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Una casa a misura della persona con disturbi mentali

di Massimo Cozza

10 GIU - Il progetto triennale HERO (Housing: an educational European ROad to civil rights) del programma Erasmus+/2016, è promosso e coordinato in Europa dal Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL Roma 2, il più grande DSM metropolitano d’Italia con un bacino di utenza di oltre 1milione 300mila abitanti.

Gli strumenti realizzati nell’ambito del progetto sono principalmente due:
- l’e-book Housing e salute mentale contenente indicatori di qualità ad uso delle comunità locali, risultato di un autentico scambio tra esperienze di housing, che ha la finalità di individuare indicatori di qualità che possano porsi come linee guida europee per future iniziative nel percorso di recovery nella salute mentale;
 
- dopo tre anni, a conclusione del Progetto HERO, viene presentato il prodotto finale del “Curriculum”, un vademecum europeo di 212 pagine con materiali didattici per la formazione e l'apprendimento finalizzati ad aumentare le conoscenze e le competenze in tema di housing nella salute mentale, un sistema che non riguarda la casa in sé ma il rapporto con l'ambiente, l'importanza di “vivere fuori” più che “vivere dentro”.

Il “Curriculum” rappresenta un prodotto integrato per utenti e le loro famiglie, operatori della sanità e altre agenzie e cittadini, che potrebbe facilitare l'empowerment delle comunità locali e l'acquisizione delle competenze specifiche volte a sviluppare l'autonomia e l'integrazione degli utenti nella comunità. Con il fine di promuovere l'housing come strategia di realizzazione di società inclusive, in particolare sulle tematiche della salute mentale.

Il “Curriculum” per l'l'housing è stato dapprima testato a Liverpool (Regno Unito) nel luglio 2018 con i rappresentanti di tutti partner europei, e successivamente è stato sottoposto ad una fase di piloting su oltre 200 persone afferenti ai gruppi target del progetto.

Il “Curriculum” è diviso in quattro moduli, uno per ciascun gruppo target: utenti dei servizi di salute mentale e loro famiglie, professionisti della salute mentale, organizzazioni non sanitarie, cittadini.

I principali obiettivi riguardano il sistema motivazionale con l'implementazione dei processi di autodeterminazione e la condivisone delle scelte. Importante è l'inclusione come senso di appartenenza nel quartiere, con la possibilità di avere più punti riferimento, con opportunità d'incontro e socializzazione.

Le persone con disagio mentale vivono meglio e si sentono più sicure se percepiscono di trovarsi all'interno di una comunità e di una rete di supporto, in un territorio dove negozi, trasporti pubblici e altri servizi necessari sono facilmente accessibili.

Vanno costruite buone relazioni con i residenti promuovendo un maggior rispetto reciproco e maggiore fiducia, contrastando lo stigma e i pregiudizi, anche con attività educativa nelle scuole, ai fini dell'accettazione delle persone con disturbi psichici.

Necessaria è una flessibilità che significa possibilità di scegliere tra tipi di alloggi, dove e con chi abitare, modelli di co-pagamento, piani di trattamento e di supporto, in base alle esigenze dei singoli utenti, valutando le loro caratteristiche, i loro bisogni e le loro aspettative. Rilevante è l'apporto del volontariato come fattore di inclusione sociale.

Importante è il ruolo del case manager che può offrire assistenza individuale, sociale, sanitaria e lavorativa, mettendo in rete le varie risorse del territorio (organizzazioni, associazioni, cooperative), e i servizi di salute mentale che sono coinvolti con la persona in un percorso di recovery.

Deve essere attentamente valutata e monitorata la capacità di gestione del denaro, che dovrebbe fare parte del piano di recupero personale. Le persone con problemi di salute mentale solitamente spendono più denaro quando non stanno bene, ma l'amministrazione diretta del denaro da parte degli utenti è un passo estremamente importante sulla loro strada verso l'autonomia e la responsabilità personale, promuovendo anche il diritto di scelta e l'autodeterminazione.

A seconda del livello di autonomia dei residenti, ogni casa dovrebbe offrire diversi tipi di supporto assistenziale da parte dei servizi di salute mentale: dalla presenza di un professionista una volta a settimana o ogni volta che è necessario, alla collaborazione con unità mobili sanitarie per le situazioni di emergenza, fino a unità abitative ad alta protezione con presenza di professionisti dedicati 24/7.

Le autorità locali, oltre l'assistenza socio-sanitaria, dovrebbero fornire un'opportuna quantità di abitazioni adeguate e sviluppare procedure che assicurino l'equità di accesso ai percorsi di assegnazione degli alloggi per le persone con esperienza di disagio mentale.

Tutte le informazioni sul Progetto sono reperibili sul sito web del progetto.

Massimo Cozza
Psichiatra
Direttore del Dipartimento di Salute Mentale ASL Roma 2


10 giugno 2019
© Riproduzione riservata
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