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Sardegna. Emergenza dermatite dei bovini: cruciali i prossimi 15 giorni per comprendere la dimensione del fenomeno

di Elisabetta Caredda

Bartolazzi: “Il tempo di incubazione della malattia può durare fino a 28 giorni, decisive le prossime due settimane per stabilire se confermare o rimodulare le misure restrittive”. Satta: “Se il blocco permarrà per 30-60 giorni dopo la vaccinazione, i Ministeri competenti hanno garantito risorse e collaborazione per non lasciare sola l'isola”.  A Cagliari incontro assessori alla Sanità e Agricoltura con la delegazione del Ministero della Salute e il gruppo di esperti del Team Euvet

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L’emergenza per la Lumpy Skin Disease che sta allarmando gli allevatori in Sardegna è stata oggetto dell’urgente riunione svoltasi il 27 giugno a Cagliari, con gli esperti team della Commissione Europea di supporto in situazioni di emergenza veterinarie (Euvet) ed i rappresentanti del Ministero della Salute, insieme con gli assessori regionali della Sanità e dell’Agricoltura, ed anche al personale del Servizio Veterinario Regionale e locale.

Soddisfatto l’assessore Armando Bartolazzi che alla fine dell’incontro comunica in un punto stampa: “Al termine della sua visita nell’isola, la delegazione del Ministero della Salute insieme al gruppo di esperti del Team Euvet ha dato atto che l’Assessorato regionale alla Sanità ha affrontato la scoperta della Dermatite nodulare contagiosa bovina con la massima tempestività e correttezza: in una settimana è stato fatto il lavoro che normalmente si affronta in tre mesi, addirittura anticipando i riscontri ufficiali dei laboratori di Teramo”.

“La Regione – spiega l’esponente di Giunta - ha messo in atto immediatamente tutte le precauzioni possibili, in stretto accordo con l’Unità di crisi ministeriale, al fine di garantire un monitoraggio continuo dell’evoluzione epidemiologica e attivare con prontezza tutte le misure di biosicurezza previste dai protocolli nazionali ed europei. Al momento la situazione dei contagi è molto contenuta, si limita ad una trentina di casi senza episodi di mortalità anomale. Sono distribuiti per ora in due focolai, con un terzo da confermare”.


“Nel corso della riunione è emerso che dalle analisi svolte sui capi esposti alla malattia si può ipotizzare l’arrivo del virus nell’isola da circa tre mesi – prosegue Bartolazzi -. Ciò fa presumere una scarsa diffusione della malattia, circoscritta alle zone già individuate. È pertanto fondamentale mantenere alta l’attenzione, le indagini epidemiologiche sono ancora in corso e poiché il tempo di incubazione della malattia può durare fino a 28 giorni, le prossime due settimane saranno cruciali per comprendere la dimensione del fenomeno e per decidere la conferma o la rimodulazione delle misure restrittive attualmente in corso”.

“Il vaccino esiste ed è già in commercio in ambito extra UE – conclude l’assessore. Non appena il Ministero lo renderà disponibile partiremo immediatamente con le vaccinazioni. Intanto, per velocizzare al massimo i riscontri epidemiologici, la Regione ha già richiesto e ottenuto di poter effettuare le analisi sui campioni direttamente attraverso le strutture dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna, senza doverli spedire ai laboratori di Teramo”.

L’assessore dell’Agricoltura, Gian Franco Satta, ha aggiunto: “Contiamo di avere in tempi brevi il preparato da somministrare e di fare una vaccinazione massiva per poi consentire ai servizi competenti di effettuare una vigilanza nei tempi determinati dai protocolli, così da creare i minori disagi possibili ai nostri allevatori”.

Satta ha poi affrontato la dimensione del problema in termini di dati numerici: “La Sardegna movimenta in media 80 mila capi bovini, di cui oltre il 50% destinato alle esportazioni. Se il blocco permarrà per 30-60 giorni dopo la vaccinazione, il Ministero dell’Agricoltura e quello della Sanità hanno già garantito risorse e collaborazione per non lasciare sola la nostra isola. Come Regione Sardegna stiamo quantificando tra campagna di vaccinazione e fasi successive una spesa di circa 10 milioni di euro. È importante anche chiarire che gli altri comparti dell’allevamento – ovini, caprini, equini – non saranno oggetto di restrizione e che i prodotti lavorati lattiero-caseari potranno essere commercializzati anche in questo periodo” conclude.

Elisabetta Caredda



30 giugno 2025
© Riproduzione riservata

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