Fisioterapisti. Al via a Cagliari la campagna “Mettiti in buone mani” contro l’abusivismo professionale
Iniziativa dell’Ordine dei fisioterapisti della Sardegna Centrale, la campagna informativa mira a sensibilizzare i cittadini sull’importanza di rivolgersi a professionisti formati. Sedda: “L’abuso della professione di fisioterapista da parte di soggetti senza titoli e competenze può determinare gravi danni alla salute delle persone che si sottopongono ai trattamenti. Ecco perché è fondamentale avere la consapevolezza e la certezza di essere in buone mani”.
06 MAG - Contro l’abusivismo della professione fisioterapica, parte a Cagliari la campagna informativa dell’Ordine dei fisioterapisti della Sardegna Centrale, “La tua salute merita fisioterapisti – Mettiti in buone mani”. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini e, nello specifico, le migliaia di potenziali pazienti sardi che necessitano di cure appropriate, affinché ci si rivolga a professionisti formati e capaci di assicurare una giusta assistenza sanitaria. L’iniziativa di comunicazione, lanciata questa mattina durante una conferenza stampa tenuta a Cagliari nella sede dell’Ordine, prevede la distribuzione di una brochure cartacea nei diversi distretti sanitari delle province di Nuoro, Oristano, Ogliastra, Sud Sardegna e Città metropolitana di Cagliari dove opera l’Ordine della Sardegna Centrale. Si avvierà quindi una campagna digitale sui social network affiancata da altre iniziative di sensibilizzazione sui territori.
“Il fisioterapista è un professionista sanitario che si occupa di valutazione, prevenzione, cura, riabilitazione, palliazione e ricerca”, spiega in una nota
Gino Sedda, presidente dell’Ofi. “Interviene nel trattamento di condizioni acute e croniche, avvalendosi di tecniche manuali, esercizi terapeutici e terapie fisiche. L’abuso della professione di fisioterapista da parte di soggetti senza titoli e competenze può determinare gravi danni alla salute delle persone che si sottopongono ai trattamenti. Ecco perché è fondamentale avere la consapevolezza e la certezza di essere in buone mani”.
Per descrivere la professione del fisioterapista, sottolinea l’Ofi della nota, “si deve tener conto di alcuni strumenti chiave: la formazione continua con un aggiornamento costante sulle nuove tecniche, terapie e tecnologie da poter utilizzare; l’interazione attraverso cui portare avanti le collaborazioni con altri professionisti per offrire un approccio integrato al paziente; le tecnologie avanzate per l’uso di strumenti come la telemedicina o la realtà virtuale nei trattamenti; la comunicazione efficace nell’utilizzo di strategie comunicative che permettano l’aderenza al trattamento e il raggiungimento degli obiettivi; la ricerca e l’innovazione nell’elaborazione di progetti e studi clinici che producano evidenze scientifiche capaci di accrescere le professionalità e contribuire al progresso della disciplina; l’educazione del paziente attraverso cui favorire interventi mirati alla prevenzione di infortuni e patologie e al mantenimento di uno stile di vita sano”.
Inquadrate queste parole d’ordine, il fisioterapista avvia la sua attività partendo dalla valutazione, dove si analizza lo stato di salute della persona attraverso l’osservazione, l’esame e i test funzionali della mobilità e della forza muscolare, al fine di elaborare il programma di trattamento adeguato alle esigenze specifiche. “C’è quindi la prevenzione attraverso cui mettere in atto interventi per ridurre i rischi di infortuni e patologie nelle attività di vita quotidiana, lavorative, sportive. La cura invece, attraverso strategie conservative e non farmacologiche, tratta la patologia, i suoi segni e sintomi. La riabilitazione è quel passaggio che pianifica trattamenti personalizzati, adattati alla tipologia e alla sede della lesione, ai bisogni individuali e agli obiettivi da raggiungere. La palliazione, nel fine vita, nelle patologie gravi o terminali, cura la persona e i sintomi garantendo la più alta qualità di vita possibile. E infine c’è l’aspetto che riguarda la ricerca con cui si elaborano programmi e studi basati su evidenze per la promozione della salute attraverso il movimento e lo sviluppo di dispositivi ad alta tecnologia”, spiega l’Ofi.
Sono 32, ricorda la nota, gli ambiti d’intervento muscolo-scheletrico, neurologico e viscerale-internistico. “Inoltre, il fisioterapista è chiamato a intervenire in ortopedia, neurologia, pneumologia, geriatria, angiologia, urologia, ginecologia, reumatologia, medicina dello sport, dermatologia, cardiologia, pediatria, neuropsichiatria, oncologia, chirurgia maxillo-facciale, gnatologia, cure palliative”.
Nella nota anche l’intervento di Ivo Picciau, presidente Asmar, Associazione delle malattie autoimmuni e reumatologiche: “Asmar denuncia con profonda preoccupazione l’aumento delle segnalazioni riguardanti l’esercizio abusivo della professione di fisioterapista in Sardegna”, ha commentato Picciau. “Troppi pazienti, spesso vulnerabili a causa di patologie croniche invalidanti, si stanno affidando a soggetti privi di abilitazione, ignari dei rischi gravi a cui si espongono”.
Alla conferenza stampa hanno preso parte anche alcuni studenti del corso di laurea di Fisioterapia dell’Università di Cagliari, i quali hanno raccontato che cosa vuol dire acquisire le conoscenze necessarie in un articolato percorso teorico e pratico, lungo tre anni, prima dell’acquisizione del titolo finale e quindi dell’abilitazione. “La formazione include il tirocinio in contesti professionali, garantendo un’adeguata preparazione per l’ingresso nel mondo del lavoro”, le parole degli studenti rilanciate nella nota. “Il tirocinio è un’esperienza formativa fondamentale che include attività pratiche in contesti reali, per acquisire familiarità con il lavoro di fisioterapista e mettere in campo le competenze acquisite, sotto la supervisione di tutor dall’alto valore professionale e accademico”.
06 maggio 2025
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