedicati già funzionanti. Centri dedicati, all'interno dei quali ci deve essere la presa in carico dei pazienti. Utile infine l’attivazione di un numero verde per fornire ogni tipo di informazione all'utenza interessata, con particolare riguardo alla prevenzione primaria, secondaria, terziaria e sui centri a cui rivolgersi – conclude Ciusa.

Elisabetta Caredda

18 aprile 2025
© Riproduzione riservata

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