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Fine vita. Il diritto alle cure palliative al centro dell’attenzione nelle audizioni in commissione Salute

di Elisabetta Caredda

Il direttore dell’Hospice della Asl NU chiede uno sforzo in più perché le cure palliative possano essere garantite al 90% dei pazienti nei prossimi 3 anni. L’Ordine regionale Psicologi e la Società Italiana di Psichiatria sollecitano un approfondimento sui tempi tra la richiesta del paziente di ricorrere al suicidio assistito e la decisione finale. La Società Italiana di Neurologia evidenzia la necessità di affrontare il tema del ‘consenso’.

30 MAG - Il parlamentino presieduto da Carla Fundoni (Pd) ieri mattina ha udito il coordinatore regionale del tavolo tecnico per le cure palliative Salvatore Salis, che è anche direttore dell’Hospice della Asl di Nuoro, e i rappresentanti dell’Ordine regionale Psicologi, della Società Italiana di Psichiatria e della Società Italiana di Neurologia, sulla proposta di legge relativa alle procedure e tempi per l’assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito, ai sensi e per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019.

“Salis - si apprende dal sommario - ha spiegato: “Quando si parla di fine vita bisogna intanto tenere ben presenti i diritti del paziente a non avere dolore, a una buona comunicazione, alla qualità della vita e, nell’ultima fase della malattia, alla sedazione. Un ruolo importante in tutto questo lo svolgono i medici che devono avere un approccio professionale e umano con i pazienti”.

Il coordinatore, che ha incentrato il suo intervento sulla necessità di trattare l’argomento tenendo conto di tutte le problematiche che ruotano intorno a un tema di così grande rilevanza, ha poi illustrato il lavoro che in questi mesi sta portando avanti il tavolo tecnico sulle cure palliative ed ha affermato: “L’obiettivo nei prossimi tre anni è di raggiungere il 90% dei pazienti. Oggi le cure palliative in Sardegna possono essere somministrate a macchia di leopardo. Ci sono diverse eccellenze ma anche territori scoperti. Occorre fare di più. Il paziente deve essere messo nelle condizioni di fare una scelta consapevole e libera e decidere se ricorrere alle cure palliative o al suicidio assistito”.

Dall’Ordine degli Psicologi, il presidente Tullio Garau e la consigliera Lorena Urrai hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa legislativa, ed hanno così commentato: “Bene la previsione di uno psicologo all’interno della commissione multidisciplinare che dovrà pronunciarsi sulle richieste di suicidio medicalmente assistito. La figura dello psicologo è fondamentale per il sostegno dei pazienti che devono fare una scelta così importante”.

Anche gli psicologi, come avevano osservato gli Ordini dei Medici e degli Infermieri, hanno sottolineato l’importanza della formazione del personale e la necessità di approfondire il tema delle tempistiche tra la richiesta del paziente di ricorrere al suicidio assistito e la decisione finale: “Venti giorni potrebbero non essere sufficienti. In Sardegna inoltre sono pochi gli psicologi che lavorano nel sistema sanitario. In questo caso va valutata la possibilità di ricorrere alle prestazioni di colleghi provenienti da altre Regioni”.

“Sulla necessità di approfondire le tempistiche inserite nella proposta di legge – si rileva sempre dal resoconto della seduta - si è espresso inoltre Bernardo Carpiniello, rappresentante della Società Italiana di Psichiatria, che ha aggiunto: “Il tempo previsto per arrivare a una decisione finale è troppo breve, in Sardegna c’è poco personale. E’ questa la ragione per cui, tra l’altro, si ha difficoltà a riunire le commissioni per l’invalidità civile. Di questo occorrerà tener conto. Oltretutto, la valutazione della capacità mentale del paziente è un pre-requisito per poter arrivare al suicidio assistito. Per questo è indispensabile un percorso formativo di tutte le figure professionali coinvolte. Serviranno almeno tre mesi tra la promulgazione della legge e la sua attuazione”.

Per la Società Italiana di Neurologia è intervenuta la professoressa Eleonora Cocco che, esprimendo condivisione per la proposta di legge, ha sollecitato un’attenzione maggiore sul tema delle cure palliative: “Di solito si tende ad associarle alle patologie oncologiche ma il tema del fine-vita coinvolge tantissimi pazienti con malattie neurologiche. L’altro argomento da affrontare è quello del consenso. Occorre pensare a una pianificazione anticipata altrimenti si rischia, con la degenerazione di alcune patologie, che il malato non possa più esprimere la sua volontà facendo venir meno il principio di autodeterminazione” – ha concluso Cocco.

Elisabetta Caredda

30 maggio 2025
© Riproduzione riservata

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